Con la Nazionale brinda anche Collina a Istanbul

Con la Nazionale brinda anche Collina a Istanbul IL PUNTO Con la Nazionale brinda anche Collina a Istanbul Roberto Beccantini BRINDANO in due: Trapattoni a Reggio Calabria, Collina a Istanbul. La Nazionale entra in Europa dalla porta principale, un atto dovuto in rapporto alle risorse, un mezzo miracolo se pensiamo a come eravamo ridotti, e divisi, dopo la sconfitta di Cardiff. L'arbitro doma in punta di piedi la madre di tutte le polveriere, Turchia-Inghilterra, 0-0, avanti Eriksson. Quattro ammoniti e un rigore, legittimo, che Beckham, proprio lui, calcia in curva scivolando, senza lo straccio di un Maspero ottomano che gli zappi il dischetto. Come la blindatissima GalatasarayJuventus all'epoca del caso Ocalan, la sfida scorre via tranquilla, merito degli inteipreti e del «regista». Terzi ai Mondiali, i turchi vanno, così, ai playoff. L'inglese proprio non lo masticano: otto sconfitte e due pareggi in dieci gare, 31 reti incassate e nessuna realizzata. Al Granillo, Vieri e Inzaghi sistemano l'Azerbaigian in venti minuti. D resto è tripudio popolare, placida accademia, pennellate di Totti. Sino, almeno, all'uscita di Vieri: furibondo a tal punto, per il cambio, da raccogliere una bottiglia d'acqua e scagliarla, fra l'imbarazzo generale, verso il Trap. L'ingresso di Di Vaio (a proposito: subito a segno) era sembrato a tutti una scelta rispettosa dell'intreccio e della vulnerabilità fisica che spesso ha condizionato il Rambo interista. Uno scatto, il suo, puerile e fuori luogo. Il difficile viene adesso: l'anno scorso, il et smarrì la bussola non appena atterrò in Giappone. Di qui a giugno dovrà studiare e aggiornarsi lontano dalla tentazione di smontare e rimontare il giocattolo. La rosa è competitiva, soprattutto dalla cintola in su. Otto vittorie e due pareggi ne hanno scandito il ritomo a un plausibile rendimento. Di sicuro, il gruppo vale più del 12" posto che occupa nella classifica fifa. Nello stesso tempo, tocca all'orchestra, e al suo direttore, sciorinare una musica in linea con le esigenze e le ambizioni. Come italiani e inglesi, anche la Germania fende la calca e sale in prima classe all'ultimo momento. I tedeschi liquidano l'Islanda, scortati amorevolmente dall'arbitro (Ivanov, russo), confermando l'importanza strategica di Ballack. La Svizzera, da parte sua, ribadisce l'eccezionalità della vendemmia 2003: Alinghi ha conquistato l'America's Cup, Roger Federer ha trionfato a Wimbledon, la Nazionale di calcio vola in Portogallo. La Grecia, in compenso, non si qualificava dal 1980. Otto Reahhagel, tedesco, l'ha modellata a sua immagine e somiglianza. Carrozzeria solida, ricerca sistematica del contropiede. Per questo, ha vinto in Spagna; per questo, ha faticato, ad Atene, con l'Irlanda del Nord. Il calcio ellenico attraversa ima sorta di piccolo Rinascimento, come documentano le tre squadre in Champions League: Aek, Olympiakos, Panathinaikos. Delle Grandi, la Spagna è la sola - con l'Olanda - rimandata agli spareggi di novembre. Ma Van Nistelrooy e e. dovevano vedersela con la Repubblica Ceca di Nedved, imbattuta da 18 partite, le furie rosse, viceversa, con un «inquilino» di seconda fascia. Il calcio iberico paga una presunzione di casta e, diciamolo, la carenza di talenti assoluti, Raul escluso. L'Italia, tanto per rendere l'idea, ha trovato un equilibrio più stabile e proficuo tra vivaio e stranieri. Ci sarà pure una ragione se la Spagna non è mai salita sul podio mondiale e, a livello continentale, è ferma al titolo casalingo del 1964.