Bush e Putin: battere i terroristi o il mondo non avrà un futuro

Bush e Putin: battere i terroristi o il mondo non avrà un futuro I DUE PRESIDENTI CONCORDI SULLA GUERRA AGLI ESTREMISTI Bush e Putin: battere i terroristi o il mondo non avrà un futuro In Thailandia, dove si trova per il summit dell'Apec, il capo della Casa Bianca offre «garanzie, ma non un patto bilaterale» alla Nord Corea Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK «Il pericolo del terrorismo continua ad incombere sul mondo libero, bisogna essere uniti più che mai perché stanno tentato di ottenere armi per uccidere su larga scala». Il presidente americano, George Bush, reagisce alle ultime di minacce di Al Qaeda da Bangkok, dove si trova per il summit delle nazioni del Pacifico (Apec), lanciando un appello ad amici ed alleati. «Il nastro di Osama bin Laden deve far capire a tutti che la guerra al terrorismo continua, che ci sono ancora rischi e pericoli, che le nazioni libere devono lavorare assieme» dice Bush, chiedendo maggiore cooperazione su tre tavoli: «Condividere informazioni di inteUigence, bloccare l'afflusso di fondi e portare i killer di fronte alla giustizia». - A Bush ha fatto eco Vladimir Putin, anche lui presente a Bangkok: «Se la minaccia del terrorismo - ha detto il presidente russo - e dei crimini che l'accompagnano non verranno rimossi, U mondo non avrà futuro». L'appello di Bush è rivolto in primo luogo alle nazioni dell' Estremo Oriente dove, dalle Filippine all'Indonesia, Al Qaeda ha già dimostrato di sapere operare e colpire. L'arresto avvenuto in Thailandia del super-terrorista indonesiano Hambali, cervello della Jamaah Islamiya ramificazione asiatica di Al Qaeda, è l'esempio a cui Bush si richiama quando parla di fronte alle truppe del Regno reduci dalla campagna irachena per chiedere alle democrazie di fare quadrato: «Siamo minacciati dai più brutali nemici che ci siamo mai trovati ad affrontare, gruppi terroristi si nascondono in molti Paesi ed escono allo scoperto per assassinare degli innocenti che sia a Bah, a Riad o a New York, stanno tentando di ottenere armi per riuscire ad uccidere in grande scala, dobbiamo combattere su più fronti, per vincere bisogna non concedere tregua, dar loro la caccia in ogni angolo del mondo, smantellare le cellule, impedire che ricevano aiuti, opporsi alla propaganda di odio di cui si nutre la loro causa». Alla Thailandia che ha inviato soldati in battagha tanto in Afghanistan che e in Iraq Bush promette lo status di «maggiore alleato non-Nato» ed ai venti Paesi dell'Apec chiede di mettere in agenda le questioni della sicurezza anche se si tratta di un fonun di natura economica. «L' Apec deve occuparsi di lotta al terrorismo e delle armi di distruzioni di massa - spiega il Segretario di Stato, Colin Powell, alla Cnn - perché non ci può essere prosperità, turismo o una buona economia se i killer continuano a minacciare, a colpire». L'intenzione di Bush è di spingere l'Apec a condividere pohtiche anti-terrorismo e quindi ad affrontare la questione della corsa all'atomica da parte della Corea del Nord, uno dei tre Paesi inclusi neU'«Asse del Male». «Un solo dittatore legato al terrorismo e capace di ottenere armi di distruzione di massa può minacciare milioni di vite» dice Bush. L'espressione fino a ieri usata per il deposto Raiss iracheno Saddam Hussein adesso vale per il nordcoreano Kim Jong II. Il rianno balistico e nucleare di Pyongyang è stato discusso a lungo da Bush nell'incontro con il leader cinese Hu Jintao ed altrettanto avverrà nel faccia a faccia in programma con il presidente russo Vladimir Putin. La Casa Bianca respinge la richiesta nordcoreata di firmare un trattato bilaterale di non-aggressione e cerca un'intesa con Mosca e Pechino per obbligare Pyongyang a rinunciare alle armi di distruzione ed a smantellare il programma nucleare. «C'è la possibilità di fare passi avanti e ne discutiamo con i nostri partner» assicura Bush. «Daremo ai nordcoreani le garanzie che voghono, ma non un trattato bilaterale» aggiunge Powell, precisando che gh Stati Uniti «non voghono attaccare o invadere la Corea del Nord)) ma solo obbligarla a rispettare «gh accordi sulla denunclea- rizzazione della penisola coreana» siglati con l'amministrazione Clinton e con la Corea del Sud. Cina e Russia sono d'accordo con Bush sull'obiettivo finale, ma temono un approccio troppo brusco della diplomazia Usa. Hu Jintao preme su Washington affinché il dialogo con Pyongyang riprenda e Putin chiede di «tenere presenti le esigenze di sicurezza della Corea del Nord)) invitando Bush ad «agire con cautela per evitare di distruggere il processo negoziale in atto lavorando al contrario per riuscire ad approfondirlo». La volontà Usa di portare ia sicurezza in cima all'agenda del summit dell'Apec ha soUevato l'obiezioni di alcuni Paesi, come la Malaysia di Mohamed Mahatir, contraria a «modificare la natura di un forum solamente economico». La Malaysia ha trovato il consenso di Singapore e Thailandia, ma la presenza a Bangkok di Mahatir, responsabile di dichiarazioni apertamente antisemite pochi giorni fa, imbarazza Bush, il cui cerimoniale sta tentando di evitare ogni tipo di contatto diretto fra i due leader quando si troveranno seduti attorno al tavolo dei lavori del summit. I presidente Usa George W. Bush brinda con il re di Thailandia Bhumibol Adulyadej durante il banchetto ufficiale al Gran Palazzo di Bangkok