Cézanne & C.

Cézanne & C. Derain, «L'Estaque», 1906 Cézanne & C. Alla ricerca dei colori del Sue Marco Rosei 1 ULTIMA tappadella lunga e intricata sequenza di stanze mmm e stanzette della mostra è dedicata ad un solo quadro, la versione del Museo d'Orsay della Camera di Van Gogh adArles, recuperata a Parigi dal trattato di pace con il Giappone e certamente uno dei soggetti fra i più riprodotti dell'arte moderna: una caratteristica che offre una primaria, ma ovviamente anche costosa, appetibilità nel tipo di megamostre curate da Marco Goldin nella Casa dei Carraresi per conto della Fondazione Cassamarca. Nel suo splendido ed emozio¬ nante isolamento, folgorante di materia blu e azzurra, marrone di legno verniciato e rosso sangue e bianco, con la sedia gialla e verde marcio che sarà un talismano per i pittori di «Corrente», il quadro é affiancato dalla proiezione di una scritta: «Il quadro deh' addio». Potrebbe essere un gesto colloquiale del curatore a tu per tu con ogni singolo rappresentante di quella cultura di massa che di anno in anno ha incoronato le sue iniziative trevigiane. Ma è certamente anche il gesto solipsistico di un appassionato amante dell'arte, quale Goldin senza dubbio è, nel momento della conclusione del suo rapporto con Cassamarca e con quel «boom» del Nord Est di cui ha costituito un singolare ed ecla- tante fenomeno culturale. E' altrettanto singolare che questo avvenga, onore alle armi, proprio nell'occasione in cui la sua vocazione ai grandi numeri abbinati ai grandi nomi e la sua straordinaria capacità di convogliare a Treviso opere anche di grande livello di artisti maggiori e minori di musei e collezioni di tutto il mondo sono per la prima volta al servizio di un progetto fascinoso ma anche di ottimo spessore storico e critico: i colori, le luci, gh spazi del Midi sognati e sublimati dalla pittura francocentrica. All'esordio, l'Oro e l'Azzurro a cui è intitolata la mostra sono ancora di là da venire nell'austerità ritmica, ma densa di realtà, della tripartizione fra grande cielo, netto orizzonte del mare sotto Montpellier e spiaggia in primo piano bruna e verde cupo delle tre Marine dipinte da Courbet poco dopo la metà deU'SOO, al tempo di Bonjour Monsieur Courbet. Nella stessa sala, con geniale idea espositiva, fa da contrappunto, pochi anni più tardi, la modellazione a masse cromatiche, degna di un «fauve», di Fabbriche nei pressi del monte di Cengle di Cézanne. I riflessi d'oro sul mare,la luminosità del¬ l'azzurro nei grandi cieli e sul bianco degli edifici emergono fra gli anni '80 e i '90 nella calata impressionista al Mediterraneo con le Antibes di Boudin e di Monet, che anticipano gh entusiasmi immediatamente successivi di Signac. La sua saletta è perfetta anche dal punto di vista didascalico, con la magica chiarità puntinista, non seconda nemmeno a Seurat, di Cassis del 1889 e con le grandi «taches» delle due Antibes del 1914. Il visitatore le ritrova più avanti nell'unico capolavoro di Matisse in mostra, la veduta orizzontale a volo d'uccello del Porto di Abail del 1905, essendo belle ma di qualità non paragonabile le ulteriori quattro tele nizzarde del primo dopoguerra, che, assieme all'Estaque a Marsiglia di Marquet, sono dense di suggerimenti per i Sei di Torino, soprattutto per Chessa e per Paulucci. Le sfaccettate potenzialità del tema offrono grandi alternative espressive e pittoriche: al confronto fra un celeberrimo capolavoro come Les Alyscamps di Gauguin del Museo d'Orsay e lo stesso soggetto trent'anni dopo dipinto da Vallotton si affianca l'antinomia fra la sotterranea inquietudine solare o notturna delle vedute nizzarde di Munch del 1891 e le orge cromatiche «nabi» di Cross e Valtat, fino alle Bagnanti in riva al mare che nel 1906 preannunciano il De Chirico barocco quanto Sassu. Il visitatore, se la folla ghelo concederà, sarà allora ben preparato ad una lettura ammirata ma non estatica dei 10 Van Gogh, dei 13 Cézanne, per concludere con la saletta mozzafiato deUe cinque tele con la Montagna SainteVictoire di Cézanne e con la serie stupenda degh 11 Bonnard dal 1912 ali 945. E potrà comprendere ad occhi e mente lucidi il bellissimo confronto faccia a faccia fra i Cézanne degli anni 1890 e 1900 e la struttura cubista delle terre brune, dei grigi, dei verdi cupi cézanniani nelle vedute all'Estaque di Braque e di Dufy nel 1908-10 dopo la sfilata delle violenze cromatiche «fauves» del 1905-7 di quelle di Saint-Tropez, di Colhoure, dell'Estaque degh stessi Braque e Dufy e di Marquet, Derain e Othon Friesz. Alla Casa dei Carraresi di Treviso capolavori dai musei di tutto il mondo celebrano l'oro e l'azzurro del Midi sognato e sublimato da una pattuglia di pittori francesi che cambiarono la storia dell'arte L'oro e l'azzurro I colori del sud da Cézanne a Bonnard Trewso, Casa dei Carraresi Da /un. a gio. 9-20, da ven a dom. 9-22 Fino al 7 marzo

Luoghi citati: Giappone, Parigi, Torino, Treviso