Da Luxor a Assuan e onde del faraone di Anacleto Verrecchia

Da Luxor a Assuan e onde del faraone CROCIERA SUL NILO: IL RE DEI FIUMI AFRICANI SCENDE DA SUD A NORD RENDENDO FERTILE IL DESERTO Da Luxor a Assuan e onde del faraone Anacleto Verrecchia ! R OUSlj UAN A nave, partita da Luxor e diretta ad Assuan, risale lentamente la corrente del Nilo. Dal ponte io guardo le rive del re dei fiumi e le brulle colline che si stagliano alla mia sinistra. Le costruzioni moderne sono rare, quasi inesistenti, e tutto sembra rimasto inalterato nel corso dei millenni. Così io mi tuffo con la fantasia nel passato e provo una strana sensazione al pensiero di vedere le stesse cose e lo stesso paesaggio che videro i faraoni. E' una sorta di sentimento panico che dà allo spirito una scossa profonda e indimenticabile. E intanto ripeto mentalmente a me stesso l'inizio dell'antichissimo Inno al Nilo : «Salute a te, o Nilo, che sei uscito dalla terra, Z Che sei venuto per dar vita all'Egittol». Se si vedono le superbe e venerande vestigia della civiltà egizia, tutto il resto passa in seconda linea. E' una civiltà culminale, cui le altre stanno come le valli alle vette. Già solo dal punto di vista geografico l'Egitto è qualche cosa di favoloso o un miracolo della natura: un oceano di sabbia solcato da una striscia d'acqua lunga millecinquecento chilometri e da ima fascia di terre coltivabili larga dai dieci ai quindici chilometri. Di solito i fiumi scorrono da Nord verso Sud, ma il Nilo, il fiume per eccellenza, ha deciso diversamente e scorre da Sud verso Nord. E che contrasti netti, in tutti i sensi: qui terra f ertilissima, poco più in là deserto e grillaie in cui non vivrebbero neppure i ramìani; qui uh tempio solenne e meraviglioso, là una misera casupola. Se uno non sapesse niente dell'Egitto e del Nilo, capirebbe lo stesso, guardandosi intomo, che qui sono passati millenni di storia. Anzi si potrebbe definire l'Egitto un'altissima e antichissima lezione di storia, il cui testo si allunga dai confini del Sudan al Mediterraneo. Dove tutto è una meraviglia, non si sa che cosa scegliere e si rischia di finire come un asino di Buridano in chiave estetica. Ma soffermiamoci su alami punti. Assuan, giustamente chiamata «Gioiello del Nilo», ha ima posizione incantevole. La maggiore attrazione, che richiama torme di visitatori, è l'aobelisco rotto» o «obelisco mai terminato». Per volere della regina Hatshepsut, che lo aveva ordinato, doveva essere il più grande obelisco mai visto: oltre quarantacinque metri di altezza. Ma quando l'enorme blocco di granito era stato già sbozzato, vi si verificò o vi si scoprì una fessura. Così quel gigantesco «ago di pietra» è rimasto lì in posizione orizzontale e senza essere neppure staccato dalla roccia granitica. Un'altra attrazione di Assuan sono le scritte geroglifiche sulle rocce che affiancano il Nilo e che risalgono a quattro o cinque millenni addietro. Il viaggiatore colto non se le lasci sfuggire, anzi cerchi di vederle tutte: danno ima forte emozione. Credo che non esistano in nessun'altra parte del mondo iscrizioni così antiche e belle. Abu Simbel supera qualsiasi immaginazione. Ramsete vi è raffigurato in posa ieratica e solenne. Sulle labbra ha un sorriso enigmatico. All'interno del tempio è raffigurata, tra l'altro, la battaglia di Kadesh, condotta da Ramsete n contro gli ittiti. Riesce difficile andar via da Abu Simbel, dove si vorrebbe rimanere a lungo per vedere attentamente ogni jarticolare. Ma il tempo stringe e 'aereo per Assuan attende. Mentre mi allontano osservo Nefertari, anche lei raffigurata nelle stesse proporzioni colossali del marito Ramsete IL Nefertari significa (da bella venuta da lontano». E io sono venuto da lontano per ammirarla. Un'altra meraviglia