Una e-mail per lanciare la «disobbedienza postale»
Una e-mail per lanciare la «disobbedienza postale» UN DIPENDENTE DELLA REGIONE FRIULI HA DIFFUSO LA PROPOSTA DI «RESPINGERE AL MITTENTE» LA LETTERA DEL PREMIER. E' POLEMICA Una e-mail per lanciare la «disobbedienza postale» Elena Marco corrispondente da TRIESTE DALLA «disobbedienza civile» alla «disobbedienza postale». Una campagna in grande stile per boicottare il progetto del presidente del Consigho di far conoscere con una lettera agli italiani la sua riforma delle pensioni: da qualche giorno i computer di uffici pubblici e privati di tutto il paese sono finiti nel mirino di questa operazione anti-Berlusconi. Un invito virtuale, che circola sotterraneo in migliaia di caselle di posta elettronica. Impalpabile eppur violento. E fonte, ovviamente, di accese polemiche. Il primo «Bastai» arriva all'inizio della mail: «Oltre 18 mihoni di capi famiglia riceveranno la lettera per una spesa che supererà i 7 mihoni di euro - si legge - a carico del ministero del Tesoro, e quindi di tutti i contribuenti. Chiaramente le ragioni della spedizione di questa lettera sono ben altre di quelle ufficiali...». Così il prologo, mentre l'epilogo prevede un gesto concreto: «rispedire al mittente» la lettera che il presidente del Consigho invierà a tutti gli italiani per spiegare le ragioni, i particolari e tutto ciò che riguarda la Finanziaria appena varata e la riforma delle pensioni. «Quello che invitiamo a fare - si legge ancora nella mail-bomba - è respingere al mittente la lettera che riceverete, nel momento in cui il postino ve la consegna o portandola successivamente all'ufficio postale. E' sufficiente barrare con due righe in diagonale l'indirizzo del destinatario e scrivere RESPINTO AL MITTENTE». A diffondere la proposta di «disobbedienza postale» è stato un dipendente regionale del Friu- li Venezia Giuba che lavora al Servizio autonomo della Statistica. Francesco Feri, 38 armi, torinese di nascita, moglie e due figli di 2 e 6 anni, sostiene di averla trovata fra i molti messaggi che s'ammucchiano nella casella elettronica. L'ha letta e riletta. E poi l'ha «sparata» nella mailing list di tutti i dipendenti regionali. Un piccolo mondo, tra uscieri, fattorini, consigheri e assessori. Di tutti i colori, anche se da giugno la Regione Friuli Venezia Giuba è guidata da una giunta di Centrosinistra capitanata da Riccardo IIly, l'industriale del caffè. Un che e via. La disobbedienza del signor Feri - che nei giorni di ferie sale in cattedra all'Università di Ferrara nei panni di docente a contratto nel corso di Statistica - è finita nella posta elettronica di tutti i dipendenti del Palazzo. Apriti cielo. L'opposizione di Centrodestra ha risposto al gesto, considerandolo irriverente se non beffardo, con due interrogazioni nelle quali si chiedono lumi a Illy su quanto accaduto. «Non ritiene questa e-mail un chiaro e lampante esempio di pubblicità politica scorretta? scrivono imbufaliti i consigheri di Forza Italia e di An -. Non pensa che l'autore debba essere richiamato ufficialmente, onde evitare l'utilizzo improprio e inadeguato della posta elettronica regionale?». Un pasticcio politico, insomma, che rischia di piombare dritto dritto sulla testa del dipendente pubblico. «Il messaggio mi è arrivato per posta elettronica da imo sconosciuto - si giustifica Feri - l'ho letto e ho pensato di girarlo ai miei colleghi. Qualcuno mi ha risposto male... Ma non credevo di scatenare un caso politico. Io poi sono uno di quelli fregati dalla riforma. Andrò in pensione a 80 anni come vuole Illy, anzi meglio ci andrò dopo morto». Comunque, 1'«untore elettronico» non ha nessuna intenzione di arrendersi: «Abbiamo im'Intranet in Regione nella quale esiste persino un forum di discussione riservato a tutti i dipendenti. Se l'avessi buttata lì? 0 se l'avessi appesa a una bacheca? Che cosa mai sar3bbe successo». Forza Italia e An accusano «Pubblicità politica scorretta, uso improprio della posta regionale»
Persone citate: Feri, Francesco Feri, Illy, Riccardo Iily
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