Delitto del trapano, il Dna scagiona i sospettati di Massimo Numa

Delitto del trapano, il Dna scagiona i sospettati L'EX FIDANZATO DI CLOTILDE ZAMBRINI, UCCISA IL 9 SETTEMBRE, E SUO FIGLIO, RISULTANO INNOCENTI DOPO GLI ESAMI DELLA SCIENTIFICA Delitto del trapano, il Dna scagiona i sospettati Il killer della pensionata resta senza volto Massimo Numa L'uomo che ha ucciso Clotilde Zambrini, 73 anni, e che le ha trapanato il cranio con un Black&Decker dopo averla strangolata prima con ima corda e poi con una calza di nylon, la mattina del 9 settembre scorso, nella sua casa al sesto piano di via Cadorna, è ancora libero. Già, perché il profilo genetico molto confuso - tratto dalle tracce biologiche recuperate dalla Scientifica non corrisponde, tanto per essere chiari, né ai familiari, né al sospettato numero uno, cioè l'ex Compagno della donna, il pensionato Michele Gosco, 67 anni, che ebbe con la vittima una lunga e tormentata redazione più di venti anni fa. Si riparte da zero: il capo della squadra mobile, Sergio Molino, e il capo della Omicidi, Marco Basile, hanno preso atto del risultato delle analisi e sono pronti a seguire altre piste. «Abbiamo fatto bene - dicono in questura - a non "innamorarci" di una tesi o di un'altra. E in •questo periodo non abbiamo perso tempo». Intanto sono state prese le impronte digitali a tutti i condomini di via Cadorna e sono stati risentiti i pochi testimoni. Un passo necessario, nella scansione della storia, sempre più simile a un thriller di classe. Un percorso a ritroso, per esempio partendo dalle foto scattate sulla scena del delitto dai poliziotti della Scientifica. Immagini terribili, sembrano tratte da un set di Dario Argento. La povera Clotilde aveva ancora stretta al collo un pezzo di corda. L'assassino l'aveva in tasca, segno di un delitto premeditato da tempo e studiato in ogni particolare e, per adesso, «perfetto». Ma la corda, abbastanza logora, di canapa, un centimetro di diametro, nella foga si era spezzata e il «trapanatore» rimediò con una calza di nylon beige scura, trovata in una busta di cellophane, su una sedia accanto al letto. E qui ha lasciato una prima impronta, abbastanza chiara ma non sufficiente per costituire una prova da portare davanti ai giudici per sostenere l'accusa. Le foto immortalano l'aspetto più macabro, cioè la punta del trapano conficcata al centro del cranio, nella nuca, con i capelli grigi della povera signora ancora caldamente arrotolati attorno alla punta d'acciaio bru- nito. Era già morta, quando il maniaco ha deciso di sfregiarla in un modo rituale; una spaventosa idea tratta forse da un libro o da una serie di film dove le vittime vengono, appunto, finite, con questo tipo di attrezzo. Non c'è nulla che faccia pensare a un gesto impulsivo. Perché il trapano era custodito in un ripostiglio, in un armadio; le punte in un altro cassetto. C'è voluto tempo per trovarlo, per montare la numero «6», sposta- re il comodino di destra, staccare la spina della piccola lampada laterale, collegare l'attrezzo e compiere il «lavoro». Una specie di orribile firma. Qui, l'assassino compie un secondo e un terzo errore: impronte sulla presa e sul manico del Black&Decker verde scuro. Anche in questi due casi, molto incomplete. Unica certezza: appartengono alla stessa persona, cioè al killer che ha, sulle curvolinee delle impronte, una particolare specificità. Una volta individuato, questo potrebbe trascinarlo in carcere. Le immagini si soffermano sui pochi elementi anomali scoperti nell'alloggio di via Cadorna. I cassetti aperti da cui sono spariti una piccola somma di denaro e altro ancora, forse per simulare una rapina. Ma chi è l'assassino? Nessun identikit, nulla di nulla. E nessuno, tra i vicini, lo ha notato uscire dalla casa - lasciando la porta socchiusa - dove dev'essere rimasto a lungo. Lei potrebbe averlo conosciuto tra i banchi del mercato, nei negozi dove andava tutti i giorni a fare la spesa. Oppure un altro vecchio amico, di cui tutti ignoravano l'esistenza. Persino il figlio Walter Bianco. Però c'è la testimonianza di una parrucchiera di corso Sebastopoli: «La signora Clotilde era venuta da me un giorno prima del delitto, mi aveva detto di "farla bella" perché aveva un appuntamento». Con il killer? Polizia e pm lasciano la pista che portava a Michele Gesto, 67 anni che frequentò e sfregiò la donna nel 1976, al termine della relazione Sono state riprese le impronte digitali di tutti i condomini di via Cadorna e sono stati anche riascoltati i pochi testimoni Il nove settembre scorso viene uccisa Clotilde Zambrini: l'assassino le trapana il cranio dopo averla strangolata

Persone citate: Clotilde Zambrini, Dario Argento, Marco Basile, Michele Gesto, Michele Gosco, Sergio Molino, Walter Bianco