II deficit tedesco vola oltre il 4% di Francesca Sforza

II deficit tedesco vola oltre il 4%NEL 2004 IL BUCO TOCCA QUOTA 43,5 MILIARDI II deficit tedesco vola oltre il 4 Francesca Sforza corrispondente da BERLINO Secondo un copione ormai consolidato nella politica economica tedesca, è toccato ieri al ministro delle Finanze Hans Eichel dare al paese la cattiva notizia dell'aumentato livello di deficit, mentre il supenninistro dell'Economia e del Lavoro Wolfgang Clement, per non perdere l'aura di positivo ottimismo che ha contraddistinto sin dall'inizio la sua investitura, ha cercato di rassicurare i tedeschi dicendo che «il fondo è stato toccato» e che «si comincia a intravedere la luce della ripresa». Con 43,4 miliardi di euro la Germania tocca il suo massuno storico di deficit, preparandosi eoa a non rispettare, neanche nel 2004, per il terzo anno consecutivo, i criteri previsti dal patto di stabilità. La comunicazione di Eichel è stata breve e concisa, come si fa con tutte le cattive notizie: «Su ciò che non procura gioia, è inutile insistere», ha detto. Prima di dichiarare esattamente a quanto ammonterà il deficit 2004, Eichel vuole attendere le stime sulle entrate previste per fine novembre. Ma sicuramente si andrà oltre il 3,894 di cui si era parlato fino a qualche settimana fa. Le cause sono quelle di sempre: congiuntura debole, alti costi legati all'aumento della disoccupazione, calo delle entrate fiscali, stagnazione perdurante. «Non abbiamo intenzione di aumentare l'Iva», ha però precisato il ministro, smentendo così una notizia uscita la mattina stessa sul quotidiano «Bild». «E' una sciocchezza grossolana - ha commentato Eichel - diffusa da chi spera di difendere il proprio patrimonio sottraendosi ai tagli alle sovvenzioni». Da Bruxelles, la reazione è stata ferma, ma un po' più indulgente che nei confronti della Francia, se non nella sostanza, almeno nel tono: «Dobbiamo analizzare attentamente le cifre prima di fare una valutazione», ha detto il portavoce del Commissario Uè agli affari monetari ed economici Fedro Solbes. A differenza della Francia, la Germania ha rispettato nel 2003 le raccomandazioni del Consigho che chiedevano interventi pari all'1% del Pil. Ma la giustificazione di Bruxelles, secondo cui il deficit tedesco è soprattutto «dovuto agli effetti del Eichel smeun immineaumento dBruxelles rsulla crescima annunc«Non ci sasconti per ntisce nte ell'Iva fa i calcoli ta Uè cia ranno nessuno» ciclo economico» non è sufficiente a far evitare alla Germania (do stesso trattamento riservato alla Francia». «Presto però questa storia della Germania come il fanalino di coda dell'Europa sarà finita», sostiene con decisione il superministro dell'Economia Clement. H peggio è passato, adesso la situazione non può che migliorare. E poco importa che anche in questo caso le previsioni di crescita siano state riviste verso il basso, toccando la soglia minima dello «zero nero». «Dall'inizio del 2004 comincerà la ripresa e avremo ima crescita compresa tra 1'1,7 e il 20Zo», ha annunciato Clement. A condizione però che l'economia americana ricominci a girare e che la realizzazione delle riforme sociali e l'antìcipo della riforma fiscale facciano sentire i primi effetti. Le stime di Bruxelles confennano quanto dichiarato dal superministro: secondo gli ultimi dati del dipartimento economico e monetario della Uè infatti la situazione internazionale è molto più stabile e gli elementi di squilibrio, pur ancora presenti, sono sensibilmente calati. «Segnali incoraggianti di ripresa sono visibili all'orizzonte e si consolideranno nel corso del 2004». Tuttala zona euro dovrebbe conoscere una stagione mighore, registrando una crescita compresa tra lo 0,407o e lo 0,5"}4 nel 2003, per salire airi,7-I,807onel2004, Maarallentare il ritmo - fanno osservare a Bruxelles - non è solo l'economia tedesca con la sua crescita zero. C'è anche la Francia con un pil che scivola allo 0,^ (contro lo 0,50Zo previsto dal governo) e l'Italia che con un beve aumento compreso tra lo 0,3 e lo 0,5 non fa aumentare la media generale. Nel 2004, per tutti e tre i paesi la ripresa dovrebbe portare ad un aumento del pil dell'I,70Zo. Anche Hans Eichel, malgrado le cifre drammatiche che è stato costretto a snocciolare, ha fiducia chela realizzazione delle riforme e il prpgrainma di risanamento avviato dall'inizio del governo daranno i loro frutti. «No, non ho intenzione di dimettermi», ha detto a un giornalista che gli aveva chiesto se non aveva riflettuto su una simile ipotesi. «Né il cancelliere me lo ha mai chiesto come è stato scritto da alcuni giornali». Eichel smentisce un imminente aumento dell'Iva Bruxelles rifa i calcoli sulla crescita Uè ma annuncia «Non ci saranno sconti per nessuno»

Persone citate: Eichel, Hans Eichel, Solbes, Wolfgang Clement