«Liberato da un'accusa terribile» di Grazia Longo

«Liberato da un'accusa terribile» IL FIGLIO MAGGIORE DELLA VITTIMA TRA FELICITA E DISPERAZIONE DOPO LE CONCLUSIONI DELLA PERIZIA «Liberato da un'accusa terribile» Walter Bianco: mia madre conosceva il suo assassino intervista Grazia Longo ALL'INIZIO, quando avrebbe voluto solo poter piangere la morte di sua madre, ha dovuto sopportare il peso di essere il primo sospettato. Oggi, completamente scagionato da ogni minimo dubbio, Walter Bianco desidera che si trovi presto il colpevole. «Forse il mio è un sogno, perché sono trascorsi già 40 giorni e l'assassino resta ancora sconosciuto. Ma so che la polizia sta facendo il possibile per individuarlo, mi auguro ci riesca presto. Gentile, pacato nei toni, il turbamento tradito solo da un sospiro nei passaggi più dolorosi, il figlio maggiore di Clotilde Zambrini, definisce «terribile il pensiero che un matto del genere sia ancora in giro, libero». Anche Michele Gosto, il vecchio fidanzato di sua madre, esce ormai di scena. La squadra mobile lo ha definitivamente escluso dai potenziali indiziati. «Beh, almeno si è chiusa una parte di questa terribile storia. Michele in passato aveva fatto molto male a mia madre, ma in Kxa certo senso mi solleva il fatto che non sia stato lui, che comunque l'aveva amata, ad ucciderla». Crede ancora che l'assassino sia una persona che sua madre conosceva bene? «Guardi, non so più che cosa pensare. Da un lato mi pare impossibile che mia madre abbia potuto aprire la porta ad uno sconosciuto. Non era solita a comportarsi in questo modo. Dall'altro, tuttavia, non riesco ad accettare l'idea che lei non si fosse confidata con me. Andavo a trovarla tutti i giorni, abbia¬ mo sempre avuto un ottimo rapporto, basato su confidenze reciproche. Proprio non posso immaginare che mi abbia taciuto un nuova amicizia. Ecco, se proprio devo essere sincero, la questione che non vedo l'ora di chiarire è perché mai mia madre ha fatto entrare in casa l'assassino». La ferisce l'impressione che sua madre non abbia avuto fiducia in lei? «Proprio così, non vedo l'ora che l'omicida venga arrestato non soltanto per una questione di giustizia, la vendetta è un sentimento che non mi appartiene, ma anche perché ho bisogno di capire. Di sapere cos'è stato a spingere mia madre a non temere di ricevere in casa quell'uomo, con cui ha chiacchierato un po' prima di essere uccisa». Perché dice questo? «Secondo la testimonianza fornita dal vicino di casa, mia madre ha parlato in piemontese con il suo aggressore. Un atteggiamento che mi induce a ritenerlo un suo conoscente, perché non era sua consuetudine parlare in dialetto con estranei. Nemmeno con le commesse dei negozi dove si recava a fare la spesa parlava in piemontese, stava anzi molto attenta ad esprimersi correttamente in italiano. Però chissà, magari le mie sono solo fissazioni dettate dall'ansia di comprendere quello che è accaduto». Ha raccontato tutte le sue riflessioni alla polizia? «Certamente, sono stato sempre molto collaborativo. Anche i primi tempi, quando mi rendevo conto che diffidavano della mia onestà ed estraneità al delitto, mi sono sottoposto a tutte le loro richieste. Ho descritto tutte le abitudini di mia madre, ma finora non è bastato». Walter Bianco, il figlio maggiore di Clotilde Zambrini

Persone citate: Clotilde Zambrini, Michele Gosto, Walter Bianco