Capitali in fuga da Mosca di Anna Zafesova

Capitali in fuga da Mosca LUNEDI'MERCATI A PICCO, IERI TIMIDA RIPRESA. GIGANTI USA ALLA FINESTRA Capitali in fuga da Mosca L'effetto Jukos affonda la Borsa ed il rublo Anna Zafesova MOSCA E' stato un lunedì nero, quello del 27 ottobre, per la Borsa di Mosca. Dopo l'arresto, sabato scorso, di Mikhail Khodorkovskij - presidente della Jukos, la maggiore società del Paese e russo più ricco - le previsioni per il primo giorno di scambi erano fosche, ma la realtà ha superato le aspettative più pessimiste. L'indice RTS, che appena la settimana scorsa aveva superato la quota record di 600 punti, è crollato a 535, perdendo il 10 per cento. Un calo drastico, paragonabile soltanto a un altro 27 ottobre nero, quello di cinque anni fa, quando i contraccolpi della crisi asiatica cominciarono a farsi sentire in Russia, portando in pochi mesi al crack finanziario del 1998. Secondo le stime degh esperti, l'arresto dell'oligarca numero uno è costato al Paese circa 17 miliardi di dollari in un solo giorno. Lunedì mattina l'indice del Borsa interbancaria è crollato del 13 per cento in un'ora e mezzo, costringendo a sospendere le contrattazioni. Poco dopo è stata bloccata anche la borsa Rts, dove le azioni della Jukos una delle principah blue chips russe - erano in caduta libera, perdendo il 20 per cento in poche ore. Mentre anche altri titoli perdevano dal 7 al 15 per cento, il panico ha investito anche le contrattazioni in valuta, e solo un massiccio intervento della Banca Centrale (500-600 mihoni di dollari in un solo giorno) ha impedito il collasso della valuta nazionale. Un tracollo spaventoso, che non è stato bloccato dalle"assicurazioni di Vladimir Putin che l'arresto di Khodorkovskij non rappresenta «nessun precedente, tanto meno legato a una revisione delle privatizzazioni». Imprenditori e politici temono che dietro alle accuse di frode e evasione al petrohere (accuse che probabilmente si potrebbero muovere a tutti, senza eccezione, gh oligarchi russi) ci sia una campagna contro il grande busi¬ ness e un'operazione di intimidazione contro i concorrenti politici. Il danno ieri è stato recuperato solo parzialmente: le blue chips sono risalite del 2-8 per cento, il rublo è tornato alle posizioni di venerdì scorso rifacendosi nei confronti del dollaro e dell'euro. Anche i titoh della Jukos sono cresciuti deh'1,6 per cento, un aumento minimo che comunque molti esperti giudicano una «correzione» rispetto al crollo del giorno prima. Uno degh operatori di borsa, a condizioni dì anonimato, ha detto all'agenzia InteT^ox di non escludere un altro crollo dopo una leggera ripresa, «quando sarà chiaro come andrà a finire». Una situazione che ha costretto il premier Mikhail Kasjanov - nonostante Putin abbia esplicitamente ammonito il governo di «non intromettersi nell'isteria» attorno al caso Jukos - a uscire dal silenzio e invocare che «ciascuno faccia il possibile per stabilizzare i mercati». Ma la paura ha paralizzato non solo la finanza: anche gli investitori stanno esitando. Secondo indiscrezioni, i giganti petroliferi ExxonMobu e ChevronTexaco hanno «sospeso» la trattativa per l'acquisto di una quota della Jukos. Un danno per l'immagine del «miracolo russo», dopo che proprio due settimane fa Moqdy's aveva finalmente concesso alla Russia il tanto agognato rating di investimenti (ieri l'agenzia ha fatto sapere di non avere intenzione di rivederlo) e l'indice RTS aveva riguadagnato i livelli precedenti alla crisi del 1998. La carcerazione dell'uomo più ricco del Paese ha sconvolto questo panorama promettente. La Jukos ha introdotto il «managment d'emergenza», il comando è passato al vicepresidente Steve Teady: il calcolo, evidente, è che la procura non oserà toccare un americano. L'ambasciatore Usa ha già definito un «segnale negativo» l'arresto del petrohere. Preoccupazione che la «troika» dell'Unione Europea, visitando ieri Mosca, non sembra condividere: il ministro degh Esteri italiano Franco Frattini ha definito la vicenda «assolutamente interna» alla Russia che non influenza i rapporti tra Mosca e l'Ue. Mikhail Khodorkovskij, presidente del gigante petrolifero russo Jokos. Il suo arresto, avvenuto sabato scorso, ha avuto un pesantissimo impatto sul mercato azionario russo e sul cambio del rublo

Persone citate: Franco Frattini, Khodorkovskij, Mikhail Kasjanov, Mikhail Khodorkovskij, Putin, Steve Teady, Vladimir Putin

Luoghi citati: Mosca, Russia, Usa