Pista passionale per il canavesano «E' stato ucciso e mutilato in casa» di Angelo Conti

Pista passionale per il canavesano «E' stato ucciso e mutilato in casa» I CARABINIERI DI CASERTA CONVINTI CHE IL DELITTO NON ABBIA LEGAMI CON LA CRIMINALITÀ Pista passionale per il canavesano «E' stato ucciso e mutilato in casa» Angelo Conti Nel Casertano gli omicidi sono all'ordine del giorno. Ed i carabinieri del comando provinciale, pur talvolta senza risolverli, riescono sempre a «fotografare» l'ambiente nel quale sono maturati, che è molto spesso quello della Camorra. Ma alla morte di Massimo Ubert, 42 anni, di Fiorano Canavese, i militari proprio non sanno dare una spiegazione precisa, anclifc se la mutilazione dei genitali è considerato elemento «importante». Almomento la sola pista esclusa è quella della criminalità organizzata, mentre al primo posto delle ipotesi c'è quella passionale. Ma, un passo dopo, s'alza la nebbia. «Il cadavere è stato trovato a Vairano Patenora - spiegano gli uomini che seguono il caso -, in località Pantano, una zona fuori mano, frequentata da prostitute, ma è probabile che Ubert sia stato ucciso da un'altra parte, forse in una della nuove ville che sono nate di recente nella zona residenziale». Alcune delle quali appartengono a pregiudicati camorristi che hanno riparato qui da Napoli, altre a piccoli industriali. Massimo Ubert aveva una relazione con una donna legata a qualcuno di questi piccoli boss ed è stato sorpreso nel pieno di un incontro passionale? Molti elementi raccolti lo fanno pensare. «Non c'è obiettivamente nessuna altra spiegazione plausibile alla mutilazione dei genitali. A cui va anche aggiunto il fatto che, sul luogo delntrovamento del corpo, sono state trovate scarse tracce di sangue. E che i pantaloni, con cui era stato rivestito, sono praticamente intonsi. Tutti fatti che fanno pensare all'Ubert sorpreso seminudo, nel pieno di un rapporto sessuale, e subito massacrato a bastonate. Il corpo sarebbe poi stato rivestito, prima di essere trasportato ed abbandonato. Un aspetto che, alla fine, potrebbe risultare importante nello sviluppo delle indagini è il rogo della Opel Tigra blu del tecnico della Olivetti Tecnost. Si è probabilmente verificato l'il ottobre scorso, ma è al momento difficile capire se si sia trattato di un avvertimento oppure se l'incendio sia stato contestuale all'omicidio, con il cadavere ritrovato solo qualche giorno dopo. E' uno degli interrogativi che dovrà chiarire l'autopsia. C'è poi da lavorare anche sulla salute mentale della vittima. Massimo Ubert assumeva da tempo psicofarmaci e la morte della madre ne aveva peggiorato le condizioni. I primi giorni di luglio, proprio pochi giorni dopo la scomparsa della mamma, se n'era andato da Fiorano e, dieci giorni dopo, il padre Basilio ne aveva denunciata la scomparsa. Poi era stato «controllato» in agosto da ima pattugha della Polstrada nella zona di Arezzo. Ai poliziotti che lo informavano della denuncia del padre aveva risposto: «Ditegli che voghe fare lo zingaro». Gli abiti e le scarpe consunte fanno pensare che si fosse calato sino in fondo nella parte, andando a vivere in un'area geografica profondamente diversa dall'Eporediese e, con la quale non aveva più avuto contatti. Una scelta pericolosa che, alla fine, gli è costata la vita. CA Massimo Ubere, 42 anni, se ne era andato via da Fiorano Canavese nel mese di luglio

Persone citate: Fiorano, Massimo Ubert, Pantano, Ubert

Luoghi citati: Arezzo, Caserta, Fiorano Canavese, Napoli, Vairano Patenora