«Gli stranieri devono restare» di A. Z.
«Gli stranieri devono restare» ALLA DUMA DA TRE LEGISLATURE, IL DEPUTATO LEGGE IL CASO IN CHIAVE POLITICA «Gli stranieri devono restare» L'economista Melnikov: ci riprenderemo intervista MOSCA IN tutte le tre legislature della Duma Alexej Melnikov ha svolto un ruolo chiave nella progressiva liberalizzazione dell'economia. Da quattro mesi il deputato ed economista difende la Yukos dalla procura con la stessa passione con la quale prima la combatteva nella battaglia sulle regole del gioco petrolifero russo. Nega di farlo perché la compagnia petrolifera finanzia il suo partito, " Jablo- ko" di Grigorij Javlinskij: «Oggi Khodorkovskij è un prigioniero politico, viene perseguitato da un potere autoritario per aver appoggiato politici di opposizione». Lei è tra quelli che denunciano l'imminente dittatura? «I segnali sono. inquietanti: la campagna contro la Yukos viene condotta di fatto dall'Fsb, dagli uomini dell'ex Kgb, nonostante la legge circoscriva i reati su cui possono indagare e l'evasione fiscale non è tra questi. Non badano ai mezzi, Alexej Pichiughin (capo della sicurezza della Yukos, accusato di omicidio, ndr) viene riempito di psicotropici per farlo confessare. Tutto questo contro una sola compagnia, mentre altre - che potrebbero venire indagate a maggior ragione, ma che finanziato il partito del Cremlino "Russia Unita" - rimangono immuni». Dunque hanno ragione gli investitori che pensano a scappare dalla Russia? «Assolutamente no, e gli occidentali non lo faranno. Il crollo della Borsa è una reazione a breve termine, mentre il nostro è un mercato troppo grosso e allettante. Certo, aumenterà la componente del rischio, si vorranno maggiori profitti in minor tempo per coprire eventuali pericoli. Ma io conosco bene l'ambiente delle major petrolifere e posso afferma- re che gli occidentali si sono sempre resi conto che lo Stato russo non è un partner accomodante negli affari. Si veda l'ultimo tentativo di togliere la licenza per i giacimenti alla Shell, per esempio». Non scappare ma cautelarsi? «Più sarà massiccia la presenza degli occidentali nell'economia russa e più la situazione migliorerà, perché porteranno la loro cultura del business, una maggiore trasparenza, una minore corruzione. Gli investimenti occidentali sono fondamentali per la Russia, non solo in senso economico». Qualcuno teorizza che il Cremlino vuole sostituire i propri magnati riottosi con i ligi stranieri. «E chi finanziera Russia Unita? Anzi, non escludo che uno dei motivi della caccia a Khodorkovskij sia stata proprio la sua intenzione di vendere un pacchetto della sua società agli americani, che sarebbero stati fuori dal controllo del potere. Ma ripeto: per gli occidentali c'è maggiore autonomia dal potere e quindi anche maggiori garanzie di sicurezza». E i russi? Si è ipotizzato che nel 2008 gli oligarchi avrebbero cercato di candidare un loro uomo alle presidenziali, un progetto caro anche a Khodorkovskij? «Caso dopo caso, il potere sull' esempio di un oligarca illustre mostra i limiti del lecito al business. Con Gussinskij (arrestato e poi lasciato emigrare con cessione delle attività, ndr) ha fatto capire che non si può toccare la tv, considerata strumento strategico, con Berezovskij (inquisito e emigrato, ndr] che non devono entrare in politica, con Khodorkovskij ammoniscono a non appoggiare l'opposizione. Quale sarà il prossimo limite?» In altre parole, la vicenda Yukos va letta solo in chiave politica e non c'è da temere una revisione delle privatizzazioni? «Per la Yukos non lo escluderei, si voghono ormai revocarne le licenze sui giacimenti, vero patrimonio dei petrolieri. Oppure si potrebbe annullare la privatizzazione della società per presunte violazioni, o fare pressioni sugli azionisti per cedere parte del pacchetto. In tutti i casi la più grossa, efficiente e trasparente azienda russa finirebbe in mano a burocrati corrotti», [a. z.]
Persone citate: Alexej Melnikov, Berezovskij, Grigorij Javlinskij, Gussinskij, Khodorkovskij, Melnikov, Pichiughin
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