Marcia della pace, in centomila tra Perugia e Assisi di Giacomo Galeazzi

Marcia della pace, in centomila tra Perugia e Assisi MA PER GLI ORGANIZZATORI NEI 25 CHILOMETRI DEL CORTEO HANNO SFILATO TRECENTOMILA PERSONE Marcia della pace, in centomila tra Perugia e Assisi L'Ulivo sull'Iraq: «Errore partecipare ancora a un'occupazione militare» Giacomo Galeazzi inviato ad ASSISI «Per un'Europa di pace», recitava lo striscione di apertura del corteo. In realtà è stata una Assisi-Perugia «doublé face». Sui cartelli campeggia l'Europa, nei discorsi domina la politica italiana. Doppio registro per la marcia della pace 2003: sul palco della Rocca si sono susseguiti gli appelli mondialisti ai diritti umani dell'«0nu dei popoli», con lo zibaldone di citazioni da Gandhi al premio Nobel Shirin Ebadi. Lungo i 25 chilometri, invece, ha tenuto banco il fronte interno. «Convitati di pietra» il vicepremier Fini e il ministro della Difesa Martino, ossia la stringente attualità del voto agli immigrati e dell'ulteriore coinvolgimento militare in Iraq. Tutto intorno, bandiere multicolori e ramoscelli d'ulivo. Dal Sacro Convento, ad accendere le polveri è Sandro Pondi. Il coordinatore di Forza Italia esclude senza giri di parole un nuovo voto parlamentare per la proroga di 6 mesi della missione italiana. Il no al pronunciamento delle Camere infiamma il dibattito. I nostri soldati devono essere richiamati, insorgono i leader dell'opposizione in marcia verso Assisi. «E' un errore continuare a partecipare ad un'occupazione militare», taglia corto Massimo D'Alema. Ora la palla deve passare al consiglio di sicurezza dell'Onu, ribadisce Piero Fassino. Castagnetti chiede che Martino «venga in Parlamento a motivare una svolta tanto radicale». Tutti concordi, dalla Margherita a Rifondazione, urge 0 passaggio parlamentare, perché (di governo ha messo le Forze armate sotto il comando Usa anziché favorire il passaggio della responsabilità all'Orni». Toni accesi, quindi, che sfumano nell'imbarazzo quando il discorso scivola sul voto agli extracomunitari. Ai vertici e alla base dei partiti ulivisti, la reazione è la stessa, ovvero la sensazione di essere stati presi in contropiede. Gioca la carta del «fair play» Fassino, secondo cui è positivo che pure il centrodestra faccia qualcosa per il riconoscimento di questo diritto: la proposta Ds pir il voto amministrativo agli immigrati è già stata depositata. ((E una nostra battaglia da tempo e a giugno abbiamo lanciato una petizione di massa che ha raccolto centinaia di migliaia di firme» - puntualizza il segretario ds - quando la proposta di An arriverà in Parlamento la confronteremo con la nostra e lavoreremo per una buona legge che risolva il problema bene e presto. Le elezioni amministrative sono tra pochi mesi». Ma la Perugia-Assisi non è solo politica. «Trecentomila manifestanti (centomila, secondo altre fonti) - si rallegra don Ciotti, fondatore dell'associazione "Libera" mentre guarda sfilare gli scout e i giovani delle Adi che indossano una maglietta con la scritta «Adì», il nome del rumeno trovato morto per soffocamento su un Tir - abbiamo ripetuto il successo dell'anno scorso, quando c'era la guerra. Significa che la pace non ha bisogno di parentesi, ma di continuità. Qui non c'è separazione tra la società civile e la politica. E' la società civile che fa politica». Le questioni sul tappeto sono un'infinità. A cominciare dalla giustizia sociale. In base a dati Onu l'Italia, insieme alla Gran Bretagna, è agli ultimi posti nella classifica sulla povertà dell'infanzia. Ancora una volta i più gettonati fra i padri nobili dei «marciatori», Giovanni Paolo n e Carlo Azeglio Ciampi. Un'ovazione ha accolto 3 messaggio autografo inviato dal Papa e letto dal vescovo di Assisi sul sagrato della basilica di San Francesco. «È un fatto eccezionale», osserva mons. Coretti, ricordando come in genere i messaggi di saluto del Pontefice siano a firma del segretario di Stato: «Un segnale della particolare importanza che Wojtyla attribuisce alla Perugia-Assisi giudicandola una manifestazione al di sopra delle ideologie». Giovanni Paolo H punta sul legame tra Europa e pace. ((Potremmo dire che esse si sostengono a vicenda: l'una richiama l'altra - sottolinea - da giovane ho potuto constatare per esperienza personale il dramma di un'Europa priva della pace». E ciò lo ha ancor più spinto ad operare instancabilmente perché l'Europa ritrovasse la solidarietà nella pace e divenisse, tra gli altri continenti, artefice di pace dentro e fuori dei suoi confini. «Sono convinto che si tratta di una missione da riscoprire in tutta la sua forza ed urgenza scrive il Papa - è necessario uv. il continente europeo, rifacendosi alle sue nobili tradizioni spirituali, sappia spendere con generosità, a favore dell'intera umanità, il suo ricco patrimonio culturale maturato alla luce del vangelo di Cristo». Pregnante il riferimento papale agli incontri di Assisi con i responsabili delle altre religioni: «Oggi comt allora ho davanti agli occhi la grande visione del profeta, tutti i popoli in cammino da diversi punti della Terra per raccogliersi attorno a Dio come un'unica grande famiglia)). E il «sogno della speranza)) che portò Giovanni XXm a scrivere la storica enciclica «Pacem in Terris». Quarant'anni dopo le guerre continuano ad avvelenare la vita dei popoli, la violenza insanguina il Medio Oriente e la Terra Santa. Non si può restare indifferenti di fronte a un panorama di conflitti in varie parti del pianeta. «Malgrado le difficoltà non bisogna perdere la fiducia - esorta il Pontefice dobbiamo essere artefici di pace, un bene di tutti. Ciascuno è chiamato ad essere costruttore di pace nella verità e nell'amore». Tanti applausi anche per il messaggio «europeista)) inviato dal Presidente a Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace. Pieno sostegno dal Quirinale all'impegno collettivo per l'incontro fra diverse culture e per la difesa della solidarietà e della cooperaz'.one fra i popoli: ((Affrontiamo oggi ima nuova fase dell'Ue, che dovrà garantire, secondo la Costituzione Europeri, imo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, imo spazio privilegiato della speranza umana)). Alla fine di una settimana di polemiche sulla marcia «ostaggio della sinistraslsecondo la definizione di Carroccio e Udc), è giunto un segno di apprezzamento del capo dello Stato, nella consapevolezza che una ((Europa più ampia e cosciente delle proprie radici e dei propri valori potrà essere fattore di pace nel mondo». Ovazioni per il messaggio del Pontefice: «Pace ed Europa si sostengono a vicenda» Ciampi: questo è un giorno di speranza Un'immagine della marcia della Pace di ieri Massimo D'Alema e Piero Fassino firmano una mozione