Vecchi e nuovi Br Il piccolo esercito che manca all'appello

Vecchi e nuovi Br Il piccolo esercito che manca all'appello GLI SCENARI D'INDAGINE TRA FORMAZIONI STORICHE E MODERNE . ''.. : ^: - : : -.:: : :' : : : - - .:' ^ 1 ::.. : : - ^ . y : ■^^•- . . : 1- :i :: ^ - : : - ' . : 'l :. f : : 1 V:.] ^ : ' l ^ : ' : ': '^: :: : ': ' ' :::::-': : : : ..::......^..'.,..:.. ; ',,n.- ' ■i/ analisi Guido Ruoto!© ROMA ALL'APPELLO ne mancano ancora, questo è certo. I latitanti delle Br che fiirono, Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti - toscana la prima, romana la seconda - i regolari che ancora non sono stati individuati, i simpatizzanti e i «raccordi» dei «raccordi» del tempo che fu e che nel frattempo sono diventati i protagonistidel nuovo brigatismo. C'è ancora troppa effervescenza nel mondo dell'eversione, basti pensare al Nord-Est e alla Sardegna, per dire che neUe camere stagne delle stive dell'eversione, isolate dal mare estemo, non c'è più nessuno. E forse è anche illusorio dondolarsi nella certezza che davvero questo è un mondo sconfìtto e neutralizzato che non comunica con l'esterno. E poi mancano all'appello le armi, la pistola che ha ucciso Massimo D'Antona e Marco Biagi, le mitraghette e le pistole utilizzate per le rapine di finanziamento agli uffici postali. Non sono state ancora messe a fuoco tutte le sagome di questo palcoscenico affollato di terroristi proiettati in un futuro di apocalisse che hanno rivendicato la continuità con una tragica stagione passata. E però, i volti di quelle apparse già raccontano la storia delle nuove Brigate L-Rosse- In questa fotografìa di gruppo, natuiMlxiaeiite, il jxpxao piano sperarir'Nadia lioce e Mario.Galesi. Attraverso loro e, probàbilmente, attravèrso Roberto Morandi, arrestato ieri a Firenze, e il romano Marco Mezzasalma che è possibileficostruire davvero la storiaci questo gruppo di killer assassini. Che quando fu rapito e assassinato aveva poco più di vent'anni. Nadia Lioce militava nei gruppi marxisti-leninisti di Foggia, Mario Galesi era immerso nel tumultuoso movimento romano. Di Marco Mezzasalma non c'è traccia del suo passato. Gh anni '80. Pisa, Firenze e Roma. Nadia Lioce abbraccia il movimento pisano, la «Casa dello studente», i comitati di lotta, addirittura «Il Comitato Italia-Nicaragua». Era il 1983 e le Br avevano annunciato la Ritirata strategica da un anno, dopo le retate all'indomani del sequestro Dozier (1982). E' il 1986, il 10 febbraio, quando le Brigate Rosse uccisero a Firenze il sindaco, Landò Conti. Un anno dopo, gh uomini della Digos andarono a perquisire il fiorentino Roberto Morandi che in quegli anni militava «in organizzazioni di lotta» che allora si chiamavano «Comitatiprecari e disoccupatì», «Comitato antimperialista», Cub. I killer di Landò Conti, ancora oggi, non sono mai stati individuati. Firenze, Pisa e Roma. Ieri come oggi. Colpisce il passato che non c'è di un personaggio die potrebbe avere un ruolo importante nelle nuove Br - sicuramente l'ha avuto dal punto di Vecchi e nuovi Br Il piccolo esercito che manca all'appello Latitanti di un tempo, nuovi «regolari», uomini-raccordo si sono spostati, nella continuità, dal triangolo industriale verso Roma vista logistico - Marco Mezzasalma. E' lui, infatti, che dopo il conflitto a fuoco sul Roma-Firenze, dove viene ucciso il sovrintendente della Polfer Emanuele Petri, ferito a morte Mario Galesi e arrestata Nadia lioce, va al covo del Quadrerò per sostituire la chiave. Oppure quello di Paolo ' Broccatelh, che oggi ha 35 armi e che sin dal 1988, appena ventenne, «frequentava» Mario Galesi, sospettato di far parte di quel gruppo «Volante Rossa» che eseguiva attentati incendiari. Mario Galesi, Paolo Broccatelh, e poi Alessandro Costa e Laura Proietti (arrestati) frequentavano tutti un centro sociale (Bhtz). Centri sociali, dunque, il mare dove cercavano di pescare i nuovi terroristi. Emergono, dunque, sagome ben definite che raccontano il presente e lo proiettano nel passato. L'Italia di quegli inizi degh armi '90 guardava altrove. Allo stragismo mafioso, alla «rivoluzione» di Mani Pulite, alle «pulsioni» secessionistiche della Lega. E non vedeva i «raccordi» che crescevano. Le «certezze» investigative dei magistrati di Firenze e Roma lasciano pochi dubbi: è il 18 ottobre del 1992 quando si rimette in moto la macchina infernale che produrrà i mostri di oggi, le nuove Br. Quella notte, a Roma, fallisce l'attentato alla sede della Confindustria, all'Eur. Un attentato che comunque viene rivendicato dai Nuclei comunisti