«Il pm ce l'ha con me, non gli parlo più»

«Il pm ce l'ha con me, non gli parlo più» LA PROTESTA DELL'EX ASSESSORE «Il pm ce l'ha con me, non gli parlo più» Brigandì contro Padalino: attendo con fiducia il processo il caso Giorgio Ballano MATTEO Brigandì toma in Procura davanti al magistrato che l'ha fatto arrestare, ma questa volta si rifiuta di parlare. L'interrogatorio era fissato ieri pomeriggio nell'ufficio del pm Andrea Padalino, un incontro disposto dalla Procura per puntualizzare determinati aspetti dell'inchiesta e fare chiarezza su alcuni punti. Ma l'ex assessore regionale leghista, accusato di concorso in truffa ai danni della Regione, è arrivato al sesto piano del Palazzo di Giustizia in compagnia del suo avvocato Mauro Anetrini e ha pronunciato le fatidiche parole: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Fine dell'interrogatorio. Brigandì ha però ritrovato la parola poco dopo con i giornalisti, attaccando frontalmente il pm Padalino. «Rispetto l'opinione del pubblico ministero - ha spiegato l'esponente del Carroccio in un comunicato - il quale però fin dall'inizio di questa spiacevole vicenda, ha manifestato la sua convinzione circa la mia colpevolezza, al punto di divulgare ripetu¬ tamente agli organi di stampa, in corso eh indagine, una tesi accusatoria ben lontana, invece, dall'essere provata». Brigandì ha poi sottolineato il motivo per cui ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere: «Non ritengo utile né per le indagini né per l'accertamento della verità affidare la valutazione del mio operato alla pùbblica accusa, la cui posizione è già chiara, e non al Tribunale». Così facendo, ha aggiunto l'ex assessore, «non intendo assolutamente confutare la legittimazione del pubblico ministero al compimento delle indagini, il cui svolgimento però non desta in me alcuna preoccupazione: contesto, piuttosto, la consistenza degli elementi addotti a mio carico e segnalo la mancanza assoluta di prove». Come aveva già spiegato il giorno della sua scarcerazione, anche ieri Brigandì ha ribadito la speranza di avere al più presto un processo pubblico che gli consenta di chiarire la sua posizione. «Sono stato accusato di aver commesso un reato nella mia veste di pubblico ufficiale - ha concluso il dirigente leghista, che si è definito dispiaciuto ma sereno -. A questo proposito voglio ricordare che io sono, anche e soprattutto, un uomo politico e che, al di là della sofferenza per quanto ho dovuto subire, sono consapevole della necessità di chiarire nel pubblico contraddittorio i fatti per cui è causa. Attendo, dunque, con serenità il processo, che auspico possa essere celebrato in tempi rapidi». Dalla Procura non sono arrivati commenti. Il pm Padalino ha dichiarato di aver preso atto della decisione di Brigandì ed ha proseguito la sua attività d'inchiesta, che almeno per quanto riguarda l'ipotesi di truffa alla Regione per l'alluvione del 1994 è ormai alle battute finali. Rimangono da ultimare alcuni accertamenti, invece, per verificare l'ipotesi di truffa sui risarcimenti del 2000, un capitolo che però non riguarda né Brigandì né Rosso. Il pubblico ministero confida di inviare il rituale avviso di chiusura indagini entro il mese di novembre per poter arrivare all'udienza preliminare entro la fine dell'anno o al più tardi nel gennaio del 2004. Allo stato attuale si profila la richiesta di rinvio a giudizio per Brigandì, per il suo ex segretario Sergio Rosso, per il titolare della Auto Vallere Agostino Tocci e per Luigi Franci- scono, l'agente assicurativo accusato di aver aiutato Tocci a falsificare i documenti per la richiesta dei rimborsi regionali. Per gli altri indagati è probabile che si giunga a una richiesta di archiviazione, mentre verranno stralciati (e andranno avanti per conto loro) i filoni d'indagine relativi alla presunta corruzione di alcuni militari della Guardia di Finanza e agli abusi legati al Comune di Moncaheri. Prima dell'interrogatorio poi abortito - di Brigandì, il pm Padalino ha ascoltato come persona informata dei fatti Alberto Alderisio, portavoce del sottosegretario alla difesa Filippo Berselh. Al centro del colloquio il presunto acquisto di un mezzo militare d'epoca dal titolare della concessionaria Autovallere, Agostino Toc- L'ex assessore della Lega Nord Matteo Brigandì, dimessosi dopo essere stato coinvolto nell'inchiesta del pm Padalino sui rimborsi fasulli dell'alluvione

Luoghi citati: Comune Di Moncaheri