IMPERIA la bella addormentata si risveglia

IMPERIA la bella addormentata si risveglia IMPERIA la bella addormentata si risveglia inchiesta luigi La Spina LA «bella addormentata» del Nord-Ovest, forse, si sta svegliando. Bella lo è davvero, in questi giorni dolci d'autunno, la provincia sospesa tra Italia e Francia, schiacciata tra le colline verdi degli ulivi e il mare d'ottobre, ora staffilato dal vento, ora quieto, come avesse nostalgia di un'estate che non vuole mai finire. Così, impigrita da un lungo sonno è questa frontiera che ricorda quella di Buzzati e della sua fortezza Bastiani piuttosto che l'avventurosa e forte terra dei mitici film di John Ford. E' il paradosso di vm. coniTme francese da 'poco c'AT\r.c\\axo daW'EAiTopa, ma non dal cuore e dalla testa della gente che vive qui, e di un confine invisibile ma antico, quello di Genova e dell'altra Liguria, tenacemente lontano da secoli. In mezzo, cullata dal tepore costante del suo eluna, galleggiava una provincia dimidiata, come simbolicamente il suo capoluogo Imperia, tra Oneglia e Porto Maurizio. Divisa dall'incapacità di scegliere fra la tradizione di una industria storica e quella di un turismo legato più ai fasti della «belle epoque» che ai nefasti, ma lucrosi, affari dei «pacchetti» tutto compreso. Separata anche tra i suoi abitanti, individualisti fino al masochismo, restii ad accettare uno dei fondamentali comandamenti del mondo moderno: «Insieme si vince, da soli si perde». «Sì - ammette uno degli intellettuali più noti della provincia, lo scrittore Giuseppe Conte questo è un territorio rannicchiato su se stesso per molti motivi, storici e psicologici. Ma, soprattutto, isolato per un fatto strutturale: la lentezza e la precarietà dei suoi collegamenti stradali e ferroviari». Conte, che naturalmente lavora con i grandi centri della produzione culturale italiana, Roma, Milano, Torino, lancia una specie di appello a politici e amministratori pubblici: «Io vorrei continuare a vivere qui, vi prego consentitemi di poterlo fare». Perchè questa frontiera è così lontana, perchè questo «ponte» sembra sospeso in una terra di nessuno, lo spiega bene proprio il presidente della Provincia, Gianni Giuliano; «Siamo una frontiera anomala. Con la Francia, ci sono ragioni storiche di diffidenza: l'invasione italiana del 1940 e i modi con cui è avvenuta hanno lasciato un cattivo ricordo. Ancor più secolare è l'ostilità con Genova: a Sanremo ce ne sono ancora le vestigia, a Santa Tecla. Ecco perchè abbiamo la tendenza a chiuderci, un peccato che oggi si sconta con la sconfitta». Giuliano, come un po' tutti i politici e gli amministratori di questo territorio, annuncia i segni di una riscossa: «L'industria si è riconvertita sul mercato di qualità e.regge bene. Abbiamo cercato di valorizzare l'entroterra, nelle sue enormi potenzialità turistico-gastronomiche e culturali. La provincia sembra aver capito che la scommessa determinante sta nella capacità di innovare l'offerta della struttura turistica, di renderla adeguata al radicale cambiamento di mentalità e di abitudini avvenuto nel settore». Ottimista, per convinzione oltre che per dovere, è il leader di riferimento della zona, il ministro Claudio Scajola. Politico di lungo corso, ex sindaco di Imperia, discendente di una famiglia da sempre impegnata nella vita pubblica e, ora, capo di una dinastia che ha trovato nel nipote Maurizio il possibile erede, controlla e promuove il futuro di questo territorio con mano ferrea. Anche lui riconosce i ritardi strutturali e psicologici della provincia: «Per decenni non si è scelta una vocazione precisa. La sinistra si è ostinata nella difesa conservatrice dell'industria e del commercio, senza capire che il destino sta nella capacità di adeguare l'assetto del nostro turismo alla nuova domanda, partendo dalla cosa più importante, i collegamenti stradali e ferroviari, i parcheggi nelle nostre città sul mare». Scajola crede anche nell'urgenza di superare i campanilismi: «Ci vuole una mentalità unitaria, bisogna ragionare come in un solo bacino di offerta turistica, con iniziative collegate e integrate