Orchestra Rai e Ashkenazy una domenica con Mozart

Orchestra Rai e Ashkenazy una domenica con Mozart CLASSICA Orchestra Rai e Ashkenazy una domenica con Mozart LEONARDO OSELLA Si annuncia una bella domenica per chi ama la musica. La mattina incomincia la stagione cameristica dell'Orchestra Sinfonica Nazionale Rai, mentre la sera l'Unione Musicale propone Vladimir Ashkenazy come direttore e pianista con l'Orchestra di Padova e del Veneto. E il bello è che entrambi gli appuntamenti poggiano la loro attrattiva su un unico grande nome, quello di Wolfgang Amadeus Mozart. Partiamo dalla Rai. Anche quest'anno la stagione da camera si tiene nell'Arsenale della Pace del Sermig, in piazza Borgo Dora 61, con inizio alle 11: sei concerti scaglionati appunto tra domani e il 18 aprile, organizzati in modo da abbracciare praticamente tutto l'arco storico della composizione musicale. Come si è detto, il via è all'insegna di Mozart, con la «Serenata in si bemolle maggiore K.361», nota come «Gran Partita per strumenti a fiati». Il nome «partita» si riferisce alla «partizione» in più tempi della composizione. Questa di Mozart risale al 1783 ed è ritenuta una delle migliori nel suo genere. Gli interpreti domani saranno: oboi Carlo Romano (anche maestro concertatore) e Teresa Vicentini; clarinetti Cesare Coggi e Graziano Mancinelli; comi di bassetto Franco Da Ronco e Andrea Serrajotto; comi Corrado Saghetti, Marco Ranella, Bruno Tomato, Marco Tosello; fagotti Andrea Corsi e Cristian Crevena; e, unico strumentista non a fiato. Massimo Taddei al contrabbasso. Il prossimo appuntamento il 23 novembre con fiati e pianoforte e brani di Poulenc e Gordon. Nell'anno nuovo si ascolteranno poi pagine di Reicha e Frangaix, di Debussy e Villa-Lobos, di Bartók e Grieg e altri. L'altro appuntamento mozartiano di domani, alle 21 all'Auditorium del Lingotto, è programmato dall'Unione Musicale per le serie blu, gialla, verde e di domenica. Con Ashkenazy e Orchestra di Padova e del Veneto la garanzia di qualità è assoluta. E dunque è legittimo attendersi il megho nei tre brani previsti. Si comincia con ((Adagio e fuga in do minore K. 546», nato dalla creazione praticamente ex novo dell'Adagio e dalla rielaborazione per quartetto d'archi della Fuga K.426 per due pianoforti. Ecco poi il «Concerto in mi bemolle maggiore K.27I», che ha preso il nome di «Jeunhomme-Konzert» da una giovane musicista francese pre¬ sente a Salisburgo all'epoca della composizione (1777) e di cui non si sa praticamente nulla. Infine il «Concerto in sol maggiore K. 453», in cui piano e orchestra più che in competizione entrano in mirabile sintonia. E' anche doveroso ricordare due appuntamenti di lunedì. Alle 18,30 neh'Aula Magna del Politecnico un concerto-conferenza che, con la presentazione di Giangiorgio Satragni, propone il Quartetto di Cremona in due pagine di Haydn e di Scbubert. La sera alle 21 in Conservatorio il secondo concerto della serie dedicata a Beethoven dalla De Sono: Luca leracitano esegue al pianoforte con la «Sonata op. 53» anche Brahms (7 Fantasie op. 116), Schumann (la Toccata op. 7) e Schònberg (i Tre Klavierstùcke op. 11»).

Luoghi citati: Padova, Salisburgo, Veneto