combattenti, gh Ncc. Se si volesse datare la cesura storica tra le vecchie e nuove Br ci si dovrebbe fermare a questa data. Gh Ncc raccolgono il testimone delle Br e quel testimone viene raccolto dalle nuove Br quando uccidono Massimo D'Antona. In realtà, tra il passato e il presente non c'è questa cesura. Nella memoria del palmare sequestrato a Nadia Lioce e Mario Galesi, ci sono le tracce di «una contiguità strategica operativa» tra le Br e il Nucleo di iniziativa proletaria rivoluzionaria, che fir¬ ma l'attentato del 10 aprile del 2001 contro l'Istituto Affari Intemazionali, lai, di via Brunetti, a Roma: «documento rivendicazione e nipr 2 sull'agenda»; «anche l'Istituto affari intemazionah ha tra i contribuenti alla propria fondazione degh interessi statunitensi...». Nipr, Npr, Nac. Sigle impro¬ nunciabili. L'organizzazione delle Brigate Rosse, sono convinti gh investigatori, in realtà comprendeva in sé anche queste altre sigle, protagoniste di altri attentati rivendicati con proprie elaborazioni. Una scelta motivata probabilmente dal fatto che queUe iniziative non hanno una valenza strategica in quanto Bri- gate Rosse. Il Nucleo proletario rivoluzionario, si affaccia sulla scena il 7 luglio del 2000 (D'Antona era già stato assassinato) a Milano, con il fallito attentato alla Cisl. In quella rivendicazione, il Npr attaccò il Patto per Milano a cui aveva lavorato Marco Biagi. E poi i Nipr di via Brunetti. E poi i Nac, l'organizzazione eversiva nata alla fine degh anhi '70 che ricompare nell'aprile del 1999, un mese prima dell'omicidio D'Antona, con gh attentati a sedi romane dei Ds. E dopo, nell'aprile del 2000, con un attentato all'auto della responsabile della filiale romana della società «Obiettivo lavoro». L'Italia dell'omicidio di Marco Biagi è attraversata da forti polemiche, da scioperi imminenti, da manifestazioni imponenti sull'articolo 18 deUo Stato dei lavoratori. C'era stata Genova, il G8, i noglobal, il movimento, gh arresti e i pestaggi. Ma le Br continuano sulla loro strada, sul volersi inserire sulla «contraddizione Stato-Classe». La mitica classe operaia rimane il loro punto di riferimento. E nel documento di rivendicazione dell'omicidio di Marco Biagi, non si fa alcun cenno al G8 di Genova, ai noglobal, ai Disobbedienti, probabilmente «piccoh borghese. Il dissenso, insomma, rimane confinato neUa «critica delle armi». Le nuove Br, dunque, riprendono il cammino nel maggio del 1999, con l'omicidio D'Antona, esattamente dal punto dove era stato interrotto: l'attacco alle . «teste d'uovo» del sistema. Tarantelli è dell'85, poi Ruffihi, 19|88. E prima gli attentati a Giugni e da Empoli. Sono insomma, sempre le stesse. Attente a non sovrapporre i due assi strategici di riferimento: il rapporto «Stato-Classe», «ImperialismoAntimperialismo». Con la «critica della prassi», dunque, le Br mantengono il solcato che le separa da altre sigle, come gh Nta del Nord-Est. Erano nate, le vecchie Br, nel triangolo industriale di MilanoTorino e Genova, agh inizi degh anni '70. Era lì, in quel triangolo, che c'era la «classe operaia». Oggi è Roma il centro dell'iniziativa assassina - anche se materialmente Biagi viene ucciso sotto casa, a Bologna - in quanto è nella capitale che evidentemente lo Stato elabora i rapporti di mediazione pohtica della «borghesia imperialista». Le Br ieri sono state «sradicate». In realtà non hanno mai avuto «radici», anche se le loro hanno cercato di incunearsi negh spazi del nuovo ribellismo politico. Il loro mondo è quello del lavoro precario, degh enti pubblici del terziario povero. Aspirano alla «fabbrica» che non li segue più. Ieri, negh anni 70 e 80, pile di volantini si trovavano negli spogliatoi e sulle «linee» di produzione delle grandi fabbriche. Oggi, le nuove Br mandano i loro comunicati via posta prioritaria o via email. Sono soltanto un gruppo di killer assassini. Pericolosi. Da ieri neutralizzati, anche se non tutti. Le inchieste avanzano anche se forse è illusorio credere di aver davanti un mondo sconfitto e neutralizzato che non comunica con l'esterno Non ci sono ancora le armi, la pistola che ha ucciso i due docenti, le mitragliette usate per le rapine agli uffici postali Lioce e Galesi, e dopo di loro Morandi e Mezzasalma, l'uomo andato al Quadrare per sostituire la chiave del covo, sono cruciali Resta un cono d'ombra su nomi come Giorgieri e Vendetti. Disprezzo per i no global, visti come «piccolo borghesi» Agenti al lavoro nella Via Salaria a Roma, dove il 20 maggio 1999 è stato ucciso Massimo D'Antona