«La picchiava e minacciava Perché lasciargli la pistola?» di Grazia Longo

«La picchiava e minacciava Perché lasciargli la pistola?» UIRA DEI PARENTI «La picchiava e minacciava Perché lasciargli la pistola?» La famiglia della donna non si dà pace: «Solo per i suoi colleghi quell'uomo non era pazzo, li avevamo implorati di disarmarlo» la polemica Grazia Longo LA foto della sorella e del fratello stretta al petto, gh occhi sempre lucidi, le sigarette fumate una dietro l'altra. Il dolore e la rabbia dei sette fratelli Margherito ha la voce - rotta dal pianto ma decisa - di Maria, 34 anni, barista all'Auchan. «Non dovevano ri-largii la pistola - accusa -, come hanno potuto fidarsi di uno che un anno fa ha avuto il coraggio di piantare l'arma contro la moglie e dirle "Mettiti il vestito più bello, che andiamo a morire insieme"? C'è qualcuno che mi può spiegare come hanno potuto?». Intorno a lei non c'è nessuno in grado di rispondere. In questo appartamento di una casa popolare alle Vallette c'è solo disperazione e risentimento per un debtto che poteva essere evitato. Donata Margherito, la madre malata di cuore, è continuamente circondata da parenti e amici. Nemmeno Emanuela Costantino parla. La figha dell'ispettore e di Irene, 22 anni, segretaria in uno studio legale, sembra avere esaurito tutte le energie la notte scorsa quando, piangendo, inveiva con tutta la forza che aveva in corpo contro la pohzia «colpevole» di aver restituito la pistola al padre. Si sposta da una stanza all'altra sempre a testa bassa, pallida, lo sguardo completamente spento, il dolcissimo fidanzato. Paolo, sempre accanto. Niente lacrime, niente parole. Forse le pesano troppo sul cuore le ultime scritte da suo padre. «Perdonami, amavo troppo la mamma. Non posso vivere senza di lei». Ma Emanuela? Come faranno lei e suo fratello Francesco - che di anni ne ha appena 15 e fatica a rendersi conto di quello che è accaduto - a vivere senza i genitori? Maria Margherito se lo chiede continuamente: «Quel farabutto ha pensato solo al suo egoismo. Altro che amore per i figh. Altro che amore per mia sorella, l'ha ammazzata come un animale e pure quel povero fratello mio, la cui unica colpa era quella di difendere Irene dalle minacce di un pazzo. Solo per la polizia non era un pazzo. Per questo, nonostante le botte che le aveva dato dieci giorni fa, nonostante noi avessimo implorato che gh toghessero la pistola come l'anno scorso, noh ci hanno dato retta». Eppure anche Maria descrive il cognato; 60i^f(«una^peBsp)aa calmissima, non alzava mai la voce. Almeno non davanti a noi parenti, per molto tempo ha ingannato anche noi. Mia sorella Irene ha sempre subito, è sempre stata picchiata, ma ce lo ha confessato solo un anno fa. Dopo quella storia della minaccia con la pistola. Prima, forse per il bene dei figh, forse per non farci impensierire non si era mai lamentata. Quando ha incominciato a parlare però, ci ha fatto capire che Gianni era un'altra persona: sul lavoro e con gh estranei ralmo e gentile, in casa con lei un persecutore». Sposati da 22 anni, Irene e Giovanni si erano trasferiti da un anno in un appartamento acquistato in via Val deUa Torre 109. Avevano speso molto per la ristrutturazione. Lui credeva fosse possibile vivere ancora insieme, lei non ci credeva più. In estate non avevano fatto vacanze, a parte tre giorni al mare in Liguria. Lei si era da poco rivolta ad un avvocato per la separazione. Lui si opponeva. «Adesso dall'avvocato ci andiamo noi - conclude Maria Margherito - perché non siamo alla ricerca di vendetta, ma di giustizia, quella sì».

Persone citate: Emanuela Costantino, Margherito, Maria Margherito

Luoghi citati: Liguria