Prodi ha già lanciato la sfida elettorale

Prodi ha già lanciato la sfida elettorale STANDING OVATION ALL'UNIVERSiTA' DELLA CALABRIA PER L'INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO Prodi ha già lanciato la sfida elettorale Ogni fine settimana è «ospite d'onore» in una città italiana retroscena inviato a COSENZA IL Magnifico Rettore dell'Università di Calabria, il professor Giovanni Latorre, prepara l'ingresso dell'ospite d'onore seguendo un timing da spettacolo televisivo. Prima avverte «la regia» e poi gh invitati che «sta per arrivare il Presidente Prodi». Si alzano le luci, l'Aula magna si zittisce, l'attesa cresce, dalla presidenza si chiede «un applauso» e finalmente, tra un crepitare di flash, entra il Presidente della Commissione europea. Nell'affollato salone si alzano tutti in piedi, docenti, studenti, ausiliari, uniti nella standing ovation per Romano Prodi. E lui, chiamato a partecipare all'inaugurazione dell'anno accademico di una delle università più vitali del Centro-Sud, non delude le attese di chi gh ha preparato una calda accoglienza "su misura". E così, dentro un discorso sull'universo mondo. Prodi infila una frecciata al curaro indirizzata verso la classe dirigente calabrese: «Assieme alla Regione Calabria avevamo preparato un programma di interventi di buona qualità, per quasi 4000 miliardi di lire e mi ero impegnato anche personalmente perché i fondi diventassero ope- rativi. Poi abbiamo dovuto fare i conti con tre rimpasti di giunta, il responsabile per i piani europei è cambiato cinque volte...». Il Professore accompagna la denuncia con frasi tipicamente prodiane e apparentemente buoniste («lo dico con semplicità...») ma è chiaro il messaggio all'opinione pubblica meridionale più avvertita: avete una classe dirigente (di centro-destra) incapace di spendere le risorse comunitarie. Certo, Prodi si limita a denunciare quel che è di sua competenza ed è attento a non scivolare nel politicamente scorretto. Ma in realtà Cosenza ha segnato una nuova tappa di quel "giro d'Italia" che Prodi ha silenziosamente avviato da qualche mese. Senza lanciar proclami, in quasi tutti i fine settimana il Presidente della Commissione è in Italia, in una sorta di campagna elettorale sotto traccia. A Ferragosto, eccolo sull'Appennino emiliano ad inaugurare un ultraperiferico campo di calcio, sul finire dell'estate si inventa la "pace" Italia-Germania all'Arena di Verona; ai primi di settembre passaggia per le vie di Mantova al Festival della letteratura, poi va a Bellaria da don Benzi e qualche giorno fa Prodi ha trovato il tempo persino per donare il sangue ad una iniziativa benefica promossa da uno dei figli di Berlusconi. Insomma, chi lo descrive come preoccupato dai tranelli che gli preparano in Italia o pentito di aver rivisto D'Alema, deve fare i conti con un Prodi che sta preparando il suo ritorno in Italia con un attivismo persino superiore a quella del 1995. Alcuni giorni fa si è visto riservatamente con l'ingegner Carlo De Benedetti, che secondo alcuni invece sarebbe in "freddo" con il Professore. Sostengono che la Quercia lo considera ormai logorato e punta su altri cavalli? Una settimana fa Prodi si è visto a Bruxelles con Piero Fassino, stringendo un patto d'azione, «di cui presto si vedranno i frutti». Certo, nessuno sa cosa farà Prodi alle elezioni del 2004. Il Professore dice e lascia credere che lui «non si candida». Frase obbligata che Prodi ripete ossessivamente da diversi mesi. Anche se l'ultima volta che lo ha fatto, il primo ottobre «la frenata è stata così brusca che ci sono venuti addosso tutti quelh che stavano dietro...», confida un. dei dirigenti di punta della Quercia. Frenate, tatticismi, retropensieri che rilanciano l'enigma: la srossima primavera il Prof si ancia o no? Un amico di Prodi che conosce bene Bruxelles rivela uno scenario finora del tutto trascurato, ricordando «il protagonismo dell'Europarlamento soprattutto nei fine-legislatura», un attivismo che costò caro al predecessore di Prodi e che induce il Professore al massimo "lealismo istituzionale", consideran¬ do che è ancora aperta la querelle-Eurostat. Una grana che non suscita in Prodi preoccupazioni personali, ma che lo costringe a non abbandonare la nave prima del tempo. «E la stessa vicenda della Convenzione - spiega un prodiano doc come Giulio Santagata - va letta in modo capovolto rispetto a quel che fanno in tanti. Se i Trattati non verranno firmati entro la fine del 2003, come si fa a chiedere a Romano di lasciare anzitempo?». Dunque, sono tante le incognite sulla strada dalla candidatura alle Europee, ma alla fine è vero quel che va ripetendo da qualche settimana il suo grande amico Arturo Parisi: «Romano deciderà l'ultimo giorno utile». Come dire: tutto è ancora possibile. Intanto Prodi continua il suo giro d'Italia. Ieri mattina, dopo aver assistito alla proiezione di una commovente intervista televisiva fatta 30 anni fa al primo rettore dell'Arcavacata Beniamino Andreatta, a Prodi è stata "confezionata" una visita da premier: il botta e risposta con i politici locali, il buffet con i docenti, l'incontro con gli studenti. E dulcis in fundo la visita ad uno dei gioielli dell'Università di Calabria: il prorectore Lucio Grandinetti ha illustrato a Prodi le risorse del Centro di eccellenza per il calcolo ad alte prestazioni, una struttura con pochissimi eguali in Italia. E' un tour silenzioso quasi «sotto traccia» ma che dovrebbe portarlo al 2004 in grado di decidere sulla candidatura PO Manifestazione ulivista Il centrosinistra attende il ritorno del presidente della Commissione Uè