Il rap italo-tosto di Frankie Hi-NRG
Il rap italo-tosto di Frankie Hi-NRG INCONTRO CON L'HIP-HOPPER TORINESE CHE PUBBLICA IL NUOVO ALBUM «ERO UN AUTARCHICO» Il rap italo-tosto di Frankie Hi-NRG «Canto con Franca Valeri; Foà e la Cortellesi» Marinella Venegonl Frankie Hi-NRG MG, per comodità (e per salvezza nostra) solo Frankie, è il rapper più rigoroso e accreditato sulla scena italiana; che non soffra di horror vacui, si evince dai 6 anni che sono passati dall'ultimo od «La corte dei miracoli», un successone. Il suo terzo lavoro, «Ero un autarchico» - che uscirà venerdì, seguito da un tour con debutto il 13 novembre a Verona - è un accumulo di urgenze, con 17 tracce nelle quali alla sua consueta maniera e con alcuni friends come Franca Valeri, Arnoldo Foà, Pacifico, Paola Cortellesi, prende di mira l'eterna attualità in modo originale e stimolante: «Rap lamento» usa lo stacco musicale della Domenica Sportiva per stigmatizzare il linguaggio da bar che accomuna politica e calcio, «Gli accontentabili» è una reprimenda sulle schiave degli acquisti; «L'inutile» con una scatenata Cortellesi, elenca le logiche perdenti di certa discografia; «Anima nera», a quattro mani con Pacifico che canta anche, è dedicata agli ambiziosi ad ogni costo. Ma l'interesse onnivoro che il rapper torinese nutre per la parola registrata, gli fa usare una lezione di yoga con sottofondo hip-hop, o discorsi di folle in piazza, o la bella intonazione di Foà: e voci umane manipolate come pezzi musicali, sembrano invitare a guardarci dalle manipolazioni quotidiane. Perché non è più un autarchico, Frankie? «Il titolo significa che non posso perseguire l'autarchia come singolo, mentre lo posso fare consorziandomi con gente diversa come idee ma con strumenti idonei: tutti quanti imiti dall'amore nel fare bene una cosa, non per guadagnare. Si potrebbe intitolare anche "Noi siamo gli autarchici", e mi posso immaginare che il Nanni Moretti di "Io sono un autarchico", essendo ora promotore di alcune delle idee pohtiche più interessanti del momento, possa dire "Noi siamo autarchici" nel momento in cui stringe nei girotondi mani sconosciute, ma animate da obiettivi comuni». Che c'entrano con il rap i due grandi vecchi del teatro italiano. Franca Valeri e Arnoldo Foa? «Sono due persone squisite. Colleziono dischi in cui c'è gente che parla: il primo era di mia madre, di quando avevo 4 anni: c'è Elena Melik che spiegava come ci si trucca, con la musica: svtrreale. Foà mi sembra uno tipo bello tosto: nel '74 discettava sull'inutilità dell'abrogazione della legge sul divorzio, in studio con il taglia-ecuci abbiamo creato un discorso diverso, nel quale lui s'è pienamente riconosciuto. Franca Valeri poi ha sempre messo il buon gusto, il garbo, l'intelligenza al servizio della comunicazione, facen¬ do ridere; ci ha fatto capire che messaggi tosti possono passare se sono pungenti ma potabili». «Rap Lamento» torna apertamente a parlare contro «fasci» e «squadracce». «Io mi aspetto risposte intelligenti da destra come da sinistra: invece arrivano proposte furbette, come quella di equiparare droghe leggere e pesanti, contrapposte nel giro di una settimana all' idea di estendere il voto agli immigrati. Si spiazza così la cosiddetta opposizione. Mi spaventa che ci siano milioni di piazzette Venezia nei salotti, mi spaventano l'opposizione che non sembra animata da un intento comune: stanno dietro a piccole beghe da condominio, mentre crolla il palazzo. Ho cercato dunque una maniera sarcastica per proporre la crisi della scena pohtica». Perché sei anni di silenzio? «Ho fatto altre cose. La quantità di testi dentro questo album è pari a cinque dischi di pop italiano, il cui malcostume è rappresentato da artisti che hanno scritto 2 canzoni, 1 allegra e una triste, e da anni fanno la cover di se stessi». Come sta il rap italiano? «Sono sempre stato esterno alla scena. Mi viene da dire che il rap italiano non è pervenuto. Quel che mi capita di sentire non mi piace, è quanto meno superficiale; il mighor pezzo rap degli ultimi tempi è "Il mio nemico" di Silvestri, che non è un rap». Che pensa di 50 Cent? «Mentre Eminem è molto bravo, lui è noioso: lo chiamerei "stereotipop"». Il rappertorinese Frankie Hi-NRG MC
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