El Greco, modernità del '500

El Greco, modernità del '500 NEWYORK AL METROPOLITAN LA GRANDE RASSEGNA SUL PITTORE CRETESE El Greco, modernità del '500 Fiamma Arditi OTTANTA quadri realizzati fra Creta, Venezia, Roma, Madrid, Toledo raccontano la vita di di Domenikos Theotokopoulos, noto megho come El Greco. La mostra comincia con i primi esperimenti de La sepoltura della Vergine o di San Luca che dipinge la Vergine e il Bambino, realizzati secondo la tradizione delle icone bizantine, e si conclude con L'Adorazione dei Pastori, una delle ultime opere, destinate alla sua tomba. Nel loro insieme descrivono l'evoluzione di questo pittore cresciuto all'incrocio della civiltà ottomana, cristiana, bizantina. Era nato a Creta, nel 1541, ma l'isola non poteva soddisfare la sua ambizione. Sicché a 26 anni salpò per Venezia. Le opere di Tiziano, Tintoretto, Veronese, Bassano, gh indicarono il cammino. Ma a Venezia non c'era spazio per lui. Il giovane greco scalpitava, mirava in alto. Roma era la sua destinazione naturale. Chiese all'amico miniaturista Giulio Clovio di essere presentato al cardinale Alessandro Farnese, il quale non esitò ad ospitarlo nel suo palazzo. Vivere a contatto con l'arte di Michelangelo, morto solo sei anni prima del suo arrivo, nel 1564, servì a stuzzicare le sue idee neoplatoniche, secondo cui l'arte è prodotto dell'immaginazione, non replica della realtà. ARoma si dedicò a perfezionare prospettiva, anatomia, ad ampliare le composizioni. Erano tappe obbligate, anche se poi avrebbe rigettato quel fardello della tradizione in nome di uno stile soltanto suo. In quel periodo gh venne commissionato qualche ritratto, qualche tela votiva, ma niente di più. Troppo poco per placare la sua mania di grandez¬ za. Se aver^ dovuto passare alla storia non era certo lì' che avrebbe lasciato la sua impronta. Ci vollero sei anni per trovare il coraggio di andarsene. E finalmente nel 1576 decise. Tiziano era morto, lasciando vuoto il posto di pittore di corte alla reggia di Filippo IL Tre mesi dopo El Greco si trasferì a Madrid. Il sovrano all'epoca stava allestendo il monastero de l'Escoriai, dove meditava di ritirarsi e gli commissionò subito una pala d'altare. L'adorazione in nome di Gesù, surreale prima del tempo e poco ortodossa non soddisfece quel re intriso di fervore religioso. El Greco se ne andò. A Toledo Diego de Castilla gli aveva commissionato otto tele per la chiesa di Santo Domingo el Antiguo. Da allora, fiiio alla sua morte nel 1614, non smise mai di lavorare. Le commisssioni, per ritratti, pale d'altare gh piovevano ormai da «Veduta di Toledo», collezione privata «La Resurrezione», dal Museo del Prado

Persone citate: Alessandro Farnese, Fiamma Arditi, Greco, Toledo Diego, Veronese