tra di loro». L'ex ministro dell'Interno, ora responsabile per l'attuazione del programma del governo Berlusconi, annuncia una robusta scossa all'antico immobilismo e promette tempi rapidi per i numerosi progetti che animano le scrivanie del potere locale. In effetti, soprattutto a Imperia, la classe dirigente accarezza molti sogni che potrebbero davvero somigliare a quelli del mattino, quelli alla vigilia del risveglio. Il sindaco, Luigi Sappa, illustra il programma dei festeggiamenti per l'unificazione di Oneglia con Porto Mau¬ rizio, avvenuta proprio 80 anni fa, nel capoluogo della provincia. Imperia, con un soprassalto di orgoglio e di fiducia: «L'industria, dopo il setaccio avvenuto negli anni scorsi con la scomparsa di aziende storiche, si è riposizionata bene sul mercato. Il turismo è in controtendenza rispetto alle altre zone: qui non si chiudono gli alberghi, anzi, sta per aprime uno, a quattro steDe. Le manifestazioni, quest'estate, hanno ottenuto gran successo e anche l'aspetto urbanistico mostra questa rinnovata vitalità, dal nuovo tribunale all'imminente spostamento della ferrovia». Ma è il nuovo porto turistico ad accendere le speranze. Il sindaco illustra il progetto con entusiasmo: «Si prevedono 1200 posti barca e la prima pietra dovrebbe essere posta nella prossima primavera. Vogliamo affidare la costruzione solo a chi dimostrerà di poter soddisfare due condizioni: il rispetto di un'alta qualità della struttura e la realizzazione dell'opera in tempi brevi e certi. Il futuro volto di Imperia dipenderà da questo porto, anche perchè sarà proprio al centro della città». D'accordo sull'importanza di questa iniziativa è la classe imprenditoriale di un capoluogo che ha una grande tradizione industriale. L'erede più illustre è Gianfranco Carli, leader dell'omonima azienda di olio: «Sono abbastanza ottimista sul futuro della città. Per lungo tempo ha scontato l'incertezza su una scelta che ora mi sembra abbia fatto, cioè quella del turismo. L'indotto del nuovo porto costituirà ima risorsa importante, così come l'attuazione di opere stradali e ferroviarie che colmino l'antico handicap, quello dei collegamenti con il resto della regione, ma anche con il Piemonte». Anche il presidente degli imprenditori, Alberto Alberti, condivide le speranze che «dopo un lento declino, si sia avviata una certa ripresa. Lo sviluppo è sull'asse turismo-servizi e dipenderà dall'attuazione del piano di infrastrutture annunciato». E' proprio su questo punto che si fondano, invece, dubbi e timori dell'opposizione politica e sociale nella provincia di Imperia. Pronta a collaborare per un'auspicabile inversione di tendenza rispetto alla strada del declino, manifesta molte perplessità sugli indirizzi e sui metodi della maggioranza di governo. Il vecchio rappresentante ex democristiano di questo territorio, attualmente consigliere provinciale per la Margherita, Manfredo Manfredi, ad esempio, è più scettico: «La provincia ha rinunciato a far politica, delegando sempre di più tutto al leader politico del momento. L'industria si è fortemente ridotta, l'agricoltura langue e il turismo non tiene il passo con la nuova domanda. Si sono fatti, poi, anche gravi errori. Mi chiedo che senso abbiano le facoltà di giurisprudenza e di economia a Imperia, in concorrenza con Genova, e non possedere quelle più adatte al nostro territorio, come agraria o lingue». Claudio Porchia, segretario provinciale della Cgil, dopo ima lunga analisi critica sulle responsabilità politico-amministrative, denuncia «un ruolo pubblico che è solo assistenziahsmo e ricerca del consenso elettorale». «C'è una enorme carenza di progettualità sull'innovazione perchè l'elettorato, che è anziano, tende a privilegiare la tutela e quindi la politica gestisce una sostanziale conservazione». Una «transizione problematica», come riassume il periodo che sta vivendo soprattutto la zona di confine, o meglio, di ex confine, quella di Ventimiglia, il presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Bianchi, si respira anche nella città più popolosa e più famosa della provincia, Sanremo. Il