«Sballare» con la salvia

«Sballare» con la salvia | BOTANICA | UNA PIANTA DALLE PROPRIETÀ' ALLUCINOGENE «Sballare» con la salvia LA SPECIE «DIVINORUM» CRESCE RARISSIMA NELLE GOLE IMPERVIE DEL MESSICO, NELLA SIERRA MAZATECA. PROBABILMENTE NON ESISTE ALLO STATO SPONTANEO Giovanni Appendino (*) SECONDO U filosofo secentesco la Rochefoucauld, «rien n'empèche tant d'ètre naturai que l'envìe de le paraitre», nuUa impedisce tanto dì essere naturali quanto la voglia dì sembrarlo; una citazione che si adatta perfettamente agli "smart shops", la risposta naturale (e apparentemente legale) alle droghe da discoteca. Negli smart shops si vendono prodotti «inebrianti ed energizzanti» tutti rigorosamente naturali. Il fenomeno non è solo italiano, ed è nato sulla scia del successo deUa salvia. Non si tratta ovviamente dì quella che sì usa in cucina, la Salvia offìcinahs, ma dì un suo parente messicano, la salvia allucinogena o "menta magica". Il nome scientifico della pianta è Salvia divinorum, e nel suo habitat non l'ha vista quasi nessuno, dato che cresce, rarissima, nelle gole impervie della Sierra Mazateca del remoto stato messicano dì Oaxaca. Le prime notizie suUa salvia aUucinogena risalgono al 1939, quando l'antropologo svedese J.B. Johnson documentò il suo uso nei cocktaU aUucinogeni dì una tribù di indiani messicani, ì Mazatec. Gli studi sugli allucinogeni si svilupparono negli Anni 50 sulla scia della scoperta dell' LSD, e portarono all'isolamento da vari funghì e piante di una serie di composti in grado dì alterare la percezione sensoriale. Tutti questi composti erano alcaloidi, possedevano cioè un atomo di azoto a basso numero di ossidazione. Dato che le piante del genere Salvia non contengono alcaloidi, la salvia messicana, che è molto amara, fu considerata un semT'IcpUceiar^imatizzaiite delle mi-: ■iloJ scele i allucìnogene. Lo stesso Albert Hofmann, lo scopritore deU'LSD ed U fondatore degh studi scientifici sugli allucinogeni, non cavò fuori molto dallo studio della salvia dei Mazatec. La potente azione allucinogena della Salvia divinorum fu documentata solo a cavaUo degli Anni 60, quando si scoprì anche la sua biologìa abbastanza singolare. La pianta fiorisce raramente, e non è mai stata osservata la formazione dì semi, almeno nell'habitat naturale. E' quindi probabile che la Salvia divinorum non esista allo stato spontaneo, e che U suo ritrovamento sia dovuto a coltivazione, un'osservazione che spiegherebbe come mai la pianta cresce in posti così impervi e nascosti. La salvia allucinogena è verosimilmente un ibrido di salvie ignote od estinte, ed è facile da propagare per via vegetativa. Negli anni ottanta, alcuni vivai la riprodussero e resero disponibili quantità dì foghe sufficienti per i primi studi scientifici. Due gruppi di ricerca poterono quindi riportare, in modo indipendente, l'esistenza nella pianta dì un diterpene clerodanico, la salvinorìna A, dotato di potente azione allucinogena. A motivo deUa natura terpenica e non alcaloìdea del composto attivo, la notizia fu accolta con grande scetticismo. Studi recenci hanno tuttavia confermato la straordinaria potenza aUucinogena deUa salvinorina A ed identificato U suo bersaglio molecolare, la sottoclasse K dei recettori degli oppiacei, di cui rappresenta l'unico attivatore selettivo conosciuto. La salvìnorìna A non ha alcuna affinità per la sottoclasse dì recettori deUa serotonina (5-HT2A) cui si legano gh aUucinogeni classici, e rappresenta quindi per le neuroscienze una sonda