Terrorismo islamico, «cellula» a Cassino

Terrorismo islamico, «cellula» a Cassino Terrorismo islamico, «cellula» a Cassino Arrestati due nordafricani e un italiano, sette le persone denunciate PROSINONE Non avevano ordini di compiere attentati ma di favorire lingresso in Itaha di altri connazionali per procurare finanziamenti ad un movimento fondamentalista islamico due algerini arrestati ieri dalla Digos di Prosinone a Cassino. Lo ha detto il questore Salvatore Margherito illustrando l'arresto di due nordafricani e di un italiano e la denuncia di altri sette extracomunitari, tra cui algerini, marocchini e tunisini, accusati di far parte di una «cellula dormiente» del fondamentalismo islamico. Altre persone sono sfuggite alla cattura e ora vengono ricercate. Gh ordini di custodia cautelare emessi dal gip del tribunale di Cassino Francesco Galli riguardano Jousef Millet e Arioua Abdelmajid, che abitano a Cassino da anni e nelle cui abitazioni, al centro della città, secondo gh investigatori c'era la base della cellula. Millet, 40 anni, sposato e due figli, gestiva una macelleria a Napoh ed era in carcere dal giugno scorso, in base ad un ordine di cattura intemazionale emesso dalla magistratura del suo paese dove era stato condannato a 20 anni per banda annata. Abdelmajid, di 40 anni, è un operaio edile. Il terzo finito in carcere è Armando Canzano, di 38 anni, titolare di una pescheria a Cassino. Per i tre arrestati e i denunciati, l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e al procacciamento di docu¬ menti falsi. Secondo l'accusa della Digos di Prosinone, che da tempo seguiva l'attività del gruppo di algerini, Millet avrebbe costituito un'organizzazione che si occupava dell'ingresso di immigrazione clandestina e della contraffazione di documenti per ottenere i permessi di soggiorno e un lavoro ai connazionali. In particolare Canzano è accusato di aver fornito false dichiarazioni di assunzioni per una ventina di extracomunitari. Secondo gli investigatori la presunta cellula di estremisti algerini si autofinanziava con attività lecite come macellerie e con le pratiche per ottenere i permessi di soggiorno. I clandestini pagavano ai due algerini 3.500 euro per avere i documenti, [r.cri.]

Persone citate: Abdelmajid, Arioua Abdelmajid, Armando Canzano, Francesco Galli, Jousef Millet, Millet, Salvatore Margherito

Luoghi citati: Cassino