Arrestato dall'ex Kgb il re del petrolio russo

Arrestato dall'ex Kgb il re del petrolio russo PRESIDENTE DELLA JUKOS, IL COLOSSO NEL MIRINO DA MESI Arrestato dall'ex Kgb il re del petrolio russo Khodorkovskij è considerato l'uomo più ricco del Paese. Gli agenti lo hanno catturato sul suo aereo a Novosibirsk. E accusato di truffa ed evasione, ma in realtà sarebbe considerato un rivale dal Cremlino Anna Zafesova MOSCA La partita dell'uomo più ricco della Russia contro il potere si è conclusa con uno scacco matto, per ora: Mikhail Khodorkovskij, presidente della Jukos, la maggiore società del Paese, è stato arrestato ieri mattina con un blitz scenografico delTFsb (Servizio federale di sicurezza, nuova sigla dell'ex Kgb). Un'operazione da film, con l'aereo del miliardario - atterrato per rifornimento a Novosibirsk durante un volo per Irkutsk - parcheggiato nell'angolo più lontano della pista e circondato da auto con sirene e commando di uomini armati. «Fsb, tutti a terra o spariamo»: e l'oligarca numero uno è stato ammanettato. Formalmente era un fermo, in quanto Khodorkovskij avrebbe ignorato la convocazione per un interrogatorio da parte della Procura generale, ma in poche ore si è trasfonnato in un arresto a tutti gli effetti. Il petrohere è stato trasferito a Mosca - secondo alcune fonti, sarebbe stato anche picchiato brutalmente dagli uomini dell' Fsb che avrebbero infierito su di lui con i calci dei kalashnikov, anche se nei pochi secondi in cui si è visto non sembrava presentare segni evidenti di percosse interrogato in Procura e poi portato in tribunale, dove l'arresto è stato convalidato. Le accuse sono numerose e pesanti: frode, truffa, falso, evasione fiscale, per un totale di 6 articoli del Codice penale (ma la Procura ha fatto sapere che potrebbe non finire qui), un mihardo di dollari di danni allo Stato e 10 anni di pena massima. La Jukos é da mesi al centro di una turbolenta e discussa vicenda giudiziaria, e diversi top manager della compagnia sono già in carcere, indagati oltre che per reati economici anche per omicidio. Non passava giorno senza nuove perquisizioni e arresti che hanno coinvolto anche orfanotrofi sponsorizzati dalla Jukos e uffici di deputati della Duma, nonostante l'immunità parlamentare - e Khodorkovskij, rendendosi conto che il cerchio si stava stringendo attorno a lui, aveva recentemente dichiarato di essere pronto al peggio: «Sono nato e cresciuto in Russia e perciò non posso non mettere in conto la possibilità di finire dentro. Sono pronto». L'oligarca aveva anche fatto capire di non essere disposto a darsi alla fuga, come altri suoi «colleghi» che si erano scontrati con il Cremlino. I magistrati hanno raccolto la sfida e lo spiegamento di forze inviate a Novosibirsk per l'arresto - incluso un commando dell' Fsb, che viene scomodato solo in casi eccezionah e non certo per un evasore - fa capire che non si tratta di un'improvvisazione. La notizia dell'arresto ha avuto l'effetto di una bomba nel mondo politico ed economico di Mosca, e mentre operatori ed esperti pronosticavano un crollo della Borsa pari a quello, memorabile, del 1998, il vertice dell' Unione imprenditori e industriah si è riunito d'urgenza per chiedere a Vladimir Putin di intervenire. La cattura di Khodorkovskij - uno degli imprenditori russi più conosciuti e stimati in Occidente - minaccia infatti di annullare i recenti successi dell'economia del Paese. Appena una settimana fa l'agenzia Moody's ha elevato il rating della Russia e il Cremlino sperava in un aumento degh investimenti. Ma la Banca cen- trale ha registrato un aumento vertiginoso della fuga di capitali: 7,7 miliardi di dollari in tre mesi contro gli 8 di tutto il 2002. Una cifra che riflette la paura del business e che non può essere attribuita a nient'altro che alla vicenda Jukos. E' saltata a questo punto anche la trattativa di Khodorkovskij con le major petrolifere Usa: l'oligarca voleva vendere una parte della sua società, e si dice die Bush padre mpersona ne avesse difeso le ragioni con Putih. Probabilmente u Cremlino ha visto il passaggio della maggiore società russa in mani amencane come ima mmaccra alla sicurezza nazionale. Ma molti commentatori vedono la radice dell'attacco soprattutto nella politica. Padrone di un impero che oltre al petrolio comprende finanziarie, telecomunicazioni, media e perfino un'università, l'appena quarantenne Khodorkovskij non nascondeva ambizioni politiche : oltre a finanziare partiti dell'opposizione liberale (le elezioni alla Duma si terranno tra due mesi), aveva annunciato di voler abbandonare il business nel 2007, proprio quando starà per scadere il secondo mandato di Putin. II magnate petrolifero Mikhail Khodorkovskij, arrestato ieri

Luoghi citati: Mosca, Russia, Usa