Dal tetto del Lingotto a Leningrado Viaggio nei nuovi sapori di Torino

Dal tetto del Lingotto a Leningrado Viaggio nei nuovi sapori di Torino UN AUTUNNO DV GRAND» INAUGURAZIONI Dal tetto del Lingotto a Leningrado Viaggio nei nuovi sapori di Torino novità Elena Dei Santo, Silvia Francia MICHELIN, Espresso, Gambero Rosso: le «bibbie» del mangiar bene. In tanti si ritrovano bastonati. Ma non di sole guide e recensioni, più o meno autorevoli, vive l'appassionato di sortite gastronomiche. Cerca sfizi&novità. I ristoratori assecondano, giocano a stupire, scelgono nuove location, inventano formule acchiappaclienti, osando l'impossibile sino ad ambientare il servizio su un tetto postindustriale, oppure all'interno di una stazione. Erano in 900 l'altra sera al vernissage del ristorante La Pista collocato tra la Bolla e lo Scrigno del Lingotto. Il locale, 45-50 coperti, arredo che richiama l'Art Decò, cantina a vista, offre menù tradizionale o variante creativa (da 45 a 55 euro). E presto - annuncia il titolare Massimo Guzzone - si aggiungerà anche una saletta per la degustazione di sigari e distillati. Altra collocazione imprevedibile per un ristorante è quella di Stazione Sassi, dove inizia la cremagliera per Superga. Si cena accanto a una vecchia carrozza a cavalli, immaginando un viaggio d'altri tempi. Titolare è l'imprenditrice Laura Baima, già direttrice dello storico Caffè Baratti S- Milano e del rinnovato Piatti. Innovativa e scenografica è pure l'idea del San Pietroburgo, da poco aperto in via Burzio 9/f. Le sale sono state battezzate con i vecchi nomi della città, a rievocare diverse epoche: Pietroburgo, caldo ambiente tinteggiato, di rosso imperiale e quadri alle pareti; Leningrad, un po' minimal-sovietica, e Pietrograd, dipinta con i colori di Kandinskij. Gestito in tandem dal Centro Europeo della Cultura Russa e dalla società Berioska, il locale è anche teatro di eventi: adesso ospita opere dell'artista russo Viktor Manukovskij, e ogni giovedì la cena viene animata dalla Il San Pie performance della danzatrice Natalia Zinenkova. In tavola, «menù moskovita dei giorni di festa» - 29 euro, alcolici esclusicon «solianka» (zuppa di carne), «kotoletta alla Pozarskij», e la tipica «torta Napoleon». Da martedì prossimo, gli appassionati di sushi e sashimi avranno un nuovo indirizzo da segnare in agenda: è quello del Tobiko di via Alfieri 20. Arredo zen, cucina tipica giapponese proposta da autentico staff nipponico guidato da Stefano Park. «Tobiko» punta su ricette filologiche come «botate gai» (cappesante e riccio di mare) e «unagi iimushi» ovvero anguilla al vapore. E' previsto per novembre il varo del club enogastrologico La gola, viale Thovez 78: un ristorante cui si accederà previo acquisto di tessera, ma pure una sede per corsi di cucina e incontri dedicati alla cultura del buon cibo e del buon bere, con ospiti di richiamo. Garantisce il patron, Domenico Cairola, allievo di Bocuse, nonché ex gestore della «Terrazza». Piacevole l'ambientazione: struttura terrazzata e verandata, con affaccio sul giardino. Quanto alle proposte, Cairola procederà secondo le sue linee-guida, muovendosi fra piatti piemontesi e intemazionali rivisitati con fantasia e gusto creativo. Anche per i patiti dell'etnico, non mancano nuovi indirizzi. Hassan, 37enne di Casablanca ha lasciato «El Karam» per aprire il Safir di corso Emilia 2. Ingresso un po' hollywoodiano, intemo che evoca «i ristoranti dei grandi alberghi marocchini» secondo l'estro dell'architetto iracheno Karim Mohsen. Tra riverberi di luce gialla e azzurrina e motivi echeggianti l'arredo arabo bon-ton, si gustano tanto cibi italiani (a pranzo, menù a 8,50 euro tutto incluso), che portate marocchine: shish kabab, brik, cous-cous royal, tagine. Con accompagnamento di note mediorientali e performance di danza del ventre. Sul genere piola. Il brillo parlante, new entry di via Borgo Dora 14: minuscola winegallery gestita da Gualtiero Garberò che ha deciso di convertire in vineria il suo negozio di antiquariato. Sul bancone e nelle nicchie, orologi, lampade e pezzi d'epoca, tutti in vendita. Nelle due microsale, tra botti a vista, si servono vini piemontesi a calice, quartino o litro, che ben si accostano all'autentica trippa di Moncalieri, a giardiniere, tome di vallata, salami di turgia, zuppe. Per un tagliere di affettati spendi 5 euro, che si riducono a 2 per un bicchiere più assaggi tipici. Cibo&Cultura, un connubio che piace. Mentre il Museo Regionale di Scienze Naturali di via Giolitti annuncia l'apertura di una caffetteria, e il ristorante della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, con nuova gestione, rivoluziona il menù, martedì prossimo s'inaugura, in via Le Chiuse 1, Art Café, galleria aperta fino a mezzanotte dove si visitano mostre, si ascolta musica, si degustano thè, tisane e cioccolate e si cena stando seduti su un divano anni '60 o appoggiati ad un vecchio tavolo inizio secolo. Gli appassionati di enogastronomia non si muovono solo su consiglio dei critici Il San Pietroburgo di via Burzio

Luoghi citati: Leningrado, Milano, Moncalieri, Pietroburgo, San Pietroburgo, Torino