«Se mi accadrà qualcosa la colpa sarà di Filippo»

«Se mi accadrà qualcosa la colpa sarà di Filippo» AL FAYED A UN GIORNALE BRITANNICO: FU DIANA A DIRMELO «Se mi accadrà qualcosa la colpa sarà di Filippo» Blair non prevede una nuova inchiesta. L'ufficiale di Scotland Yard che la proteggeva: «Era paranoica, vedeva complotti ovunque» retroscena Maria Chiara Bonazzl LONDRA IL principe Filippo è furibondo con Paul Burrell, il maggiordomo di Diana che ha aperto le cateratte delle rivelazioni sulla principessa con un nuovo libro che 0 «Daily Mirror» sta pubblicando a puntate. All'indomani della rivelazione che Diana temeva di essere ammazzata con un «incidente» d'auto, sono usciti alcuni stralci di lettere che il consorte della regina aveva scritto alla sua tormentata nuora nel 1992, cioè prima della separazione da Carlo. A quanto pare il duca di Edimburgo è particolarmente arrabbiato per la pubblicazione di un passaggio in cui scriveva a Diana: «Non riesco a immaginare che un uomo assennato possa lasciarti per Camilla». Nonostante le parti citate dell' epistolario lascino trapelare un rapporto tra Diana e Filippo piuttosto confidenziale e affettuoso, che smentisce la storia secondo cui tra il marito di Elisabetta e sua nuora non era mai corso buon sangue, Buckingham Pala- ce ha già chiesto all'editore Penguin una copia del volume, con una mossa che potrebbe presagire un'azione legale sulla proprietà deUe lettere. Nel contempo Mohamed al-Fayed, che è tornato alla carica con la sua richiesta di un'inchiesta pubbhca sulla morte di suo figlio Dodi e della principessa, ha detto al «Sun»: «Diana mi disse personalmente durante una vacanza nel Sud della Francia: "Se mi succede qualcosa, fa' in modo che questa gente sia smascherata. Chi sta dietro a queste minacce è il principe Filippo". Mi disse anche che sarebbe successo in elicottero o in macchina». Ma ieri Ken Wharfe, l'ufficiale di Scotland Yard assegnato alla protezione personale di Diana fino al 1993, ha detto allo stesso «Sun»: «Diana era paranoica su complotti inesistenti e io ho dovuto spesso rassicurarla sul fatto che le sue paure non avevano fondamento. Particolarmente dopo la sua separazione da Carlo, si sentiva sottovalutata dalla famiglia reale e pensava che nessuno apprezzasse quello che faceva. Vedeva complotti ovunque». Per Wharfe, la sua morte è stata «un tragico incidente». Neppure Tony Blair vede il motivo per aprire un'inchiesta pubbhca. «Tutti sanno che vi è stata un'esauriente indagine in Francia - ha detto il portavoce del primo ministro -. Non c'è nulla da guadagnare dal ripetere la stessa cosa qui. Ma vi sarà un'inchiesta di routine del coroner (già annunciata lo scorso agosto, ndr) quando le autorità francesi concluderanno le loro procedure legah». Il libro di Burrell, intitolato «A Royal Duty» (Un dovere reale), dipinge un quadro inedito dei rapporti tra Diana e i suoi suoceri. Per esempio, nel 1992, (prima della pubblicazione del libro di Andrew Merton che rivelava la bulimia di Diana e il tradimento di Carlo con Camilla, che portò inevitabilmente alla separazione dei principi di Galles), il principe Filippo aveva agito da intermediario per salvare il loro matrimonio. In ima delle sue lettere si legge: «Noi (io e la regina, ndr) non approviamo che entrambi abbiate degh amanti. Carlo, per essere un uomo nella sua posizione, è stato sciocco a rischiare tutto per Camiha. A noi non è mai passato per la testa che lui possa aver voglia di lasciarti per lei». In un'altra lettera invece il duca di Edimburgo scriveva alla nuora: «Puoi in tutta sincerità guardarti dentro e dire che il rapporto di Carlo con Camilla non ha niente a che vedere con il tuo comportamento verso di lui nel vostro matrimonio?». Secondo il maggiordomo, Filippo fece del suo meglio per rappacificare Carlo e Diana e una volta le disse che la gelosia era un cancro nella loro relazione perché Diana era sospettosa dei movimenti di Carlo. Ma Diana trovava difficile il ruolo assunto dal marito della regina: «Quante donne devono discutere i loro problemi matrimoniali con il suocero anziché col proprio marito?». Burrell descrive il momento in cui i nodi vennero al pettine: quel 16 giugno 1992, alle corse di Ascot, quando Diana si rese conto dell' enormità del danno che la sua collaborazione al libro di Merton aveva causato. Seguì un summit al castello di Windsor, durante il quale la principessa negò strenuamente eh aver parlato con l'autore ma diede la stura alla sua rabbia: «Mamma (la regina) era disperata mentre mi parlava. Penso che sia invecchiata perché tutto quello che sembravo fare era esprimerle la mia angoscia»;- ' Diana disse alla regina e a Filippo che «aveva provato a essere civile con suo marito ma si era scontrata con un muro e voleva una separazione di prova». Ma la regina e Filippo non volevano saperne, dicevano che i principi di Galles dovevano cercare un compromesso per il bene della monarchia, dei loro figli e del Paese. In seguito. Diana rifiutò un secondo incontro con la sovrana e Filippo. Il riemergere prepotente deUe teorie del complotto sembra aver oscurato tutti gh altri particolari della storia. Secondo un sondaggio condotto da Sky News, l'87 per cento dei 6 mila spettatori interrogati si sono detti convinti che la morte di Diana non è stata un incidente. Alcuni amici di Diana hanno riferito che spesso la principessa scherzava sul fatto che sarebbe morta in eheottero o in auto. Il suo ex segretario privato, Patrick Jephson, ha rivelato che una volta Diana gh disse «per gioco» che qualcuno aveva tentato di spararle a Hyde Park. Il suo ex ufficiale di protezione di Scotland Yard, Ken Wharfe, ha concluso: «La mia opinione è che non ci sono le prove di un complotto. Mi sembra che alcune idee siano state messe nella testa di una donna disperata e impressionabile da qualcuno che le aveva detto di avere poteri paranormali. Ciò non significa che Diana non avesse ragione di essere sospettosa. La teoria del complotto si fonda sulla misteriosa Fiat Uno che avrebbe fatto rallentare la Mercedes di Diana e Dodi per permettere a qualcuno di abbagliare il guidatore. Ma sarebbe stato impossibile garantire che tutti gh occupanti della macchina morissero. I movimenti di Diana e Dodi erano irregolari e noti solo a pochi, non c'era tempo per un piano così elaborato. C'erano troppe variabili: il traffico, il tempo, le condizioni stradali e i testimoni. E' stato un tragico incidente». Escono alcuni stralci di lettere scritte dalconsortedella regina a Lady Di. Quello più imbarazzante per Buckingham Palace dice «Non riesco a immaginare un uomo assennato che ti lasci per Camilla» aaauMtaiMtMMtaawa^-a^;:- -^ : : ^^«HIMUMjH|«W«M| La principessa Diana con il principe Carlo e Filippo d'Edimburgo durante una cerimonia pubblica

Luoghi citati: Edimburgo, Francia, Galles, Londra