«Dubbi» di Pera sul mandato di cattura europeo
«Dubbi» di Pera sul mandato di cattura europeo DOPO IL VIA UBERA DEL PREMIER DAVANTI ALL'EUROPARLAMENTO E I GIUDIZI NEGATIVI DELLA LEGA «Dubbi» di Pera sul mandato di cattura europeo «Salvaguardate le garanzie fondamentali dei cittadini? Bisogna approfondire» ROMA Grande convegno siill'«Idea dell'Europa» ieri in Senato. Intervengono l'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, il vicepresidente della Convenzione Giuliano Amato, Giulio Andreotti. Conclude Marcello Pera. Che coghe l'occasione e dice: «Poiché è in discussione in questi giorni, desidero affrontare la questione del mandato di cattura europeo. Comprendiamo le ragioni sottostanti tale strumento e queUe di sicurezza. Sappiamo che dopo l'II settembre vi sono motivazioni di sicurezza che forse, in certi casi, prevalgono su queUe di garanzia e libertà. Ma siamo davvero sicuri di aver meditato accuratamente su quello strumento che, in maniera a mio giudizio abbastanza veloce e poco approfondita, l'Europa ha approvato e che ora sta consegnando agh Stati nazionah sempre più in difficoltà?». Il dubbio del presidente del Senato, uomo di formazione liberale e garantista, e che nei giorni scorsi sul tema ha anche ascoltato l'ex Guardasigilli Giuliano Vassalli, è se siano trattate in modo adeguato «le garanzie fondamentali dei nostri cittadini, le nostre libertà». E la proposta è quella di trovare «un modo per riflettere, un tempo da spendere per neditare più accuratamente», piuttosto che «essere vittime deUe polemiche politiche che ci impediscono anche di discutere, e per cui chi volesse approfondire l'argomento sarebbe considerato un nemico deh'Europa». Un dubbio, appunto, quello di MarceUo Pera. Perchè poi, nei giorni scorsi al Parlamento europeo, lo stesso Berlusconi ha garantito la pronta ratifica dell'Italia al mandato di cattura europeo. E sul tema, nell'annunciare la riforma del processo civile, è intervenuto ieri anche il Guardasigilli Roberto Castelli. Per precisare che neU'ultima riunione del Consigho dei ministri non se n'è parlato, ma che «il Parlamento itahano arriverà in tempo ad esprimersi su questa vicenda», aggiungendo che «in fondo, in passato, abbiamo varato leggi in tre ore». «Una dichiarazione pericolosa e ambìgua», commenta a caldo dal Arante dell'opposizione la responsabile giustizia dei diesse Anna Finocchiaro: «Non saremo certo noi a sottrarci a una discussione parlamentare sull'argomento, ma ammesso che questa sia possibile visto che a tutt'oggi manca un testo del governo, mentre c'è depositato quello dei diesse, e visto che la maggioranza ha deciso di chiedere un parere della commissione Affari costituzionah sulla confonnità del testo europeo con la nostra Costituzione». Come dire: in realtà, mentre in Europa Berlusconi garantisce la pronta ratifica, in Italia il centrodestra fa melina. Nonostante, dice Finocchiaro, a firmare l'ac- cordo-quadro europeo sia stato proprio lo stesso Castelli. Per questo, continua la parlamentare, «de parole del Guardasigilli ci inquietano, mi pare vogliano dire che in Parlamento la Casa deUe libertà deciderà di non provvedere». E cosa volesse dire veramente Castelli, lo si comprende megho ascoltando Roberto Calderoh, leghista pure lui, e vicepresidente del Senato. Calderoh commenta la sollecitazione di Pera, «il presidente, con la prudenza che gh impone il suo ruolo istituzionale, solleva forti dubbi sulla costituzionalità del mandato di cattura europeo che erano già stati sottolineati dal presidente della commissione Giustizia alla Camera Gaetano Pecorella». Precisa Calderoh che «la Lega è assolutamente contraria al provvedimento», come del resto già. efficacemente detto da Bossi nei giorni scorsi. E questo, per due motivi: «Perchè non è possibile introduire una sorta di reato federale, in modo che un cittadino di uno stato possa essere perseguito da un magistrato di un altro stato per un reato che il nostro ordinamento non prevede come tale». E poi «perché il mandato di cattura europeo calpesta la nostra Costituzione in vari punti». La Lega infatti chiede la «definitiva cancellazione» del provvedimento, poiché si tratta, dice Calderoh, «di un vero e proprio vulnus alla Costituzione». [r. r.] Marcello Pera
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