Un frammento di osso per il killer di Cogne
Un frammento di osso per il killer di Cogne AL VIA LA SUPERPERIZIA. PRIMO SOPRALLUOGO NELLA VILLETTA. TAORMINA: UN'ALTRA SCHEGGIA E' SCOMPARSA Un frammento di osso per il killer di Cogne Stefano Sergi inviato a COGNE Un'ora e mezza di sopralluogo dei periti e del pubblico ministero e nuove misurazioni delle macchie di sangue, nella villetta di Cogne dove il30 gennaio 2002 fu assassinato il piccolo Samuele Lorenzi. Ad Aosta, davanti al gup Eugenio Gramola, ieri c'è stato il conferimento d'incarico ai tre esperti (due itahani e un tedesco) che dovranno redigere la «superperizia» sui reperti rilevati dal Ris dei carabinieri. Avranno 90 giorni per fare una ricostruzione scientifica di quel delitto, poi, il 16 febbraio, ci sarà la terza udienza preliminare per la discussione dei risultati. Nuovi gli esperti, nuovi gli inquirenti (il pm Longarini ha affiancato la collega Stefania Cugge che è prossima alla maternità), ma vecchi gli attriti tra difesa e accusa. L'avvocato Carlo Taormina, legale di Arma Maria Franzoni (madre di Samuele e unica indagata per il delitto), ha denuncia¬ to la distruzione di un frammento osseo dai reperti analizzati dal Ris di Parma. ((Attraverso i nostri consulenti - ha detto abbiamo appurato che un reperto è stato distrutto e che la distruzione è stata effettuata con il risultato obiettivo di creare una prova di colpevolezza nei confronti di Anna Maria Franzoni». Taormina, su incarico della sua cliente e del marito Stefano Lorenzi, ha presentato denuncia per calunnia e falso ideologico. Senza mai nominarli, punta apertamente il dito contro i carabinieri del Ris. Ma il colonnello Luciano Garofano, comandante del nucleo scientifico e consulente della procura per il caso Cogne, risponde: «Siamo sereni. Siamo stati confermati consulenti del pm e questo dimostra la fiducia che ci è stata accordata fino ad ora». Dopo aver ricevuto l'incarico dal giudice Gramola, il pool di tre esperti (il quarto nominato si occuperà di trascrizioni di intercettazioni) ha cominciato subito il lavoro facendo un sopralluogo nella villetta di frazione Montroz a Cogne, insieme con il pm Pasquale Longarini e con l'avvocato Taormina. A loro si sono uniti Stefano e Mario Lorenzi, il papà e il nonno di Samuele. Al criminologo Hermann Schmitter, collaboratore della pohzia tedesca, è stato chiesto di stabilire «quale fosse la posizione dell'assassino al momento dell'esecuzione del delitto, se questi indossasse il pigiama in sequestro ovvero dove si trovava lo stesso, e di accertare con quali modalità si siano formate le tracce di sangue presenti sulle suole degli zoccoli». Il consulente già ieri ha fatto ima prima ispezione nella villetta, facendo misurazioni sulle pareti, scattando fotografie e registrando un filmato della scena del delitto. A lui il giudice Gramola ha chiesto di applicare il metodo della «Blood Pattern Analisis» sulle macchie rilevate, specificando «quale sia l'attendibilità di tale metodo, se del caso anche in termini di percentuale probabilistica». Il giudice ha poi incaricato Piero Boccardo, docente del Pohtecnico di Torino, di analizzare un frammento osseo per accertare «con quali modalità sia giunto sul pigiama in sequestro, se l'indumento fosse indossato dall'assassino nel momento in cui si è creata la traccia e in quale posizione si trovasse l'autore del fatto, oyverQ il pigiama non mdossato». E' uno dei punti cruciali su cui si basa l'impianto accusatorio. La terza perizia, affidata al medico legale Vincenzo Pascali, docente dell'Università Cattolica di Roma, è stata disposta per stabilire «a chi siano riconducibili le tracce ematiche presenti sulle suole degli zoccoli», per «esaminare il capello rinvenuto, nonché le eventuali tracce che venissero successivamente individuate dal perito Schmitter, acclarando se il Dna individuabile in tali tracce sia riconducibile alla specie umana e, se è possibile, a quale specifica persona».
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