Ricostruzione delNraq, a Madrid Torà della verità di Maurizio Molinari
Ricostruzione delNraq, a Madrid Torà della verità GLI USA SPERANO DI RACCOGLIERE 20 MILIARDI. LA RUSSIA: E' UNA NAZIONE RICCA, NON CE' RAGIONE DI FARE REGALI Ricostruzione delNraq, a Madrid Torà della verità Oggi la Conferenza dei donatori, l'Italia verserebbe cento milioni Maurizio Molinari inviato a WASHINGTON Si apre oggi a Madrid la Conferenza dei donatori per aiutare la ricostruzione dell'Iraq. L'amministrazione Bush ritiene che entro il 2007 serviranno 55 miliardi di dollari: 20 sono stati inclusi nelle richieste della Casa Bianca al Congresso, altri 15-18 è previsto che provengano dagli introiti della vendita di greggio iracheno, e dunque l'intento è trovarne 20 appunto a Madrid. Il governo spagnolo lascia intendere che l'obiettivo è anche più ambizioso - 36 miliardi - ma al momento gh unici impegni di rilievo sono giunti dal Giappone (1,5 miliardi, che potrebbero diventare 5 nei prossimi anni), dalla Corea del Sud (200 milioni), dalla Gran Bretagna (825 milioni di dollari), e dalla Spagna (300 mihoni di dollari,) con la Commissione Europea fanalino di coda: un impegno di circa 230 mihoni. Comunque vada, quanto sarà raccolto verrà gestito da un «Fondo donatori» di Onu e Banca Mondiale. Gh Stati Uniti, presenti alla Conferenza con il Segretario di Stato Colin Powell ed il ministro del Tesoro John Snow, contano di ricevere a Madrid sorprese positive da parte dei sauditi e degh Emirati, mentre gh interrogativi maggiori riguardano l'Unione europea. La notizia che il governo italiano sarebbe disponibile a versare almeno 100 mihoni di dollari, circolata con insistenza a Washington, raccoglie l'interesse dell'amministrazione Bush, che spera nei singoli partner dell'Ue per far fronte allo scarso impegno della Commissione europea. A pesare sul basso profilo europeo sono le decisioni assunte dai governi di Berlino e Parigi che, sin dall'indomani dell'approvazione della risoluzione 1511 del Consigho di Sicurezza dell'Onu, hanno annunciato assieme alla Russia di non voler legittimare con interventi finanziari l'occupazione militare dell'Iraq da parte del contingente internazionale guidato dagh Usa. Il ministero degh Esteri tede¬ sco ha fissato il limite massimo di coinvolgimento a 121 mihoni di dollari - 60 dei quali faranno parte del pacchetto della Commissione europea - mentre la Francia ancora non scopre le carte, inviando però una delegazione ridotta, affidata al ministro del Commercio. All'appello dei donatori mancherà di sicuro la Russia: «L'Iraq non è un Paese povero, ha risorse energetiche, agricole e .industriali, per questo non abbiamo pensato a fare doni», sono state le parole del viceministro degh Esteri, Yuri Fedotov. Dietro le resistenze c'è anche la questione del debito ereditato da Saddam Hussein, e valutato fra i 95 e 150 miliardi di dollari, maturato soprattutto nei confronti di Mosca e Parigi, e del quale Washington vorrebbe l'azzeramento per favorire il rilancio economico. «Finora i Paesi europei hanno spesso dichiarato di ritenere importante la ricostruzione - ha affermato ieri il sottosegretario di Stato Usa all'Economia, Alan Larson - e ci attendiamo ora che il loro contributo sia pari alle dichia¬ razioni che hanno rilasciato». A dispetto deUe difficoltà John Taylor, sottosegretario al Tesoro, si dice comunque ottimista: «Coglieremo un risultato molto soddisfacente». Dietro gh umori americani vi sono le promesse di impegno ricevute dai Paesi del Golfo e anche gh annunci attesi dalla Banca Mondiale, che dovrebbe impegnarsi a dare fra i 3,5 ed i 5 miliardi. A complicare la missione madrilena di Powell sono però i disaccordi con il Congresso: dopo la richiesta del Senato di considerare prestiti - e non doni - parte degh aiuti, ieri la Camera ne ha condizionato l'approvazione alla cancellazione del 9007o del debito iracheno, in considerazione del fatto che se ciò non avvenisse si tratterebbe di una cattiva operazione di finanza pubblica. La Casa Bianca ha reagito minacciando il veto contro eventuah leggi che contengano simili clausole, ma il braccio di ferro con Capitol Hill per il momento condiziona gh impegni che Powell si assumerà. Una delle principali arterie di Baghdad: il traffico indica la ripresa dell'attività economica
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