Patto a tredici per blindare il 29,5% di Capitalia di Francesco Manacorda

Patto a tredici per blindare il 29,5% di Capitalia ABN AMRO CONFERISCE PER INTERO IL SUO 90Zo ED E' IL SOCIO DI MAGGIOR PESO. IL TITOLO SCENDE ANCORA IN BORSA Patto a tredici per blindare il 29,5% di Capitalia Fatta l'intesa, entra Massimo Moratti. Vittorio Ripa di Meana presidente Francesco Manacorda MILANO Tredici soci stabili - all'ultimo minuto è arrivato anche Massimo Moratti -; Vittorio Ripa di Meana come presidente del patto e pieni poteri a Cesare Geronzi che, oltre ad essere già designato come presidente del consiglio di amministrazione, vede ufficializzata la facoltà di indicare l'amministratore delegato. Termina così, con una riunione durata poco più di un'ora e un accordo che blinda per tre anni il 29,570Zo delle azioni, la lunga marcia per il rinnovo del patto di sindacato Capitalia. Un patto che già nelle prime righe del comunicato emesso ieri sera manda segnah concihanti al management e al mercato, visto che indica come sue finalità lo «stahilizzare l'assetto proprietario e le strategie di lungo periodo supportando l'attuazione del piano industriale 2003-2005», cioè quello messo a punto dall'amministratore delegato Matteo Arpe, e k'unire un gruppo di investitori il cui obiettivo è la creazione di valore a lungo termine per gli azionisti». Per il momento il prezzo dell'unità trovata è una caduta delle attese speculative in Borsa: dopo aver perso il 4,40Zo nella giornata di martedì anche ieri Capitana ha ceduto un altro 2,980Zo. L'accordo tra soci si presenta Muttosto rigido : oltre a ima clausoa di lock-up delle azioni sindacate Der tre anni e alla consueta clausoa di prelazione nell'ipotesi di una cessione - con il consenso di tutti gli altri soci - di quote a terzi, è stato introdotto anche un «divieto di incremento della partecipazione» per gli aderenti. L'assemblea del sindacato, inoltre, delibererà su operazioni straordinarie «come aumenti di capitale, fusioni o scissioni, acquisizioni o dismissioni di partecipazioni o aziende quando le stesse superino una certa soglia». Nel nuovo accordo, affollato di partecipanti, la parte del leone, come è naturale, la fa la Abn Amro, che conferisce interamente la sua quota del 90Zo, incrementata appena la settimana scorsa. Assieme agli olandesi ci sono tutti i nomi di cui si era già parlato nei giorni scorsi (e riportati assieme alle rispettive partecipazioni nella tabella), dalla Regione Siciliana all'emiliana Fondazione Manodori, dalla Pirelli a Fonsai, dalla Toro del gruppo De Agostini a Roberto Colaninno, e una new entry: quella di Massimo Moratti che attraverso la Sirefid si è ritaghato una fettina dello 0,180Zo rafforzando anche, as¬ sieme a Marco Tronchetti Provera, la compagine interista di una banca che ha cuore ed interessi più giallorossi che nerazzurri. Saranno adesso proprio i soci sindacati a proporre il consiglio di amministrazione Capitalia, che per fare posto alla varietà e al numero di soggetti rappresentati si allarga da quindici a diciannove componenti. Abn Amro nominerà tre membri del cda compreso un vicepresidente, presumibilmente Hendrik Adolph Collee- Coenraad, che già oggi ha la stessa carica nel consiglio uscente. Un altro vicepresidente sarà espressione collegiale dei soci che hanno quote non inferiori allo 0,750Zo i quali avranno diritto anche a un consigliere ciascuno. I nomi dei rappresentanti non sono ancora stati indicati ufficialmente, ma pare probabile che ci saranno Totò Cuffaro (Regione Siciliana), Mauro Bigi (Fondazione Manodori), Jonella Ligresti (Premafm), Carlo Puri Negri (PireUi), Roberto Colaninno, Antonio Belloni (Toro), Antonio Angelucci (Tosinvest), Pierluigi Tori (Lamaro) Carlo Colaiacovo (Colacem) e Alfio Marchini. Infine tre amministratori indipendenti saranno scelti concordemente da tutti i soci, senza distinzioni di quota, e un ultimo componente del cda «sarà scelto tra persone di comprovata esperienza bancaria». A guidare il patto come presidente di garanzia sarà Vittorio Ripa di Meana, consighere della stessa Capitalia, dell'Editoriale l'Espresso e - fino al mese scorso anche di Mediobanca. Considerazioni di opportunità hanno evidentemente prevalso alla fine - ma proprio alla fine, visto che poche ore prima della firma dell'accordo la casella della presidenza era ancora vuota - evitando di mettere nella posizione di garante Berardino Libonati, che oggi è presidente della Banca di Roma, o lo stesso Geronzi che ricopre la stessa carica in Capitalia. Proprio Geronzi esce rafforzato dalla nuova intesa tra soci visto che oltre alla sua esplicita designazione come presidente, l'accordo gli attribuisce il potere esclusivo di indicare l'amministratore delegato, come ha fatto proprio nel caso di Arpe. All'interno del consiglio agirà poi un comitato esecutivo di sette componenti, tra cui presidente e amministratore delegato. Il prossimo passo verso i nuovi assetti tocca adesso all'attuale consiglio di Capitalia che lunedì prossimo si presenterà dimissionario, mentre la prima riunione del patto è prevista il 17 novembre.

Luoghi citati: Meana, Milano