Registi e critici sul «Ring» un match fatto di parole di Brunello Vescovi

Registi e critici sul «Ring» un match fatto di parole AD ALESSANDRIA GABRIELE SALVATORES HA CHIUSO LA MANIFESTAZIONE Registi e critici sul «Ring» un match fatto di parole Brunello Vescovi AtESSANDRIA Critici cinematografici in un ring di pugilato per un match dialettico senza esclusione di colpi. E' successo a «Ring», insolito festival al Teatro Comunale di Alessandria: ièri si è chiusa la seconda edizione, dopo il successo della prima, quando Nanni Moretti aveva proposto davanti a una platea gremita la versione teatrale di un episodio mai girato di «Caro Diario». Ieri è toccato a Gabriele Salvatores portare sul palco uno spettacolo ispirato a «Io non ho paura», con cui tenterà la rincorsa all'Oscar. Attraverso letture di passaggi del libro da cui è tratta la pellicola, musiche eseguite dal Quartetto d'Archi di Torino, immagini che scorrevano sullo schermo senza sonoro, Salvatores ha provato a ricreare nel pubbUco le sensazioni provate da un bambino di dieci anni, il protagonista del suo film. E il consenso non è mancato, almeno a giudicare dagli applausi. Prima dello spettacolo è sta¬ to assegnato il premio nazionale «Adelio Ferrerò» a un giovane aspirante critico, Raffaello Alberti di Montevarchi, per il saggio «Alcune osservazioni su lettera da una sconosciuta di Max Ophuls», mentre come miglior recensione è stata designata quella di Alice Sivo di Roma, per «L'ora di religione» di Marco Bellocchio. Dai giovani ai veterani: «Ring» si è chiuso con una gran festa per due grandi esperti del settore come Ermanno Comuzio e Sergio Frosah. Nata per i cinefili, la rassegna ha saputo conquistarsi l'attenzione di un pubblico molto più vasto, merito anche della «spettacolarità» di alcuni dibattiti. Da incorniciare la battuta di Francesco Casetti nel «duello» sul ring con Enrico Ghezzi: «Il tuo motto potrebbe essere "Mi spezzo ma non mi spiego"». Altrettanto acceso il confronto fra Valerio Caprara e Maurizio Cabona: nodo del contendere un certo antiamericanismo di principio nel modo di fare critica. Cabona ha respinto le accuse, piuttosto piccato: 1'«arbitro» Alberto Barbera - in camicia e papillon, come da copione - è intervenuto più volte, temendo che i toni salissero oltre misura. Se le «palestre», ovvero le lezioni mattutine - destinatari soprattutto gli studenti - hanno riscosso molti consensi (tra i relatori anche lo scrittore Alessandro Baricco), i momenticlou sono stati soprattutto alla sera, protagonisti i «pesi massimi». Il primo è stato Mario Martone, che sta concludendo il montaggio del suo nuovo film, «L'odore del sangue», ispiratogli da un romanzo di Goffredo Parise. Martone ha raccontato del suo interessamento per questo testo, di avere cominciato «a lavorarci sopra segretamente», della scoperta che i diritti erano stati acquisiti da Fanny Ardant e ancora dell'entusiastica accettaiione dell'attrice a collaborare con lui in questo progetto. Di Martone sono stati proposti alcuni cortometraggi poco noti, ma molto apprezzati. Così come è stata molto applaudita la serata con i registi Daniele Cipri e Franco Mare- sco, che a Venezia hanno ottenuto grandi consensi per «Il ritomo di Cagliostro»: sul palco sono saliti con la «divina poetessa» Antonietta Scalisi Bonetti, il critico-attore Gregorio NapoU e il musicista Salvatore Bonafede, alternando divertenti interventi a spezzoni di «Cinico tv», programma cult televisivo di qualche anno fa. Grandi risate in sala per un'«Ode a Silvio» nella quale Franco Tirone, mi loro personaggio perennemente in tuta da ciclista, esprimeva giudizi su Silvio Berlusconi con toni da sgangherato opinionista. Superfluo dire che non andò mai in onda. Gabriele Salvatores protagonista dello spettacolo ispirato a «lo non ho paura»

Luoghi citati: Alessandria, Montevarchi, Roma, Torino, Venezia