Finanziaria, il governo apre ai Comuni «Confronto possibile» di Gigi Padovani

Finanziaria, il governo apre ai Comuni «Confronto possibile» IL MESSAGGIO DEL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO FINI ALL'ASSEMBLEA DELL'ANCI CONCLUSA IERI A FIRENZE Finanziaria, il governo apre ai Comuni «Confronto possibile» Il vicepremier: «Non è autocritica ma assunzione di responsabilità In Parlamento ridurremo l'impatto sociale di alcune misure» Gigi Padovani inviato a FIRENZE \ Dopo la mano tesa agli immigrati, Gianfranco Fini apre alle richieste degù enti locali. Il dialogo sulla Finanziaria tra governo e sindaci iuò riprendere, con modifiche alla egge di bilancio che l'esecutivo si impegna a sostenere in Parlamento. Non manca un accenno al ruolo delle città in un federalismo più equilibrato. Il vicepresidente del Consiglio ieri mattina non ha avuto timore a scendere nella «fossa dei leoni», tra i duemila tra sindaci e assessori che per quattro giorni a Firenze - nell'Assemblea dell'Anci, l'Associazione dei Comuni itahani hanno scaricato la loro rabbia contro il governo per i tagli ai loro bilanci, minacciando sfracelli di osai, ùvo, incerti tea il metlersi in, nxujuuaàe per pnAeeta e \uidossare Aa fascia trtcòVore per satire in corteo fino al Colle più alto. Il vicepremier sta parlando da dieci minuti - incastonato sul palco tra Leonardo Domenici, sindaco Ds di Firenze e presidente Anci, e Walter Veltroni, sindaco di Roma quando dalla sala stracolma parte i primo applauso, «Il vostro grido di dolore viene colto dall'esecutivo», ha appena scandito Fini. Poi chiarisce, spiegando di non voler fare autocritica (più che altro per non creare problemi a Tremonti): «Forse il confronto non è stato sufficiente, nella fase preparatoria della Finanziaria. Ma non piangiamo sul latte versato. Vi assicuro che qualche intervento in sede parlamentare si può fare, anche con il contributo del governo». Proprio Veltroni, rivolgendosi direttamente a lui e riconoscendogli le difficoltà del momento «anche io sono stato nel suo ruolo e la capisco» - aveva ricordato al vicepresidente del Consiglio che «un posto di lavoro in meno per noi non è una cifra dell'Istat, ma qualcuno che viene a protestare sotto la sede del Municipio». Fini, condiscente, replica; «Cerchiamo di confrontarci per ridurre l'impatto sociale di certe misure che forse non avevamo previsto...,». La strada? Il dialogo «senza casacche di partito». Così Fini si è ritrovato in tasca il lungo «cahier de doleances» dei sindaci lasciatogli da Domenici. Con tante richieste. Poiché i Comuni hanno un peso pari all'8,7 per cento della spesa complessiva della pubblica amministrazione, chiedono che la manovra 2004 da 16 miliardi, per mantenere il patto di stabilità riconosca loro quella percentuale e non l'I 1,5 "/o cui corrisponde il «contributo» fissato in 1850 milioni di euro. Poi vorrebbero che fosse riconosciuto il tasso di inflazione sui trasferimenti erariali (pari a 180 milioni di euro). Inoltre propongono: il rifinanziamento dei fondi per i piccoli Comuni (in tutto 235 milioni), l'accorpamento nel fondo sociale nazionale figlio (308 milioni), una norma che consenta ai Comuni il recupero del credito d'imposta. Poi ci sono alcune operazioni a costo zero per il bilancio dello Stato: l'eliminazione del blocco all'autonomia finanziaria (addizionali Irpefo lei); un'accisa sui carburanti ( 1 o 2 centesimi al litro) per finanziare i trasporti; la riclassificazione degli immobili per la rendita catastale (con effetti sulle aliquote lei); l'utilizzo della plusvalenze che derivano dalla vendita di immobili anche sulla spesa corrente (come già fa lo Stato). Una serie di accorgimenti tecnici che dovrebbero consentire ai sindaci di guardare al futuro con più ottimismo. Da mercoledì, in Senato incominciano le audizioni e il «passo in avanti» decretato dalle aperture di Fini - come ha ricordato, il presidente Anci, Domenici, cVàudendo «con soddisfazione»'!.'as¬ semblea - certamente aiuterà. C'è poi la riforma varata dal governo che disegna uno Stato federale, in cui i Comuni avranno un peso minore delle Regioni. Anche su questo, dopo il «pressing» delle 14 Città Metropohtane per ottenere poteri più ampi, da Fini arriva ima dichiarazione di disponibilità: «Capisco la preoccupazione che il Comune perda la sua storica centralità, considerando che nel nostro paese fornisce l'identità ai cittadini». Il che, nel nuovo contesto delTUe, si riassume in una nuoyà triade di valori, secondo il leader di An: «Gonfalone, Patria, Europa». E non manca una citazione per la «polis» di Aristotele e per r«agorà» greca, identificata nel Consiglio comunale, che «deve tornare ad avere un ruolo più importante, pur senza intaccare il pricipio dell'elezione diretta dei sindaca. A quel punto Maria Galasso, eletta in una lista civica vicina alllldc a Caccamo (Palermo) e giovane presidente del Consigho comunale, quasi si commuove e corre a stringergli la mano, prima che salga sull'auto blu: «Grazie Gianfranco». ' Il sindaco di Roma Walter Veltroni

Persone citate: Domenici, Fini, Gianfranco Fini, Leonardo Domenici, Maria Galasso, Tremonti, Veltroni, Walter Veltroni

Luoghi citati: Caccamo, Europa, Firenze, Palermo, Roma