«I gatti, portatori della Sars»
«I gatti, portatori della Sars» «MAGLI ESSERI UMANI MALATI SONO MOLTO PIÙ' PERICOLOSI» «I gatti, portatori della Sars» Studio olandese: il virus può infettare specie diverse Maria Chiara Bonazzi LONDRA I gatti domestici e i furetti possono essere portatori della Sars. Un'equipe di scienziati di Rotterdam ha iniettato il letale virus, ottenuto da un paziente morto, in un gruppo di questi animali e ha constatato che i soggetti infettati hanno esibito i sintomi respiratori della malattia e hanno contagiato quelli sani in laboratorio. Ma il rischio preciso per gli esseri umani in questo momento non è chiaro. Ciò che invece appare evidente, ora che i medici esortano a non abbassare la guardia contro un eventuale ritomo della polmonite atipica il prossimo inverno, è che queste specie animali potrebbero essere utili a produrre farmaci antivirali e un vaccino. In uno studio pubblicato dalla rivista britannica Nature il professor Albert Osterhaus, che ha diretto gli esperimenti condotti da un gruppo di scienziatidell'Erasmus medicai centre, ha spiegato che il virus della Sars «è promiscuo: può infettare tante specie diverse, al punto che non è improbabile supporre che sia ancora in giro, in specie diverse, piuttosto che in una soltanto». Il fatto che i gatti domestici possono contrarre la Sars, ha proseguito il professor Osterhaus, «può significare che esiste la possibilità che il virus passi dai gatti agli esseri umani, anche se questo sarebbe un evento raro». Già si sapeva che i gatti del complesso residenziale di Amoy Gardens a Hong Kong, uno dei focolai più terribili dell'epidemia, avevano contratto la Sars. Secondo lo scienziato, la probabilità che un gatto infetti un essere umano è pur sempre inferiore al rischio di contagio tra esseri umani: «Non credo che i gatti siano realmente un vettore del virus, quando vengono infettati sono portatori del virus per un periodo brevissimo,- in realtà gli esseri umani sono molto più pericolosi, quando starnutiscono o lasciano il virus sugli utensili che toccano». Lo spettro della Sars (nel 2003 ha ucciso 750 persone) potrebbe aggirarsi ancora fra di noi. L'altro ieri il dottor James Appleyard, presidente della World medicai association, ha invitato le strutture sanitarie di tutto il mondo a non lasciarsi cogliere impreparate: «È vitale che in questa pausa, prima della prossima possibile ondata di Sars, i sistemi sanitari si irrobustiscano e siano pronti a reagire». Che i gatti e i furetti, carnivori lontanamente imparentati, possano essere infettati così facilmente è la riprova, secondo gli scienziati di Rotterdam, che il coronavirus della Sars è in grado di attaccare un certo numero di specie animali. Il virus estratto dal paziente 5688, morto di Sars, è stato iniettato attraverso la trachea dei sogget¬ ti da laboratorio. Mentre i gatti non sono stati clinicamente male, i furetti sono diventati letargici e uno di questi è morto dopo quattro giorni. Ma tutti gli animali hanno diffuso la Sars dalla laringe, e il virus è stato ritrovato anche nel naso di due gatti domestici. In ogni caso, la Sars ha infettato le vie respiratorie di tutti gli animali contagiati. Si è infatti ammalato anche un gruppo di gatti sani, posto a contatto con i gatti e i furetti infettati. La trasmissione è stata definita «efficiente» dagli scienziati. Gli anticorpi sono stati rinvenuti nell'organismo dei gatti dopo 28 giorni. Il capo dei ricercatori «Quando vengono infettati sono a forte rischio soltanto per un periodo molto breve» L'esperimento pubblicato sulla rivista «Nature» è stato condotto anche su un gruppo di furetti Il rischio che il virus della polmonite atipica passi da un gatto domestico al padrone è molto basso
Persone citate: Albert Osterhaus, James Appleyard, Maria Chiara Bonazzi, Osterhaus
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