è il tempio di Kom Ombo. E anche l'unico che sorga su un'altura come un'acropoli. A distinguerlo dagb altri templi è inoltre la sua duplicità, in quanto è dedicato a due divinità: la parte settentrio¬ nale è dedicata al dio guaritore Haroeris, una delle manifestazioni solari di Horus, e quella meridionale al dio coccodrillo Sobek. Il tempio fu iniziato dai greci e terminato dai romani. Visto di notte è ancora più bello che di giorno. Infatti l'illummazione, oltre a conferire un fascino tutto particolare a queste vestigia, rende più visibili i bassorilievi. Qui le figure sono più carnali e vi si avverte sùbito la presenza romana. Iside ha le mammelle molto pronunciate e non è così ieratica come nei templi egizi di epoca più remota. Particolarmente interessanti sono la raffigurazione del calendario e quella degli strumenti chirurgici. Avevano perfino lo stetoscopio. Almeno così sembra, stando alla figura che si vede su una parete. Ma il tempio che fa più impressione e che si è conservato megho è quello di Abydos. Fu costruito da Sethi I e portato a termine dal figlio Ramsete H. Quando arrivo sotto il portico, non riesco a trattenere una esclamazione di stupore, che aumenta a mano a mano che penetro nel tempio. Qui ógni descrizione sarebbe inadeguata e non posso fare altro che raccomandare al viaggiatore di non perdere assolutamente questa meraviglia. E ora parhamo di Luxor, della sua selva di colonne, dei suoi obelischi e delle sue tombe. Che cosa non fa, l'uomo, nell'illusione di sfuggire alla morte! Tombe che penetrano nella roccia viva per più di duecento metri, statue colossali di granito che pesano più di mille tonnellate, templi abbarbicati sulla roccia dove nidificano magari le aquile, colonne che volano al cielo: tutto inutile! L'Egitto è anche una grande lezione della vanità di tutte le cose. Tuttavia le tombe hanno qualche cosa di sereno. Nessuna religione è così solare come quella degli antichi egizi. Chi entra in una tomba della Valle dei re ha l'impressione di trovarsi non già nel regno dei morti, bensì nei campi di asfodeli dell'Elisio. Nel celebre, commovente e bellissimo Lamento dell'Asclepio, Ermete Trismegisto, che parla in un tempio egizio, dice fra l'altro: «In verità la nostra terra è tempio del mondo intero». E' vero! Abu Simbel supera qualsiasi immaginazione. Ramsete ti accoglie ieratico, sulle labbra il suo sorriso enigmatico. E poi Nefertari, «la bella venuta da lontano»... La maestosa imponenza del tempio di Ramsete II ad Abu Simbel. Altra meraviglia è il tempio di Kom Ombo, dedicato al dio guaritore Haroeris, una delle manifestazioni solari di Horus, e al dio coccodrillo Sobek. Sotto: il Nilo e le sue feluche nei pressi di Assuan NAVI A QUATTRO STELLE Le navi che viaggiano sono confortevoli e la cucina è buona. E' come essere in un albergo a 4 stelle galleggiante. Quando c'è qualche monumento si attracca. COME ARRIVARCI Consigliabile il viaggio che prevede il volo diretto a Luxor. Di là si VALLE DEI Ri EGITTO LUXOR lERAKONPOUSlj ASSUAN prende la nave fino ad Assuan, da dove si prosegue in aereo per Abu Sirnbel. Poi si ritorna indietro, sempre in aereo, ad Assuan e si riprende la nave per Luxor. Ciò che non si è visto all'andata, ad esempio il tempio di Edfu, lo si vede al ritorno. IL TEMPIO Di ABYDOS Per visitare i templi di Abydos e di Dendera, si prende il pullman a Luxor. Un giorno è sufficiente. Il viaggio è un po'lungo e faticoso, ma ne vale la pena. Non vedere il tempio di Abydos, forse il più bello e- il meglio conservato, sarebbe un peccato contro lo spirito e la cultura. Dedicate inoltre il maggior tempo possibile alla visita del meraviglioso museo del Cairo, che sta a quello di Torino come il Nilo al Po.

Persone citate: Ermete Trismegisto, Iside, Sethi I