Festeggiato Alessi leader autonomista

Festeggiato Alessi leader autonomista IL «MONUMENTO» DI STORIA SICILIANA HA 98 ANNI Festeggiato Alessi leader autonomista ROMA «Mi sembrava di essere tornato giovane inviato dell'Espresso quando andavo in Sicilia nel dopoguerra per raccontare il milazzismo e cenavo con quei personaggi tenebrosi...». E ieri Lino Jannuzzi, senatore di Forza Itaha, si è trovato di nuovo attorno ad un tavolo con alcuni di quei personaggi ((tenebrosi», democristiani e comunisti, che diedero vita al movimento dell'autonomismo siciliano. L'occasione è stata la festa di compleanno per i 98 anni di Giuseppe Alessi, monumento vivente della storia siciliana: nel 1918 aCaltanissetta era seguace di DonSturzo (suo concittadino e fondatore del Partito popolare), poi antifascista e organizzatore nel '44 della De nell'isola, primo presidente del governo e dell'Assemblea regionale, oltre a numerosi incarichi di prestigio a livello nazionale. Attorno, al ristorante Charleston di Mondello, si sono riuniti altri protagonisti di quella stagione pohtica tormentata ed eccezionale come l'indipendentista Mimi La Caverà e i leader comunisti di allora Ludovico Corrao ed Emanuele Macaluso. C'erano anche il governatore Totò Cuffaro e il presidente dell'Ars Guido Lo Porto che dedicherà una sala di Palazzo D'Orleans ad Alessi e pubblicherà in un volume tutti i suoi scritti e discorsi. E chissà se verrà inserito anche il discorso che Alessi ha fatto durante il brindisi Un discorso che forse avrà messo in imbarazzo Cuffaro e Lo Porto quando il vecchio leader De ha detto che oggi sono «decaduti» i poteri autonomistici che sono previsti dallo Statuto siciliano, proprio mentre si parla di federalismo e devoluzione. «E' un po' sordo ma è ancora Giuseppe Al ssi lucidissimo», assicura Jannuzzi il quale ricorda che nel '69 Alessi era presidente della commissione parlamentare sul caso Sifar-De Lorenzo e lui venne convocato come testimone per l'inchiesta giornalistica fatta in tandem con Eugenio Scalfari. Bicordi ed emozioni forti anche per Macaluso che lo conobbe sessanta anni fa a Caltanissetta durante il fascismo: ((Andainelsuo studio legale per chiedergli soldi che dovevano servire a finanziare la stampa clandestina. Mi diede 5 lire, che allora era una grande somma. Da allora, anche se avversari politici nel dopoguerra, abbiamo sempre avuto un rapporto di profondo - rispetto e amicizia. Lui - spiega Macaluso - non faceva parte del movimento del milazzismo, ma non ubbidiva a Fanf ani. Dicevadi voler sempre servire la sua coscienza autonomista». Ma ieri non si è parlato solo di pohtica, non è stato un incontro solo della memoria. Si è scherzato molto sul necrologio che Gianfranco Micciche aveva fatto pubblicare sul Giornale di Sicilia, pensando che il nonno morto di una sua collaboratrice assente a lavoro per lutto familiare fosse Alessi. Il quale ha raccontato che il viceministro per l'Economia lo chiamò per scusarsi dell'equivoco e per rompere il ghiaccio gh disse: «Chi non muore si risente». E Alessi: «Ehi, giovanotto, non abbia fretta che ancora devo arrivare a cent'anni!». «E' un personaggio formidabile», dicono Macaluso e Jannuzzi il quale, quando ha sentito che all'incontro c'era anche Bernardo Mattarella, ha esclamato «ma allora é il pranzo dei resuscitati». Masi trattava del nipote del vecchio leader De siciliano, figlio di Piei-santi ucciso dalla mafia. (a.l.m] Giuseppe Alessi

Luoghi citati: Caltanissetta, Roma, Sicilia