Tullia Zevi: nessuna immagine deve apparire nelle scuole laiche
Tullia Zevi: nessuna immagine deve apparire nelle scuole laiche GLI EBREI Tullia Zevi: nessuna immagine deve apparire nelle scuole laiche ROMA Come valuta, signora Tullia Zevi, la sentenza del giudice dell'Aquila? «Non vorrei entrare nel merito della sentenza, di cui non conosco la motivazione, tanto più vista la veemenza delle reazioni. Una polemica che credo si protrarrà a lungo, inacerbendosi. Detto questo, ritengo che nella scuola non dovrebbero esserci simboli, né di un segno né dell'altro. Penso che chi crede fermamente nella laicità dello Stato non possa non ammettere che il problema in Italia esiste. Da molto tempo. E mi pare opportuno creare un filo conduttore fra gh articoli 7 e 8 della Costituzione italiana e la Costituzione europea con cui l'Italia dovrà fare comunque i conti quando verrà approvata». Lei afferma che il problema esiste da molto tempo. Da quando? «Dalla stesura della Costituzione italiana. Ero presidente dell'Unione delle comunità ebraiche e ricordo bene le discussioni di allora. L'articolo 7, che regola i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica rinviando ai Patti Lateranensi - un accordo con una sola religione fatto da Mussolini - inferse un vulnus al principio della laicità di una Repubblica nata dalle ceneri del fascismo. Tanto che per -affermare il pluralismo rehgioso verme fatto seguire dall'articolo 8, secondo il quale tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge e quelle non cattohche hanno diritto ad organizzarsi con propri statuti. I loro rapporti con lo Stato sono regolati da intese con le relative rappresentanze». Il crocifisso nelle scuole però non rientra in quei Patti, che non lo citano. Venne introdotto addirittura prima, con un regio decreto del 1924. «Non importa. Il punto non è il crocifisso in sé ma la disparità fra la religione cattolica e le altre confessioni religiose. Una disparità che esiste. Anche se il 990Zo degh italiani, nominalmente almeno, può direi cattolica, questa religione è l'unica che può essere insegnata nelle scuole in orario curricolare, con insegnanti scelti dalle autorità ecclesiastiche che entrano negli organici senza concorso. Un problema di disparità quindi c'è». Ma le sembra che un problema del genere possa essere risolto da un singolo giudice, o addirittura adesso dagli ispettori del ministero di Giustizia? «Come ho detto, non voghe ad-dentrarmi in un evento attualissi'mo e assai controverso. Dico solo che dobbiamo cercare di vedere la questione alla luce della storia. E' da più di mezzo secolo che se ne discute. E fra un crocifisso sul muro a scuola e l'insegnamento della religione cattolica - non la storia del cristianesimo - un collegamento è innegabile», [m.g.b.] Tullia Zevi
Persone citate: Mussolini, Tullia Zevi
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