L'ultimo sogno di Fellini «Disperso fra i dispersi»

L'ultimo sogno di Fellini «Disperso fra i dispersi» LA MOSTRA DEL GUGGENHEIM DEDICATA AL REGISTA A10 ANNI DALLA MORTE L'ultimo sogno di Fellini «Disperso fra i dispersi» Tra foto e bozzetti gli aneddoti di Mollica e di altri amici. Avati racconta «Mi chiamava Pupone e quando lo incontravo mi baciava con calore» Simonetta Robiony inviata a NEW YORK E' durata due giorni la «Fellineide» del Guggenheim organizzata a dieci anni dalla morte per la mostra dei 130 disegni di Federico Fellini: dal primo «I campepisti» del 1936, caricatura di giovani fascisti, all'ultimo, del '93, dove sul mitico sedere di Valeria Marini campeggia la scritta ironica «Io voglio abitare qui». Un'operazione fuori dell'ordinario quindi. A volerla, oltre ai vertici del museo. Cinecittà Holding con l'aiuto del Luce, della Scuola di cinema, di Alessandro Nicosia di «Comunicare oiganizzando» e della Fondazione Fellini, naturalmente sotto il patronato della Presidenza della Repubblica e del ministero dei Beni Culturali. A curare il bellissimo catalogo Vincenzo Mollica, giornalista e come Fellini cultore di fumetti. Un lungo elenco per una mostra che presenta appena un assaggio dei tanti, tantissimi schizzi, caricature, bozzetti, disegni creati incessantemente da Fellini, la maggior parte dei quali dispersi, regalati, buttati nel cestino, portati ,yja dai camerieri dei ristoranti che; a'fine, cena, lavavano quei tovaglioli sporchi di pennarello. Aperta fino al 14 gennaio, accompagnata dalla rassegna di tutti i suoi film, destinata per ora a non essere allestita altrove, neanche in Italia, ha inevitabilmente raccolto a New York una piccola folla mondana di colleghi e amici del regista che hanno voluto ricordarlo. E comei disegni di Fellini ricostruiscono passo passo il suo percorso professionale e umano, altrettanto fanno i racconti, gh aneddoti, le battute, i pensieri di quanti hanno parlato di lui o sono solo venuti a vedere le sue cose per trovare una nuova emozione. Tra loro Robert Altman, Murray Abraham, Matt Dillon, i fratelli Coen, Marisa Berenson, Marina Cicogna, lo studioso Antonio Monda, il regista Mazursky, l'attore Donald Sutherland, le nipoti Francesca Fabbri e Daniela Barbiani, la segretaria Fiammetta Profili e, per il governo, il ministro Andrea Manzella, cinefilo costante, J^rtinScorsese, Dante Ferretti e Tonino'Celli Colli, assenti, hanno mandato lunghe letteife: Sono venute ' fuori eoa tante curiosità sull'uomo e sul regista, alarne note, altre no. Per esempio che Fellini ha imparato a disegnare a pochi anni da sua madre. Che la sorella Maddalena non ha voluto prestare i disegni che tiene a casa sua perché non riesce a distaccarsene. Che m un primo tempo Fellini si firmava con la sola F chiusa in una toppa, poi Fel, Fellas, infine Federico. Che era un lettore del «Corriere dei Piccoli» e i suoi eroi più amati erano Arcibaldo e Petronilla, Bibì e Bibò e il gatto Felix. Che il suo disegnatore preferito era Aitalo. Che il primo a stimare i suoi disegni fu Oreste del Buono, amico ma soprattutto fondatore di «Linus». Che i ritratti dei divi di Hollywood li fece da ragazzo per il cinema Fulgor di Rimini. Che lanipote Daniela, un tempo sua assistente, ha voluto regalare uno dei disegni dello zio a Milan Kundera, fedele felliniano, mentre non ha voluto venderne alcuno,a Woody Alien. Che tuttora,, circola là leggenda di un'edizione i&ì «La dolce vita» interamente''doppiata' da Fellini, imbattibile imitatore. Paul Mazursky racconta la fatica fatta per ottenere che Fellini recitasse la parte di se stesso nel suo «Alex in Wonderland». Per convincerlo gli aveva inviato un lunghissimo telegramma a cui il regista aveva risposto con un altro bravissimo: «Non ho mai visto un suo film, non conosco il suo nome, non sono un attore. Di mestiere faccio il regista. Mi chiamo Federico Fellini». Fu l'inizio del loro rapporto. Donald Sutherland, che ancora si chiede perché l'abbia scelto per «Casanova», ricorda di averlo conosciuto mentre girava «Novecento» di Bertolucci e lusingato daqiiestaproposta,diaverloaccompa- gnato a Milano in automobile portando con sé, per discuterne, la biografia del famoso seduttore veneziano. «Come la vjde Fellini, però, la gettò fuori dal .Jtoestrino. Si lavorava con lui senza copione, spesso recitando numeri. Le prime tre settia^e,furono Ip; peggiori della mia can^^'.lfe aSre dietìtójjù bené'.EraunmàgfeiC KabellàRòsMuSm parla di-quando, da pióióla/'Eéllini -.andava a cena dai suoi genitori e lei ...veniva mandata a letto e di quando, da ' ghinde, ha dovuto accompagnare a Cifiecittà da Fellini i suoi due mariti, Martin Scorsese prima e David Lynch poi, entrambi desiderosi di conoscerlo. «Per me, comunque, una parte non c'è stata mai, eppure, tra i tanti meriti di mio padre, c'è anche quello di essere stato l'unico a dirigere Fellini come attore ne "Il miracolo" accanto ad Anna Magnani». Pupi Avati, oggi a capo di Cinecittà Holding ma diventato regista M solo dopo aver visto i film di Fellini, ricorda di averlo osservato per anni a distanza, in via Margutta, senza il coraggio di fermarlo. «Una volta però osai e mi presentai. Mi chiamò Pupone. E mi baciò. Perché Fellini baciava tutti, anche gli uomini, pur non essendo omosessuale». Il più ricco di aneddoti è Mollica che però preferisce descrivere Fellini nella vita quotidiana. La passione per i giri in macchina con sosta obbligata a San Pietro. Il fastidiò per i posteggiatori dei ristoranti che tentava invano di allontanare con laute mance. L'attenzione die metteva nel realizzare i fumetti che qualche volta faceva per la rivista diretta da lui. «Fellini dava una grande importanza ai sogni che appuntava su quaderni - spiega Mollica - pochi mesi prima di ammalarsi mi raccontò di aver sognato di ricevere una lettera sulla cui busta era scritto: "Al disperso dei dispersi". Ne era rimasto tanto impressionato die successivamente, ricoverato in clinica, mi ricordò quel sogno che a lui appariva premonitore». z » « «W-A ^^ÉrVw/t' Sopra un disegno realizzato da Federico Fellini ed esposto allimostra del Guggenheim dilvlevyYork. - -^sttiiltra::'. " il grarftK'règista ' scompaia'.■. dieci anni fa e considerato un mito del cinema mondiale

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