molecolare fondamentalmente nuova. Il fatto che siano dovuti passare vent'anni fra la scoperta deUa salvìnorìna A e la conferma della sua azione biologica la dice lunga sulla tendenza conservatrice deUa scienza (o meglio, dì chi valuta e finanza i progetti ì scientifici). Un terpenoide dotato dì azione aUucinogena era considerato una eresia, e ci sono voluti anni per sfatare il pregiudizio. La salvìnorìna A è U più potente aUucinogeno naturale conosciuto e, secondo ì temerà- ri "psiconauti" che hanno osato provarla sotto stretto controllo medico, produrrebbe esperienze di un livello di intensità superiore addirittura di oltre un ordine dì grandezza rispetto aU'LSD! Ma U pericolo che la salvinorina A diventi una droga da abuso è abbastanza remoto. Il composto è instabile (ha una struttura alchilfuranica), difficUe da purificare e ancora di più da dosare per la sua potenza. Soprattutto, e diversamente dagli altri allucinogeni, provoca effetti spiacevoh, per cui chi prova una volta il composto ha raramente intenzione di ripetere l'esperienza. Come composto puro, la salvìnorìna^ non è assorbita per via orale, ma è possibUe che, sotto forma di fìtocomplesso, possa verificarsi un minimo dì assorbimento, tale da giustificare l'azione inebriante deUa pianta e dei suoi estratti. L'assorbimento è invece rapido per vìa inalatorìa, ma l'ìnstabìlità termica e l'alto punto dì ebolhzione rendono inefficiente l'uso della salvia come "spinello". Insomma, la natura sembra averci dato una mano ad evitare gh effetti allucinanti (sotto tutti gli aspetti) della salvìnorìna A. La Salvia divinorum e i suoi derivati non sono inclusi nella Usta delle sostanza psicotrope sottoposte a controllo legale in Europa ed Usa, ma la popolarità crescente della pianta come sostituto della marijuana ha portato dì recente le autorità australiane a proibirne il commercio. La salvìnorìna A tocca corde che è pericoloso far vibrare, dato che i recettori oppioìdi K sembrano implicati nelle allucinazioni da depressione, schizofrenia e demenza, e sono per giunta ìperespressi nel cervello delle persone colpite dal morbo dì Alzheimer. La posizione legale della Salvia divinorum è un argomento spinoso, dato che non si conoscono tossicità ed effetti cronici della salvìnorìna A né l'entità del suo assorbimento dai preparati venduti negli smart shops. Dal punto di vista morale non ci sono però dubbi. La Salvia divinorum è usata dagli indiani per indurre esperienze spirituali e mìstiche, e vedere un gruppo dì scalmanati dimenarsi in discoteca inebriati dalla pianta è uno stupro culturale e fa l'effetto di un campo dì teosinte (il patriarca naturale del mais) infestato dai suoi nipoti transgenici (e almeno la Monsanto non sì spaccia per paladina del naturale). (*) Università del Piemonte Orientale VEROSIMILMENTE E' UN IBRIDO DI SALVIE IGNOTE 0 ESTINTE ED E' FACILE DA PROPAGARE PER VIA VEGETATIVA. IL PRINCIPIO ATTIVO E'LA SALVÌNORÌNA A, UNA MOLECOLA DI NATURA TERPENICA E NON ALCALOIDE^ CHE PRODUCE ESPERIENZE ANCHE SUPERIORI A QUELLE INDOTTE DALL'LSD La potente azione allucinogena della Salvia divinorum fu documentata soloa cavallo degli Anni 60. La Salvia che noi usiamo di norma è importante in cucina, erboristeria, liquoreria, cosmetica. E'talmente richiesta che l'Italia deve importarne notevoli auantitativi all'estero. I caratteri delle essenze variano pure secondo l'età della pianta

Persone citate: Albert Hofmann, Giovanni Appendino, Johnson

Luoghi citati: Europa, Italia, Messico, Piemonte