Il Tapiro dissacra il tempio fra agguati, spinte e cadute

Il Tapiro dissacra il tempio fra agguati, spinte e cadute COm UNA STATUETTA DI POUSTIROLO HA CAMBIATO LE REGOLE DELL'INGAGGIO TELEVISIVO PER fcOilTJCI E NO Il Tapiro dissacra il tempio fra agguati, spinte e cadute Ancora un'incursione di «Striscia la notizia» nel mondo deireconomia Staffelli consegna solo un premio, poi finisce col piede sotto un auto analisi Filippo Ceccarelli OGNI epoca storica dissacra a suo modo i propri santuari. Un tempo c'erano orde inferocite che invadevano lo spazio sacro e spaccavano tutto, comprese le teste. In era post-moderna la violazione del tempio avviene più o meno nel modo in cui milioni e milioni di telespettatori hanno visto, ieri sera, su Striscia la notizia. Un enorme tapiro dorato in polistirolo e poliuretano espanso da consegnare ai vertici dell'economia e del credito (per giunta in lite fra loro) in occasione della 79esima Giomata del Risparmio, sotto il palazzo rinascimentale della Cancelleria. E dunque: ansia, fotografi, spintoni, gente mascherata da scatole di pelati e ballerini di tango, microfoni, leader del consumerismo, altri personaggi in tuba e frac, finte bare, inseguimenti, ambulanze, piedi nudi, pronto soccorso, sudore. Un sogno di natura incubatica. E poi la sera, sul video, il tutto condito con effetti sonori, cerchi rossi, risate artificiali. Come stabilito dalle tecniche televisive, l'attribuzione della statua da parte del «tapiroforo», come dire il cuore dell'azione sconsacrante, è stata assai movimentata, e quindi godibile sul piano narrativo e spettacolare. Staffelli ha prima beccato il ministro Tremonti, o meglio quest'ultimo si è fatto beccare varcando a piedi la soglia fatale della Cancelleria. Il Govematore della Banca d'Italia Fazio, invece, che due settimane orsono aveva .durissimamente respinto Staffelli ordinando a mezza bocca alle proprie guardie dì dargli «un po' dì botte», ieri l'ha fregato alla democristiana. Ossia è entrato nel palazzo da una porta secondària, costeggiando la parrocchia (andreottìana) dì San Damaso. E all'uscita lo stesso, ma a quel punto il «tapiroforo» e la sua pitto- resca masnada avevano scoperto il trucco, per cui Fazio è stato segnalato con una telefonata, e debitamente rincorso con l'impeto che il suo rango meritava; indi colluttazione, durante la quale Staffelli è caduto nel mezzo di corso Vittorio, non lontano dalle mote stridenti dell'auto della scorta governatoriale. E due. Il terzo incontro, il terzo combattimento, con il presidente dell'Abi professor Sella, ha segnato insieme l'apice e lo scioglimento emotivo della vicenda, sanzionando il nuovo potere di queste sequenze di arcaismi riveduti e corretti in prima serata. Nel senso che l'inviato di Striscia, sempre più ansimante, si è fatto male: l'auto dì Sella, che pure aveva aperto il finestrino in segno di accoglienza e disponibilità e cercava di portarsi a casa almeno un tapiretto, gh è passata su un piede. Perciò: dramma, piede nudo, telecronaca del Gabibbo, donna che deterge la fronte di Staffelli e denunce dei consumeristi. E insomma: una pimtata davvero speciale, «calorosa» dicevano Greggio e Jacchettì; una botta al programma-quiz di Bonolis sui Rai] che per la prima volta insidia il baraccone popolare ed ermetico dì Antonio Ricci, comunque destinato ad essere un format sempre più importante non solo dal punto dì vista della tv, ma nella vitapubbhca italiana. Perché è ovvio che il toodulo espressivo di Striscia la notizia è elementare e semplificato, tanto da piacere anche ai bambini, una mezzora dì televisione dì movimento con giornalisti spericolati, presentatori simpatici e veline. Ma sì tratta in realtà dì un allestimento parecchio complesso entro il quale si costruisce ormai l'agenda polìtica, cioè gh argomenti all'ordine del giomo. Un sistema dì rappresentazioni spesso simbolièhe entro cui passa probabilmente il riassetto del potere e dei suoi tradizionah contrappesi in una società dominata dalla comunicazione. Altro che satira. Nel caso specifico della consegna del tapiro, vero e proprio rituale dì degradazione, la riprova sta nel diverso esito polìtico che la rappresentazione ha