Milan-Juventus il derby d'Europa tra sfide e ricordi

Milan-Juventus il derby d'Europa tra sfide e ricordi BIANCONERO E' Milyan-Juventus il derby d'Europa tra sfide e ricordi Darwin Pastorin MILAN-JUVE in un caleidoscopio di ricordi ed emozioni: il colpo di tacco di Roberto Bettega a Cudicini, il 6-1 del primo Lippi con le doppiette di Amoruso e Vieri, le vittorie nel trofeo Berlusconi. Col tempo, questa sfida è diventata il derby d'Europa, forse del mondo. Nell'ultima Champions League, il fato non ci ha voluto sorridere: nell'ingorgo dei rigori sono stati i rossoneri a innalzare i peana. Brucia quella sconfitta, come mia remota cicatrice. Un segno che, comunque, resta. Il tempo, però, conforta: e siamo pronti per la rivincita, nel contesto di una sfida diventata infinita, con amichevoli in giro per i continenti. I bianconeri, poi, come il Manchester United, possono contare tifosi in ogni anfratto del pianeta. Juventus vuol dire un'eterna giovinezza, ima passione che si rinnova, è stile e stiletto, un linguaggio universale. Con giocatori che permettono alla leggenda di consolidarsi. Ma avete visto Buffon contro il Brescia? Ha ipnotizzato Roberto Raggio. Lo ha guardato negli occhi e il Codmo si è smarrito. Poi, il capolavoro di Nedved: in quella semigirata è racchiusa tutta l'essenza del football. Istinto, potenza, classe, bellezza, perfezione. Un ulteriore passo in avanti verso il «Pallone d'Oro». Ripeto: siamo davanti al giocatore moderno per antonomasia, al professionista impeccabile. Per lui il pallone è filosofia e cultura, un sentimento che è anche mestiere. Alex Del Piero, ecco la lieta novella, è ormai pronto al rientro, non a San Siro, ma per i prossimi impegni: Pinturicchio ha trovato in maradonino Miccoli un suo alter-ego, un suo specchio limpido. Che bella Juve, che stagione tutta da godere! Milan-Juve è alla soglie, in un gozzaniano riverbero. Siamo all'andata della finale-scudetto. Lippi ha studiato mosse e contromosse, saprà come conquistare Milano e regalarci un altro volo d'aquilone. Un altro sogno possibile. E al mio amico Massimo Gramellini, dico: Roberto ha avuto il suo striscione. Perché il tifo deve essere generosità e cuore. Non soltanto «nebbia» (per dirla con Alpino). E' bello pensare a una nuova civiltà da stadio, fermo restando le divisioni, il campanile: ma ci sono bandiere più alte. Le bandiere della solidarietà, della comprensione, del rispetto reciproco. Il colpo di tacco di Bettega a Cudicini, le vittorie nel trofeo Berlusconi. Lippi ha studiato mosse e contromosse, lui sa come conquistare S. Siro e regalarci un altro volo d'aquilone

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