Negozi come palcoscenici Il vivace panorama italiano

Negozi come palcoscenici Il vivace panorama italiano Negozi come palcoscenici Il vivace panorama italiano Pisma Sutti Grandi trasfonnazioni si stanno vivendo nel modo di presentare la merce nei negozi e nuove abitudini da affrontare per accontentare anche la clientela intemazionale che viene in Italia a fare shopping. Dalla tradizionale vetrina, che resta sempre la regina dell'impulso all'acquisto, si è passati a vari modi di esporre i prodotti. «La vetrina - dice Nicola Curto presidente della Federazione Nazionale dettaghanti orafi - rappresenta il negozio, la sua filosofìa e ciò che vuole comunicare al pubblico e dovrebbe essere cambiata almeno ogni 15giomi ». Ernesto Hausmann past president della Federazione e la cui azienda romana si è guadagnata dal primo Novecento il titolo di «Orologiaio del Papa» aggiunge «Se non la si cambia con Papa», aggiunge «Se non la si cambia con questa frequenza si può però modificarla perché deve comunicare con il pubbUco. Dobbiamo avere personale competente e dipende da noi formarlo mirando verso l'alto e non verso un appiattimento». E Cinto completa: «Ciò è importante non solo per i prodotti più costosi, ma anche per gli altri; alle spalle di Swatch c'è uno studio molto maggiore di quanto non si pensi e se la gente si ferma vuol dire che la vetrina è fatta bene». Con il visual merchandising inoltre, i prodotti sono esposti per rendere più facile la scelta. Nel mondo orologiero e del gioiello bisogna far sentire al cliente il desiderio di entrare, di vedere, di scegliere e infine di comperare. Se il cliente è europeo gradisce un salottino o un angolo discreto, sé invece è orientale preferirà vedere in piedi la merce proposta. Le grandi Maison da anni hanno scelto di uniformare nel mondo la presentazione dei loro prodotti, ll l porganizzando squadre di vetrmisti alle loro dipendenze, che provvedono ad ambientare la vetrina secondo una logica estetica frutto di attente analisi di mercato. Altri negozianti impiegano vetrinisti diplomati o provvedono in proprio con il loro personale ad una presentazione che generalmente segue uno schema stagionale. Le grandi aziende e i Gruppi orologieri che si propongono in fasce diverse del mercato, hanno iniziato a dotarsi di boutiques monomarca dove espongono una sola marca come ad esempio Omega e Swatch. Sulla strada delle boutiques anche altri marchi, da Franck Muller a Pasquale Brunì, da Damiani a Bulgari a Pianegonda e, fra gli esempi più recenti, inegozi di Locman a Brescia e Firenze. Tornando invece alla tradizione dei negozi che vendono tante marche, Rocca Calderoni sta ristrutturando molti dei suoi punti vendita. A Bari e a Pescara, il nuovo allestimento ha incontrato un vero successo. Non più ambienti di severa eleganza, con mobili scuri e velluti, ma scelte cromatiche e materiali di raffinata semplicità. Fino ad arrivare ai «MONDL) di Louis Vuitton, Hermes, Carrier,. Bulgari e Montblanc, che agli orologi affiancano anche la loro produzione che va dalla pelletteria, all'abbigliamento, agli articoli da scrittura e altro, sempre con oggetti di gran classe, per una clientela intemazionale che conosce perfettamente i prodotti, ma si fa invogliare all'acquisto da un'esposizione accattivante a Roma come a Firenze, a New York come a Pangi. Il negozio quindi resta la maglia più importante della catena tra l'industria e il consumatore. Quest'ultimo ha subito negli ultimi anni una notevole trasformazione; il potere d'acquisto della fascia giovanile si è notevolmente accentuato e nonostante sembri facile conquistarlo è un pubblico che ha delle idee ben precise. Ci sono poi le campagne televisive che influiscono, anche se magari solo momentaneamente, sulle scelte dei ri di i ^i consumatori e di questo i commerc^Tnti sono costretti a tenerne conto. Ciò che piace tantissimo oggi può non interessare più domani. Per fortuna nel mondo orologiero questo non avviene tanto facilmente, certamente la forbice dell'interesse generale verso questa merceologia si è aperta a dismisura e a volte quasi in modo incomprensibile. Non ultima la dislacazione del punto vendita nelle grandi città, ma anche in quelle più piccole si incontrano realtà orologiere che mostrano come il fascino degli strumenti per misurare il tempo si estenda e coinvolga un numero sempre maggiore di persone. Abbiamo già accennato a Hausmann, Omega, Swatch, Muller, Pasquale Bruni, Damiani, Bulgari, Pianegonda, Locman, Rocca Calderoni, Louis Vuitton, Hermes e Montblanc, non vorremmo fare un elenco telefonico, ma guardando una cartina dell'Italia ci vengo guardando una cartina dellItalia ci vengono in mente anche tante realtà in luoghi importanti o più piccoli: Pisa, Verga, Grimoldi a Milano, i Ceccuzzi a Busto Arsizio e Varese, la famiglia Colombo a Casate Nuovo, Boglietti a Biella, Fasoli, Veschetti e i negozi dei Barozzi a Brescia, Cornali a Bergamo, Gassar a Brunice, Taraselo a Roma, Mazzocchia ad Alatri, Brinkmann e B art oh a Napoli, Fecaretta a Catania, Fiorentine a Palermo e, tra i commercianti d'erelegi d'epoca che hanno esposte al Salene dell'Orologio di Vicenza, Maxi Gioielleria a Reggio Emilia, ON Time a Cattohca, Tonetto a Pieve di Sacce, Annibah S-Ce. e H.Wilsderf a Roma, e ancora Ore d'Ore a Novara e Era l'ora a Milane. Un elenco sicuramente incomplete, ma che già dà l'idea di questo fenomeno e soprattutto dell'importanza che riveste in Italia il mende dell'orologeria. E se voghamo sottolineare l'importanza che il nostro mercato ha per la produzione, ricordiamo che viene considerate un mercato test e le che Case orologiere dicene «Se piace in Italia, piace in tutte il mende». il nuovo negozio monomarca locman a Brescia punta sull'elegante arredamento S E' tutto beige il nuovo negozio di Rocca Calderoni nel centro di Bari