casinò, il festival, i suoi fiori ne fanno un unicum peculiare di problemi. Il sindaco, Giovenale Bottini, un medico abbastanza infastidito dai rituali dell'amministrazione pubblica, si lamenta dei tempi con cui si riescono a realizzare opere indispensabili per la città. «Pensi - osserva accorato - al palazzo delle Esposizioni che dovrebbe essere pronto nell'agosto 2004. Il progetto è partito nel '96». Ma è soprattutto con le Ferrovie che il contenzioso del sindaco e della sua giunta sta diventando aspro, anche perchè il mancato utilizzo dell'area della stazione e dei binari, ormai spostati a monte da due anni, sta diventando insopportabile per i cittadini e il principale argomento polemico nelle chiacchiere dei sanremesi e dei loro ospiti. Si almanacca su una pista ciclabile di 25 chilometri, o sul «filobus di cristallo», come immaginificamente lo battezza sempre Scajola. Ma alcuni, più realisti, sollecitano, almeno in via provvisoria, l'apertura di una strada che alleggerisca il caotico traffico della città. Tale, ad esempio, è ancora il parere del presidente Bianchi. Il capogruppo ds di Sanremo, l'avvocato Marco Andracco e Daniela Cassini, battaghera leader di una lista civica di centrosinistra, puntano il dito sui guasti di una mancata alternanza alla guida della città. Deplorano anche lo scarso impegno di una borghesia che altrove, come nella rivale Imperia, non si estranea dalle responsabilità collettive per lo sviluppo della comunità. Denunciano la trascuratezza che, a loro giudizio, caratterizza la politica comunale e provinciale nei confronti della floricoltura. «E' da 20 anni - rileva a questo proposito il presidente dell'Unione cooperativa, Giancarlo Cassini - che fanno il funerale della floricoltura. Ma i dati dimostrano che le superfici coltivate aumentano, come la diversificazione. In provincia viene prodotto circa il 300Zo del reciso nazionale, con 85 mila addetti, cioè il 270Zo della forza lavoro totale. Certo, ci sono problemi, ma ricordiamoci, contro facili slogan, che solo la produzione garantisce la fihera della commercializzazione. La verità è che noi non siamo capaci di fare lobby, perchè siamo in 6000 aziende e non in 60». Stessa insensibilità pubblica che anche l'industria più anomala del territorio, quella del Casinò, lamenta. Il suo amministratore delegato, Fermo Martinelli, sia pure con il garbo di uno stile pacato, esprime soddisfazione per i risultati economici, ma rammarico per le potenzialità di un atout per tutta la provincia che, a causa di vecchi pregiudizi e di un mancato aggiornamento sulle nuove tendenze nel settore, non viene giocato. Sanremo è, naturalmente, molto lontana da Las Vegas. Ma dovrebbe coltivare, con più determinazione e meno ipocrisie, quella virtù che riesce a sfruttare anche il vizio degli italiani. 1 »f-jm : —* Proseguono gli incontri del direttore della Stampa, Marcello Sorgi, nelle province del Piemonte e della Liguria. Domani sera, al Teatro Cavour di Imperia (ore 21 ), convegno «Una frontiera troppo lontana» A parlare di una terra in profonda trasformazione saranno tra gli altri il ministro Claudio Scajola e il presidente della Regione, Sandro Biasotti I progetti del capoluogo e di Sanremo e le accuse di immobilismo L'ECONOMIA IN CIFRE TURISMO Alberghi: 372 posti letto: 11.868 campeggi: 38 ristoranti, bar, pizzerie: 1200 arrivi: 720.000 presenze: 3.864.000 i COMMERCIO Imprese attive: 5965 addetti: 19.000 INDUSTRIA \mprese a^twe*. 2.3.707 attività trasformazioni: 1781 con 8000 addetti; costruzioni 3263 con 9000 addetti FLORICOLTURA Aziende: 6200 operatori: 7000 volume affari: 450 milioni di euro CASINO' Dipendenti: 441 incassi: 88 milioni 958 mila euro tavoli da gioco: 48; slot machines. 480 ARTIGIANATO Imprese attive: 6685 imprese costruzioni: 2857 attività manifatturiere: 1511 Fonti: Camera di commercio, Istat, Ucf lor e Casinò di Sanremo. I dati si riferiscono al 2002 S. BARTOLOMEO 0 i Molte opinioni sono concordi nell'affermare che quello dei collegamenti stradali (nella foto, code sull'Autofiori) è uno del problemi che si riflettono negativamente sul turimo del Ponente ligure