Cliniche private, l'affondo dei ds «Troppi soldi a un unico gruppo»

Cliniche private, l'affondo dei ds «Troppi soldi a un unico gruppo» ALLE CASE DI CURA DEL POLICLINICO DI MONZA IL 500 PER CENTO IN PIÙ DI FONDI REGIONALI IN 5 ANNI Cliniche private, l'affondo dei ds «Troppi soldi a un unico gruppo» Maurizio Tropeano «A partire dal 1997 la regione Piemonte ha deliberatamente aumentato il finanziamento alla cliniche private mentre contestualmente diminuiva il budget imposto alle strutture pubbliche. Il rapporto con i privati è stato gestito con modalità caotiche che lanno permesso alle cliniche di agire ad libitum e cioè di produrre servizi sanitari e fatturare a pie di Usta. In questo contesto c'è un gruppo di cliniche che ha ottenuto in cinque anni un incremento dei fondi regionali pari al 500 per cento a fronte di un aumento medio del 3 per cento». Giuliana Manica, capogruppo dei Ds in Consiglio regionale, sintetizza così i risultati di questo «libro bianco» sul rapporto pubblico-privato nella sanità presentato ieri. Chi sono questi privati? «I dati evidenziano come uno dei maggiori beneficiari di questa situazione - precisa Pietro Marcenaro - sia il gruppo che fa capo al Policlinico di Monza che controlla in Piemonte le cliniche Eporediese, Santa Rita di Vercelli, San Gaudenzio di Novara e Città di Alessandria». Poi arriva l'affondo del segretario regionale della Quercia: «La casa di cura Città di Alessandria vede uno dei suoi rappresentanti, il dottor Giancarlo Perla, alla presidenza regionale dell'Associazione Ospedaliera Privata, che raggruppa una parte delle case di cura non pubbliche. Lo stesso Perla è stato indicato ad Alleanza Nazionale, il partito dell'assessore alla sanità Antonio D'Ambrosio, come componente del Coresa, il Consiglio regionale sanitario che ha il compito di dare il suo parere consultivo anche in materia di accreditamento delle strutture sia private che pubbliche». Proviamo a ricostruire la vicen- da attraverso i numeri. Nel 1997 le risorse erogate dalla Regione a tutte le cliniche private ammontavano a 161 milioni e 220 mila euro. Nel 2002 la cifra è salita a 225 milioni e rotti con un incremento complessivo del 39,6 per cento. Nel 1997 i fondi stanziati per il gruppo del Policlinico di Monza superavano di poco i 6 milioni e rappresentavano il 3,76 per cento di tutta la quota regionale. L'anno scorso la Regione ha pagato a questo gruppo oltre 36 milioni e mezzo (il 16,22 per cento dell'intera quota regionale) con un aumento del 500 per cento. «Un ruolo centrale in questa crescita lo gioca la cardiochirurgia - precisa Manica - attività garantita dalla San Gaudenzio e dalla Città di Alessandria». Ecco i numeri: l'incremento complessivo a partire dal 1998 è stato di oltre 14 milioni, pari al 55 per cento. Metà di queste risorse sono state assorbite dalla Città di Alessandria (+ 170 per cento) mentre alla San Gaudenzio sono arrivati quasi 5 milioni ^ 78,9 per cento). Secondo i Ds (alla conferenza stampa hanno partecipato anche i consiglieri Muliere, Placido, Riggio e Suino) il nuovo accordo con le associazioni private firmato nei giomi scorsi dall'assessore D'Ambrosio e dal presidente Per- la per conto dell'Aiop, non cambia la situazione. «Nell'intesa - precisa la Manica - si elencano le strutture che hanno ottenuto l'accreditamento definitivo e così apprendiamo che le case di cura Cellini e Villa Igea hanno anch'esse ottenuto l'accreditamento definitivo anche se non presentano, così come scritto nell'intesa, tutti i requisiti strutturali, organizzativi e impiantistici previsti dalle procedure di accreditamento». Non solo. «La Cellini fino a quel momento non compare nemmeno nelle tabelle delle risorse erogate dalla Regione perché non è provvisoriamente accreditata». Manica ricorda ancora che «dal giugno del 2002 tutte le carte sono sul tavolo anche della Procura della Repubblica di Novara e Torino e della Corte dei Conti». Per la capogruppo dei Ds «è evidente che su tutta la questione aleggia come un fantasma l'accreditamento». Sulle modalità di accreditamento delle strutture private stanno indagando anche i pubblici ministeri Furlan e Storari nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto del direttore generale del Controllo delle Attività Sanitarie, Ciriaco Ferro. Nel mirino della Quercia un rappresentante della società milanese nominato da An nel Coresa regionale «Alcune strutture hanno ottenuto l'accreditamento pur senza avere i requisiti di legge» Medici in sala operatoria: secondo i ds, la cardiochirurgia ha un ruolo centrale nella crescita dei privati