riverberato sui protagonisti. Per cui Tremonti si è trovato a fare buonissimo viso a cattivo gioco. Ha chiesto pure lui un tapiretto da mettere sulla sua scrivania al fianco dì un barattolo di pelati Cirio (staffilata alla mancata vigilanza della Banca d'Italia). Sì è quindi permesso, una volta entrato nel palazzo (ma questo conta meno perché i telespettatori non l'hanno visto), una prezioso parallelo sulla Rivoluzione francese e le odierne «doglianze» che hanno «forme meno convenzionalì, e avoìtepiùtelevisive. E dobbiamo tener conto - ha concluso sportivamente il ministro - anche di quelle». Tremonti dunque se l'è cavata. Ma la politica ha da tempo perso la sua sacralità. Tanto che ieri, a prescidere dalla telecamere, ve¬ dendo il ministro, ima donnetta gh ha gridato dietro sollevando la horsa della spesa: «A' Tremò, due etti dì puntarelle, 9 mila lire!». Ora: non esiste ovviamente un misuratore di intangibilità, però ieri sera si è infranta quella, fino a qualche tempo fa indubitabile, che circondava con aura quasi religiosa la Banca d'Italia. E' nei confronti del Govematore infatti che gh agguati di Striscia sì confermano devastanti. E' qualcosa che va al dì là degli sforzi dì Staffelli e investe questioni dì riconoscimento, di legittimità, per certi versi dì democrazia. Ci deve essere un nesso molto forte tra la coscienza che Fazio ha del suo molo di garante dei numeri, della loro realtà, della loro rilevanza nelle tasche dei cittadini, e la più ferma determinazione con cui si rifiuta di accettare il tapiro, cioè dì venire a patti con il potere terribile che orienta l'attenzione e gh sguardi, con il nuovo dominio spettacolare. Anni fa Enrico Cuccia, in fondo, che pure ormai più che novantenne vigilava su un altro santuario della finanza accettò il confronto con il vice-Gabibbo Salvi, e tomano alla mente le immagini straordinarie dì quel signore che camminava a capo chino, con la stessa scultorea indiffe- renza del senatore romano che nel 390 a.C. accolse l'irruzione dei Galli di Brenno. Fazio no: se ne sta chiuso in macchina, protetto, anzi blindato, e dice all'autista «avanti!», senza nemmeno aggiungere «conjuicio».. Forse sbaglia a resistere, costretto a veder logorata trasmissione dopo trasmissione quella sua antica inviolabilità, inseguito da una specie di pauroso pagliaccio acrobafìco con un nugolo dì cameraman al seguito. Forse non shaglia, il Governatore, pontefice del credito (che viene dal verbo «credere») e quindi della fiducia. Comunque è più di un semplice show: .uno scontro terribile, all'altezza dei tempi. Quanto al presidente dell'Abi Sella, quasi patetico nel fare i complimenti alla trasmissione, si può dire che da oggi rischia di essere riconosciuto dalle moltitudini dei telespettatori come quello, che ha investito e mandato (brevemente) in ospedale Staffelli. E' questi, insieme con il burattinaio Rìcci, il vero trionfatore della serata. Recita infatti la crudele legge del tapiroforo (e dello spettacolo pohtico): «Le botte ricevute e documentate dalle immagini sono minuti dì trasmissione, mentre quelle fuori onda sono solo giorni di ospedale». Su tale base Staffelli ha scritto dì recente un libro dì 250 pagine, bello noioso, ma fitto di appostamenti, assalti, mischie, sacrifici e prove fisiche d'inusitata durezza. là sì descrive sotto casa Bossi, la mattina presto con il freddo e la diairea; le dita della mano schiacciate nella portiera dell'auto del presidente Rai Enzo Siciliano; colpito con un tapiro in testa da Sgarbì; spaventato da un inferocito Messner; il servizio dì sicurezza dì D'Alema che lo fa rimbalzare al muro come una palla; l'autista dì Burlando che gh molla un cazzottone in bocca; il caposcorta dì Scalfaro che lo atterra a colpì di karaté. Che s'ha da fare per dissacrare. Le dita schiacciate nell'auto di Siciliano, la trappola a Cuccia, la rissa con Sgarbi e l'attacco di Messner nel curriculum del team di Ricci Un adirato Vittorio Sgarbi restituisce il Tapiro a Staffelli. E' il marzo 2002 Valerio Staffelli con il Tapiro mentre, ieri, cerca di fermare il governatore Fazio che sfila via in macchina Cuccia gabbato dal finto D'Alema, il vicegabibbo Colajanni, nell'aprile '99