Un caso irrisolto di Andrea Di Robilant

Un caso irrisolto Un caso irrisolto Appello per il medico rapito nel Caucaso Andrea di Robilant ROMA Doveva essere uno dei temi affrontati da Silvio Berlusconi e Vladimir Putin nel loro incontro di ieri - la questione era stata iscritta in agenda dai diplomatici italiani che avevano preparato il summit - ma alla fine sembra che non ci sia stato tempo per parlarne. E così la sorte di Arjan Erkel, il volontario olandese di «Médecins sans frontières» rapito il 12 agosto 2002 in Daghestan, la piccola Repubblica al confine con la Cecenia, rimane più incerta che mai. MortenRostrup, il presidente dell'organizzazione intemazionale di medici volontari che ha vinto il Nobel per la Pace nel 1999, era arrivato ieri a Roma dopo aver ricevuto assicurazioni che il caso di Erkel sarebbe stato discusso durante il vertice. «Ci siamo rivolti a Berlusconi, perché chiedesse a Putin di risoWere questa vicenda - ha dichiarato in una conferenza stampa - Non potremmo tollerare che Arjan trascorra un altro inverno in prigionia». Sono passati 450 giorni da quando Erkel, capo della base di «Médecins sans frontières» in Daghestan, venne rapito in circostanze ancora misteriose. Non si sa chi lo abbia sequestrato né per quale motivo. Rostrup ha saputo da varie fonti che due agenti dei servizi russi che pedinavano il medico olandese erano presenti al momento del sequestro e non fecero nulla per impedirlo. «Non mi interessa fare congetture sui motivi per cui non sono intervenuti in difesa di Erkel - ha spiegato - Però riteniamo che la Russia, e il presidente Putin in persona, si debbano assumere la responsabilità di risolvere questo caso». Berlusconi sollevò la questione con Putin durante il loro incontro in Sardegna lo scorso 28 agosto. Rostrup sperava che il premier italiano, forte della sua amicizia con il presidente russo, ottenesse ieri un impegno chiaro per la liberazione di Erkel. «Ci aspettiamo che dichiari l'intenzione di risolvere il caso mettendo al lavoro gli uomini e le risorse necessarie», aveva dichiarato poche ore prima del vertice. A Roma, assieme alla delegazione di «Médecins sans frontières», è arrivato anche Dick Erkel, padre del giovane medico rapito. «Sono convinto che Arjan sia ancora vivo - ha detto - Sono fiero del mio ragazzo. E' forte, ma mi chiedo quanto tempo possa ancora resistere. Ogni giorno è un giorno di troppo». Il signor Erkel spera che il rapimento di suo figlio venga quantomeno discusso oggi durante il vertice Russia-Ue, cui parteciperà, oltre a Putin e Berlusconi anche Romano Prodi. Finora il governo russo ha respinto seccamente l'accusa di non aver fatto abbastanza per liberare Erkel. Il ministro degli Esteri di Mosca Igor Ivanov ha comunque confermato che a quanto risulta ai servizi russi il medico è effettivamente ancora vivo e che si stanno facendo passi avanti. Non è da escludere che oltre a questioni di tempo, Berlusconi abbia deciso di non tornare su una questione già sollevata appena due mesi fa anche per motivi squisitamente diplomatici (ma dopo aver comunque iscritto la questione nell'agenda dei lavori).

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