Banche, il risiyko non è finito di Ugo Bertone

Banche, il risiyko non è finito ISTRUZIONI PER TRARRE PROFITTO DALLE GRANDI MANOVRE DEL CREDITO Banche, il risiyko non è finito Da Unicreditalle Popolari, le pagelle degli analisti Ugo Bertone I conti del terzo trimestre saranno approvati solo nelle prossime settimane. Ma l'opinione degli esperti è unanime: il 2003 si conclude in modo positivo per il sistema bancario italiano, anche se, nel corso dei mesi passati, si sono moltiplicate le operazioni sul capitale, l'offerta di spin-off immobiliari, le aggregazioni tra pari o le acquisizioni. Buona parte delle banche hanno migliorato sia la propria performance economica che i «ratios» patrimoniali, ovvero quei coefficienti di solidità che saranno più rigidi dopo l'entrata in vigore dell' accordo di Basilea 2. Certo, come rileva il recente rapporto di Prometeia, è probabile che il roe (il return on equity, ovvero la redditività del capitale investito) non superi in media il 7Va contro il Jfi'ib di un anno fa. Ma questo è dovuto, spiegano gli autori, più all'aumento dei mezzi propri che al calo della redditività, anche se il margine di interesse per il 2003 dovrebbe registrare una lieve contrazione (-0,307o) in parallelo con la limitata crescita economica. Ma le statistiche lasciano il tempo che trovano. Ciò die conta è che il sistema bancario è tutt'altro che stabilizzato. Nei prossimi anni ci saranno banche «vincentì», capaci far da polo aggregante, e banche che non riusciranno a raggiungere i propri obiettivi di sviluppo. Anche il mondo bancario, al pari dell'industria, soffre la sindrome del «nanismo». Nonostante la «rivoluzione» di questi anni, infatti, il livello di concentrazione è molto inferiore a quello di Francia e Spagna. Perfino Unicredito, il «campione» del credito di casa nostra, l'unica banca italiana con ima capitalizzazione superiore ai 20 miliardi di euro, è peraltro al quattordicesimo posto in Europa (se si considera, oltre ad Eurolandia, anche la Svizzera). Banca Intesa, frutto della concentrazione tra alcune delle maggiori banche italiane, è comunque meno della metà, in quanto a taglia, dei tre principali istituti del Vecchio Continente. Al contrario, in Italia esiste un numero elevato di istituti che in Borsa valgono tra i 2 e i 20 miliardi; ma se prendiamo i 5 Paesi più importanti della Uè, la capitalizzazione delle banche della Penisola non supera il 150Zo mentre il numero delle aziende di credito è quasi il doppio, il 2907o del totale, a dimostrazione delle esigue dimensioni medie delle banche. Per di più, coma ha sottolineato lo stesso governatore della Banca d'Italia, e necessario che acceleri l'aggregazione tra le banche Popolari, magari attraverso quel processo di scambio carta contro carta le nozze tra Popolare di Milano e di Alessandria. All'appello, dopo le fortunate aggregazioni Novara-Verona e Bpu (Bergampo più Popolare Commercio e Industria), sono ora chiamate la Popolare Lodi e, soprattutto, la Popolare dell'Emilia Romagna, cassaforte ricca di Modena. Ma come trarre profitto dall'aggregazione delle grandi banche? La mappa delle possibili aggregazioni non può che partire da Unicredito, forte delle sue sette banche locali nell'Est Europa (prima fra tutte Banca Pekao, la seconda istituzione polacca). L'istituto, per gli analisti, si conferma intanto la vera stella del credito: per Merrill Lynch è «buy» a un target price di 4,80 euro, Ubs ha fatto altrettanto con un prezzo di 5 euro e Fox-Pitt Kelton ha mantenuto un «outperfonn» con un prezzo obiettivo di 4,90. Il colosso guidato da Alessandro Profumo, secondo il tam tam di piazza Affari, ha accarezzato l'idea di . un'aggregazione con il Sanpaolo Imi. Ma alla fine il progetto è stato accantonato: al di là delle ' difficoltà politiche (è nota la mancanza di feeling tra gli «ulivisti» di Piazza Cordusio e u governo), c'è soprattutto un problema di natura industriale. Troppe sovrapposi' zioni di sportelli in Piemonte (dove l'istituto di Profumo ha ereditato gli sportelli della Crt), in Emilia e nel Nordest; troppo alto quindi il rischio di una vertenza interminabile con l'Antitrust. Abbandonato il progetto Sanpaolo Imi, una delle aziende più apprezzate (uno studio di Jp Morgan oltre ad alzare il fair value del titolo ali euro per azione dai 7,5 euro precedenti, consiglia i clienti di aumentare a «overweight» da «neutral» il peso delle azioni grazie al rialzo del 140Zo delle stime di utile per azione) Piazza Cordusio sta tornando a concentrarsi su un'operazione di cui il mercato e la stampa si sono a lungo esercitati: quella con la Banca nazionale del Lavoro. La posizione ufficiale di Bnl, espressa dal presidente Luigi Abete, è che l'istituto romano «sta bene così come sta», cioè da solo. Senza alleanze né con Mps né, tantomeno, con Capitalia. Il tentativo degli azionisti-imprenditori (Diego Della Valle per Bnl, Emilio Gnutti e Francesco Caltagirone sul fronte Mps) di creare un ponte tra i due istituti sono andati per ora a vuoto.Ma per gli analisti la situazione attuale non è sostenibile. Dresdner ha conservato il giudizio di «add» su Bnl ed ha rivisto al rialzo il target price a 2,15 euro da 1,7 euro. Là banca d'affari ritiene che l'istituto possa raggiungere un Tier 1 Ratio al 6,}6 nel 2004, anche grazie alla ristrutturazione che i manager stanno realizzando. «Per Bnl però - sostengono gli analisti - riteniamo improbabile una strategia stand alone, a meno di un aumento di capitale. Ci attendiamo inoltre che il management si focalizzi sulle dismissioni delle operazioni intemazionali». Tra tutte le partite aperte quella di Antonveneta è una di quelle die tiene più banco. Il gruppo guidato da Piero Montani fa gola a molti. Finora i segnah di maggiore interesse sono arrivati da Montepaschi, Capitalia e Popolare di Lodi Uno dei titoli preferiti dagli specialisti, infine è Banca Intesa: Pitch ha aumentato il rating Individuai da e a b/c confermando anche i meriti a lungo termine (a+l e a breve (fi) con un outlook stabile. I meriti riflettono la forte posizione sul mercato nazionale dell'istituto guidato da Corrado Passera , il miglioramento dei profitti operativi e lo sviluppo di un vasto piano di riorganizzazione. Le riserve della banca sono «probabilmente adeguate, visto che l'istituto punta a fine 2003 ad un Tierl mighore rispetto a quello registrato a fine primo semestre (6,90Zo)». [Borsa&Finanza] I NUMERI DELLE GRANDI BANCHE ITALIANE Semestrali M. interm. Var. % Utile Var. % Pr/book ■03 ., '03 ■ .. • BNL E IL MIB BANCARIO SANPAOLO E IL MIB BANCARIO 170 160 150 140 130 120 110 100 90 8NL MIB BANCARIO Dati In percentuale 140 130 120 110 100 90 SANPAOLO IM! «w MlB BANCARIO»» Patì in percerituaie

Persone citate: Alessandro Profumo, Corrado Passera, Diego Della Valle, Emilio Gnutti, Francesco Caltagirone, Luigi Abete, Merrill Lynch, Piero Montani, Pitch, Pitt