C'è un bunker ad aspettare il Toro di Roberto Condio

C'è un bunker ad aspettare il Toro FERNANDEZ: «NON PIÙ DI 4 SQUADRE FORTI COME NOI, PROMOZIONE CERTA» C'è un bunker ad aspettare il Toro Sabato contro il Napoli che ha subito un gol su azione in 9 gare Roberto Condio TORINO Contro il Napoli, sul neutro di Campobasso, il Toro sabato sera giocherà a porte chiuse. Per i granata sarà sicuramente una storica «prima» senza pùbblico nonché una trasferta scomoda (charter fino a Pescara, poi 150 km in pullman); potrebbe essere anche un importante snodo del loro campionato. Troppo pochi i 4 punti racimolati nelle ultime 5 giornate: urge cambiare marcia, ridare continuità ai risultati positivi. Nel dopoAtalanta l'hanno già detto chiaramente Romero, Zaccarelli e Rossi: «Dobbiamo tornare a vincere, subito». Impresa tutt'altro che semphce, però. Perché il Napoli non è così brutto come lo dipinge il 18" posto in classifica e perché Agostinelli, in bilico già dopo il ko del debutto contro il Como, da quel 7 settembre ha perso soltanto il maledetto derby di Avellino senza poterlo giocare. È la squadra più sparagnina della B, il Napoli: tolto quello 0-3 a tavolino, 6 gol fatti e 6 subiti in 9 partite, peggior attacco e seconda mighore difesa dopo l'Atalanta. Poche, pochissime emozioni con gh azzurri in campo. Quasi tutte, per di più, a bocce ferme. Una sola rete segnata su azione manovrata (Zanini, per 1' 1 -0 di Treviso, unico successo fra 7 pareggi), poi solo tre rigori, una punizione e un'incomata dopo calcio piazzato. Sorprendentemente identico il dettaglio dei gol incassati: tre su sei dal dischetto e uno solo su azione, quello di Riccio nelTl-I cor ;1 Piacenza del 14 settembre. I messaggi per Ezio Rossi, dunque, sono chiarissimi: l'attacco campano è in crisi nera (Savoldi ko, Sesa fuori rosa, Dionigi a secco), ma la difesa (nelle ultime 6 partite bucata solo su rigore o punizione) è praticamente imperforabile. Inoltre, se il Toro è in cerca di rilancio, il Napoli non può pennettersi passi falsi all'iniào di un ciclo terribile che nei prossimi sei turni lo opporrà a tutte le prime 5 della graduatoria (dopo i granata, Caghari, Palermo, Ternana e Atalanta). Insomma, per spuntarla ci vorrà un Toro tostissimo. In grado di sbagliare meno, giocare meglio e magan anche pensare positivo. Proprio come usa fare Mariano Femandez, difensore centrale in continuo progresso. «A Campobasso voghamo vincere - assicura l'argentino - per iniziare a riprenderci i punti lasciati immeritatamente a Bari, Salernitana, Pescara e Atalanta. Vedo troppa preoccupazione nei nostri tifosi per queste 4 sconfitte. Noi, invece, siamo tranquilli: si è perso per sfortuna ma anche per errori che vedremo di non rifare. Stiamo lavorando bene, per centrare la promozione. E sono certo che a giugno saremo in paradiso. Adesso, però, calma e gesso: sembra quasi che il Toro debba essere in serie A già a dicembre. Il campionato è lungo e difficile. Ma non vedo più di 4 squadre al nostro livello. Quindi...». Si è ambientato in fretta, Femandez. In campo e fuori. Il suo carattere socievole lo ha aiutato a trovare amicizie e a imparare l'italiano, Rossi gli ha spianato la strada («Concetti chiari su cosa fare e come giocare»), Fuser gli ha affittato casa. Ferrante gli ha insegnato i trucchi dei nostri attaccanti insuperabili nel trovare rigori, Pinga gh ha dato allegria in campo («Ce ne sono pochi bravi come lui))). Al «Caudillo» mancano solo un gol («Ci provo sempre di più, anche se il Toro mi paga per non fpr segnare ;li altri») e a famiglia. Papà, calciofio sfegatato, dall'Argentina lo ha seguito contro Palermo, Cagliari e Atalanta in diretta online su Internet. «E con l'anno nuovo verrà a Torino». Sperando di trovare il figlio più vicino alla serie A. Mariano Fernandez, 25 anni