«Vigliacchi» di M. Me
«Vigliacchi» «Vigliacchi» colleghi: colpito a tradimento ROMA Da qualche anno il maresciallo Stefano Sindona ha istituzionalizzato un appuntamento per i suoi uomini. Una festa. Con amici, famighe, fidanzate. Almeno due volte l'anno invita tutti i colleghi, anche quelli in pensione. Si mangia, si beve, si chiacchiera e si diventa qualcosa in più che semplici compagni di lavoro. Perché se c'è ima cosa che piace al giovane sottufficiale, comandate della stazione Viale Libia, è che nella sua caserma ci sia spirito di gruppo, un clima di amicizia oltre che di lavoro. Ed era così che, ieri pomeriggio, i colleghi aspettavano le notizie sulle condizioni del loro comandante. Volevano sapere come stava il loro amico, innanzitutto. «Stefano sta comprandosi una casa con mille sacrifici. Vuole che la moglie e i suoi due figli vivano in un appartamento più grande. E questa è la ricompensa»-,"dice un vecchio collega indicando la macchia di sangue che copre il pavimento all'ingresso della caserma. I famigliari di Sindona hanno aspettato all'ospedale la fine dell'operazione durata quasi sei ore. «Sono sconvolta - dice la moglie - se perderà le mani sarà bruttissimo, ma adesso mi importa soltanto che sia vivo». Il maresciallo Sindona, 43 anni, nato in un paesino nei dintorni di Messina, tifosissimo della Juve, è arrivato a Roma ancora ragazzo. «Me lo ricordo quando arrivò alla stazione - racconta il signor Corso, ufficiale dell'Arma in pensione -, era un giovane vicebrigadiere appena uscito dalla scuola. Aveva poco più di vent'anni. Tutta la sua carriera l'ha fatta qui, nella nostra compagnia». Lo descrivono tutti come un gran lavoratore. Uno che arriva in ufficio alle 8 di mattina e fino a sera non lascia la scrivania. «Quando lo chiamiamo per emergenze, magari di notte, la prima cosa che fa è iniziare a sbraitare e lamentarsi. Poi, dopo qualche minuto, te lo ritrovi in divisa al suo posto». Da quando si è sposato, Sindona vive con la moglie e i due figli di 9 e 18 anni in una palazzina all'interno della caserma, in via San Siricio, a due passi dalla via Salaria. La zona di competenza è tra le più tranquille di Roma. L'area Salario-Parioli, quartieri bene della capitale. «In tutto siamo sedici - spiega un giovane brigadiere e in undici abitiamo nella caserma della compagnia. Qui è come tuia famiglia. Io sono arrivato appena sei mesi fa. Il maresciallo Sindona mi ha accolto nel migliore dei modi, senza mai trattarmi in modo diverso dai colleglli più anziani. Mi ha fatto sentire a casa, da subito». Avevano le facce scure, ieri pomeriggio, gb uomini della compagnia Viale Libia. Accanto alla preoccupazione per le condizioni di salute del maresciallo, c'è anche una rabbia sorda che monta tra i militari. «E' stata ima vigliaccata. Noi siamo abituati al pericolo. Abbiamo scelto questo mestiore e mettiamo in conto di trovarci di fronte a un delinquente che ti punta addosso la pistola. A questo siamo preparati e sappiamo come reagire. Ma stavolta è diverso. Stavolta ci hanno colpiti alle spalle e quello che ci fa paura è che potrebbe succedere ancora», [m. me]
Persone citate: Sindona, Stefano Sindona
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