Banche, «Basilea 2» slitta a metà 2004

Banche, «Basilea 2» slitta a metà 2004 CONTRASTI PER LE NORME INTERNAZIONALI SU REQUISITI PATRIMONIALI E RATING Banche, «Basilea 2» slitta a metà 2004 Il Consiglio dei governatori a Madrid rinvia la stesura del trattato ma conferma l'entrata in vigore delle regole nell'ottobre 2006 Accordo sugli accantonamenti obbligatori per coprire le perdite Luigi Grassia Il ministro del Tesoro Tramonti lo ha appena stigmatizzato come cosa da non fare, però il processo di elaborazione del trattato bancario noto come «Basilea 2» va avanti, pur subendo il rinvio all'anno prossimo della stesura definitiva del testo e perdendo per strada qualche disposizione; l'entrata in vigore resta fissata per l'ottobre 2006. Le questioni pendenti dovranno essere definite «non più tardi della metà del 2004» recita la nota conclusiva, con piglio che sembra severo, ma in effetti equivale a una dilazione. I prossimi mesi diranno se posporre di un semestre, o forse di un anno, la redazione del trattato che di questi tempi avrebbe già dovuto essere pronto, e mantenere invariata la data di avvio delle sue disposizioni, siano cose compatibili. Da venerdì a ieri sera i governatori delle Banche centrali, costituenti il cosiddetto «Comitato di Basilea -per la supervisione bancaxùt», ai sono ri\mix\ a 'MaiìrvA per fare il punto dei lavori intesi a superare e sostituire l'accordo «Basilea 1» del 1988. Erano presenti i responsabili dei Sette Grandi più l'Olanda, il Belgio, la Svezia e la Svizzera. L'attesa generale era che deliberassero come minimo uno slittamento del termine ultimo del 2006 per la complessa nonnativa, mirante a garantire la solidità patrimoniale delle banche e delle imprese che accedono ai loro prestiti. Visto che Basilea 2 richiede agli istituti di credito tre anni di osservanza continuativa delle nonne, e mancano appunto tre anni, e dato che le norme stesse non sono ancora stabilite con certezza e lo saranno solo il prossimo anno (proprio in base a quanto deciso ieri), sembrava logico che l'entrata in vigore venisse rinviata. Invece questo non è successo, anzi secondo il governatore della Banca centrale di Spagna, che presiedeva la riunione per dovere di ospitalità, Jaime Caruana, non se n'è nemmeno parlato. Si può immaginare che in futuro verrà accorciato il periodo dei tre anni di osservazione, ma anche di questo non si è fatto parola. In base alle norme oggi in vigore di Basilea 1, le banche devono accantonare almeno r80Zo degli im¬ pieghi, mentre con Basilea 2 dovranno fare una valutazione differenziata a seconda del rischio degli impieghi medesimi. C'è chi critica il trattato (in Italia soprattutto Treraonti e le piccole imprese) perché potrebbe rendere più difficile l'accesso al credito da parte di chi vuole investire e ha magari grandi idee ma pochi mezzi per realizzarle ; insomma i soldi potrebbero venire a mancare proprio a chi ne ha più bisogno e magari a chi più merita. Non solo le banche dovranno fregiarsi di coefficienti di patrimonializzazione più solidi, ma anche le imprese piccole e medie dovranno ottenere una valutazione, il cosiddetto «rating», sulla loro solvibilità e solidità di bilancio. Quanto più alto sarà il rating, tantomeno pagheranno di interessi, e l'inverso succederà con rating bassi. Perciò le piccole e medie imprese temono il profilarsi di tempi più difficili con costi più alti (il rating devono farselo certificare a loro spese dalle società spedalizzate) e rubinetti del credito più chiusi, atawiio perla, maggior pano diloro. D'altra parte, è innegabile che le norme di Basilea 2 assicurano una valutazione degli impieghi più analitica e corrispondente alla realtà delle singole imprese e in questa maniera tutelano meglio l'investimento e il risparmio. Dal punto di vista tecnico, ieri il Comitato ha concordato sulla necessità di introdurre conettivi all'attuale testo di Basilea 2 su quattro punti. I primi tre, per i quali non si sono fatti passi avanti, riguardano la semplificazione delle regole sulle cartolarizzazioni, la responsabilità sulle carte di credito e i conettivi da apportare ad alcune tecniche per mitigare il rischio di credito. Invece ima modifica è stata introdotta sulla questione delle perdite bancarie. Fino a ieri per Basilea 2 era necessario che sia per quelle previste, sia per le impreviste, venissero predisposti degli specifici accantonamenti. Il testo è stato modificato in modo da differenziare le due tipologie, semplificandone la gestione ma mantenendo piuttosto severo il trattamento per en- txaxxibo. E' il nuovo accordo internazionale sui requisiti patrimoniali degli Isttfeitì bancari, in baseàl quale le banche dovranno accantonare quote di capitale in misura proporzionale al rischio, valutato a sua wHa attraverso il sfetenha del rating. Invece il precedente accordo «Basilea 1» prevedrà accantonamenti dell'8% uguale per tutti aPERCHE'DI BASILEA? E' negoziato nell'ambito della Bri, la Banca dei regolamenti internazionali, che ha sede a Basilea ■CHI LO NEGOZIA Nel Comitato per la Supervisione bancaria sono rappresentati 11 Paesi, cioè i Sette Grandi: Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Canada, più Olanda, Belgio, Svezia e Svizzera ■ LE NUOVE NORME 1) Requisiti patrimoniali minimi: si dovrà tener conto del rischio operativo e di quello di mercato 2) Controllo delle Banche centrali: avranno una certa discrezionalità nel valutare l'adeguatezza del patrimonio bancario 3) Disciplina del mercato e trasparenza: si vuol garantita un'adeguata informazione al pubblico sui livelli patrimoniali e te\a«vl rischi w

Persone citate: Jaime Caruana, Luigi Grassia