ARRIVANO I RUSSI A Chivasso e Torre canavese

ARRIVANO I RUSSI A Chivasso e Torre canavese ARTE FIGURATIVA SOVÌE WPC A IN DUE S ED 1 D AT" -2-4—a TTOBRE A DICEMBRE ARRIVANO I RUSSI A Chivasso e Torre canavese 1 m ANTIQUARIO Marco Datri^^ no lo conoscono in tanti e gli Hi sono riconoscenti per aver portato in Italia, nel suo castello-galleria di Torre Canavese, i «Tesori del Cremlino»; correva l'anno 1993 ed eravamo all'inizio della Ferestrojka. Grazie alle sue molte amicizie nella ex Unione Sovietica, Datrino toma a far parlare di sé e di arte russa organizzando, insieme ai Comuni di Chivasso e di Torre Canavese, una grande mostra dedicata all'Arte figurativa sovietica, dal postimpressionismo al realismo socialista. In tutto si tratta di 105 dipinti che documentano l'attività di sessanta pittori attivi soprattutto in Russia, ma anche in Bielorussia e nelle altre ex Repubbliche sovietiche, in un arco di tempo tra gli Anni 40 e il 2000. Come dichiara con onestà il titolo della rassegna, sqno quadri sempre rigorosamente figurativi, improntati a quel Realismo sociale imposto dal regime sovietico e, quindi, eseguiti con uno stile che è un eufemismo definire «post Impressionista». In realtà questi maestri citano, alcuni con indubbio virtuosismo, la pittura francese di metà '800, in particolare Courbet e Millet, con un ritardo di oltre un secolo. Di queste opere, 85 sono esposte a Chivasso presso il Palazzo del Lavoro Luigi Einaudi, ' mentre le altre venti sono alla Pinacoteca di Torre Canavese, che verrà intitolata a Raissa Gorbaciova nel corso dell'inaugurazione del 24, cui sarà presente anche Michail GorbacioV. In molti casi, com'è ovvio, i soggetti sono «politici» e propagandistici. Ad esempio, nel 1951 Aleksandr Geràsimov dipinge «Stalin e Vorosilov sulle mura del Cremlino», oppure «Stalin nella sua dada», seduto a tavola con vari burocrati dall'aria compunta e servile; ma lo stesso artista in certi casi sa metter da parte il tonò untuoso da pittore di corte, per eseguire ad olio su tela una delicata «Natura mòrta di rose», un variopinto «Mercato bovino» e la sensuale danza del ventre di «Tamara H an un». La mostra nel suo insieme documenta come, mentre in Europa e negh USA tra gli Anni 50 e 80 si affermano la pittura informale, la Pop Art e le tendenze minimaliste, concettuah e poveriste, all'Accademia di Belle Arti di Mosca si continua a dipingere utilizzando uno stile paleo-reahsta. Questo fatto in verità piace a qualcuno. In particolare all'autore del saggio introduttivo al catalogo, Arnaldo Alberti, che scrive parole durissime contro le dobby costituite da politicanti della cultura, da diligenti dei musei e da galleristi, nonché da tutto quel serioso management artistico specialmente d'oltreoceano che ha organizzato per oltre mezzo secolo il marketing dell'arte su scala mondiale». Secondo il suo discutibile parere, «questo manipolo di strateghi dell'arte ha portato ad affermarsi talune correnti pittoriche, in special modo l'espre ssionismo astratto americano, a scapito di altre forme d'arte, realismo sociale in primis». Una tesi inaccettabile, perché non va dimenticato che in Unione Sovietica, mentre un gran numero d'intellettuali e giovani artisti non asserviti al regime languivano nei Gulag, in Siberia, la gran parte dei pitton che oggi vediamo in mostra a Chivasso e a Torre Canavese erano stipendiati dal- lo Stato come docenti nelle Accademie di Belle Arti o come iscritti alle potenti Unioni dei Pittori. Una di queste «corporaziom» esiste tutt'ora a Minsk, la capitale della Bielorussia, nazione ancor oggi in balia di un governo totalitario. Ha quindi ragione l'assessore alla cultura di Chivasso, Alessandro Germani, che, in una breve, ma acuta premessa al catalogo, ricorda che «i movimenti artistici di avanguardia, le cui radici traevano linfa dal futuri¬ smo russo - insieme a quello italiano l'unica vera avanguardia artistica totalizzante e autenticamente europea - furono ostacolati da Lenin prima e poi da Stalin, che ne detestavano la forza corruttrice all'interno della pura società sovietica». A questo punto da Marco Datrino ci aspettiamo un'altra grande mostra che documenti le straordinarie avanguardie russe - il raggismo, il suprematismo e il costruttivismo - tutte stroncate dalla feroce dittatura stalinista. Guido Curio Chivasso, Palazzo Einaudi, orari: da martedì a domenica 10/12,30 e 15/19,30; Torre Canavese, Pinacoteca Comunale, orari: da martedì a sabato 15/18, domenica 10/12615/18; ingresso per entrambe le sedi 5 euro. SARA' GORBACIOV A INAUGURARE LE MOSTRE. LA PINACOTECA VERRÀ INTITOLATA ALLA MOGLIE RAISSA Olio di Burake, a sinistra «Nella dacia di Stalin»