Dopo deci anni nel Nordest tornano le Brigate Rosse di Guido Ruotolo

Dopo deci anni nel Nordest tornano le Brigate Rosse RIVENDICATO L'ATTENTATO AD UNA SOCIETÀ DI GORIZIA Dopo deci anni nel Nordest tornano le Brigate Rosse Nel documento di venti pagine inserito un durissimo proclama contro il governo e il «Patto per l'Italia» firmato «dall'infame Osi» Guido Ruotolo ROMA Ritornano le Br nel Nordest. Anzi le Br del Nordest. Lo fanno rivendicando un attentato «minore», un ordigno a basso potenziale esploso nella notte tra domenica e lunedì a Gorizia, davanti la sede di «Informest», una società di servizi alle imprese che operano nel Europa dell'est. Venti pagine, la stella a cinque punte e la sigla Br sul frontespizio, compongono il documento di rivendicazione: «Il giorno 20 ottobre le Brigate Rosse-Guerriglia metropolitana per la costruzione del fronte combattente antimperialista, hanno attaccato la sede di Informest, istituto e laboratorio imperialista». Il testo, fatto ritrovare a Padova con una telefonata al Corsara di Milano, viene preso molto sul serio dagli uomini dell'Antiterrorismo. La sua lettura fa ipotizzare che queste Br abbiano raccolto il testimone degli Nta, i Nuclei Territoriali antimperialisti, la sigla eversiva attiva nel Nord-Est dal 1995, e che si candidano a fondersi con le Br di D'Antona e Biagi. «L'odierna iniziativa combattente - si legge nel documento -, innestandosi nella tradizione delle linee program- matiche e nel lavoro politico e militare avviato sin dal 1995 dall'avanguardia dei Nuclei territoriali antimperialisti, oltre ad aprire una proposta complementare ed integrata nella dialettica rivoluzionaria di Classe nel nostro paese si assume contestualmente il compito di rivendicare la bontà e la disarticolante valenza del progetto genuinamente rivoluzionario», a partire da quello delle Br-Pcc. Dalla lettura del documento si ha l'impressione che sia ancora tutto da costruire il rapporto tra il Nord-Est eversivo e le Brigate Rosse del triangolo Roma-Pisa-Firenze, quelle riemerse con gli attentati del '92 e del '94 (firmate dai Nuclei comunisti combattenti) e poi con gli omicidi D'Antona e Biagi. E' la prima volta, dopo dieci anni, che riappare la sigla Br nel Nord-Est. L'assenza ventennale, dopo le Br di Savasta del sequestro del generale Dozier dell'82, è stata infatti interrotta il 2 settembre del 1993, quando le Br rivendicarono un attentato alla base americana di AViano per il quale sono stati arrestati e condannati quattro brigatisti (Paolo Dorigo, Francesco Aiosa, Ario Pizzarelli e Clara Clerici). Quella iniziativa fu contestata dal carcere da un gruppo di «irriducibili», criticata per «la sua erronea analisi della situazione politica internazionale»: «E' una operazione di combattentismo fine a se stesso, di movimentismo astratto, di deviazionismo analitico». Dalle ceneri di quell'esperienza e da una aggregazione di aree di anarcoinsurrezionalisti probabilmente sono nati gli Nta, nel 1995. Una sigla che si è caratterizzata, in questi anni, per una copiosa elaborazione di documenti e una serie di attentati «minori»: da quello ai danni di auto di militari americani a quelli contro le sedi del Pds (Verona e Roma). Due gli attentati più significativi: il 15 settembre del 2000 a Trieste, ai danni dell'Ince, l'organismo intemazionale Inizia¬ tiva Centro Europa; il 9 agosto del 2001, l'esplosione eh un ordigno al Tribunale di Venezia. Per quest'ultimo attentato sono indagati personaggi dell'estrema destra e l'ipotesi degli inquirenti è che gli Nta fungendo da sigla contenitore - l'abbia rivendicato senza averne effettivamente la paternità. Nelle venti pagine fatte ritrovare l'altra sera, le Br ripercorrono la storia (trentennale) «ininterrotta» del terrorismo, «della critica delle armi e delle armi della critica» con cui le Br «hanno strutturato e scientificamente ordinato lo scaffale rivoluzionario del nostro paese», e si soffermano su quello snodo fondamentale degli anni '80, della «Ritirata strategica» delle Br e della spaccdtura al suo interno con la scissione fra «prima e seconda posizione»: «La storia delle Br è una storia fatta, in quanto guerra, di vittorie e di sconfitte». Il documento, analizza a lungo la situazione intemazionale, i conflitti mediorientali e in Iraq. Nella «lotta all'imperialismo», si sacrificano «eroicamente», i «militanti delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa e di Hamas in Palestina», i militanti delle «Fare in Colombia e di Sendero Luminoso in Perù», i compagni del Grapo in Spagna e della 17 novembre in Grecia». Ma l'imperialismo vie- ne «quotidianamente assaltato e umiliato in Iraq dai fedayn di Saddam», dagli ((hezbollah libanesi», «dagh indipendentisti corsi». E rielabora l'analisi e la strategia Br dell'ultimo decennio contro il Nemico, la «borghesia imperialista», in chiave di conflitto tra Classe e Stato. Sul banco degli imputati «gli accordi sul lavoro e sul reddito» del biennio 92-93 del governo Amato; il «modello neocorporativo di negoziazione centralizzata» tra govemo, Confindustria e sindacati, che nasce con «gli esecutivi tecnico-istituzionali» di Ciampi e Amato; il «pacchetto Treu» del 1996, il «Patto di Natale» e quello del 1998 del «Patto per l'occupazione e lo sviluppo». Il govemo Prodi e quello D'Alema fino a rivendicare gli omicidi D'Antona e Biagi. Durissimo il documento contro il govemo Berlusconi, il «Patto per l'Italia» sostenuto «dall'infame Cisl, dall'infame Pezzetta», il progetto di modifica dell'articolo 18 e la riforma delle pensioni: «L'attuale esecutivo, nella anomala commistione di poteri istituzionali ed economici, ha riversato dentro uno sbilanciato filoatlantismo gli interessi delle frazioni dominanti della borghesia imperialista». 11 testo fatto ritrovare a Padova viene giudicato attendibile e molto preoccupante dagli investigatori Queste Br hanno raccolto il testimone degli Nta i Nuclei territoriali antimperialisti nati nel 1995 Ora si candidano a fondersi con i terroristi responsabili degli agguati mortali a D'Antona e Biagi li luogo dell'attentato a Marco Biagi a Bologna