Telekom, spunta un'altra falsa pista

Telekom, spunta un'altra falsa pista L'AVVOCATO DI MARINI NON SI PRESENTA ALL'INTERROGATORIO Telekom, spunta un'altra falsa pista pm torinesi smontano la «tangente» di San Marino Alberto Caino TORINO Un'altra falsa pista svelata in anticipo dalla magistratura rispetto alle rivelazioni di stampa. La procura di Torino sapeva dall'inizio di giugno del «caso Forlì» e, dopo uno scambio di telefonate con i colleghi romagnoli, aveva accantonato l'interesse per le disavventure finanziarie del conte Gianni Vitali, uno dei «facilitatori» dell'acquisto del 29 per cento di Telekom Serbia e per questo liquidato con 14 miliardi di lire. Poi ci sono stati l'incontro del 4 settembre scorso, in una piazza romana, fra Antonio Volpe («l'uomo dei dossier») e l'on. Alfredo Vito di Forza Italia (vicepresidente della commissione parlamentare d'inchiesta), il blitz della Guardia di Finanza sulle carte che il primo stava per consegnare al parlamentare e gli interrogatori dei due. In cui si è fatto ampio riferimento alla lettera anonima ricevuta da Vito in agosto e a un nuovo scenario corruttivo intorno a Telekom Serbia: «La Finbroker, società di San Marino vicina ai Ds» (dichiarazione di Vito). La Finbroker di Loris Bassi- 122 c'entra con le disgrazie finanziarie di Vitali perché un'amica di famiglia aveva convinto l'anziano conte e la giovane moglie ad affidare al broker romagnolo i 14 miliardi dell'itermediazione e altri 7 che la coppia aveva messo da parte. Nell'aprile scorso, dopo un primo tentativo rinviato per le precarie condizioni di salute di Vitali, la procura di Torino interroga Vitali nella sua seicentesca villa nei dintorni della capitale e il conte accenna alle grane giudiziarie che aveva per quei 14 miliardi. Non svela che erano spariti quando la moglie Myriam Tedeschi, per conto del marito, aveva deciso di far rientrare i 22 miliardi in Italia approfittando dello scudo fiscale. Ne è nata una querelle giudiziaria civilistica a San Marino e penale a Forlì, dove gli avvocati Revel e Fischetti, per conto di Vitali, hanno presentato in primavera una denuncia per truffa nei confronti di Bassini. Il cui legale, Roberto Barra, già a giugno si mostrava tranquillo: «Il mio cliente ha restituito il denaro alla signora Tedeschi e ha conservato le ricevute con la firma autografa della moglie di Vitali». Il piccolo giallo non appassiona i magistrati torinesi: chi è d'accordo sulla spartizione di una tangente camuffata da intermediazione non rlcdaSUtcbm avrebbe motivo di far tanto baccano a colpi di querele. Il punto è un altro: «La Finbroker vicina ai Ds». Quattro mesi fa una «fonte» si era rivolta alla «Stampa» da Forlì: «Bassini è ritenuto un carissimo amico dell'on... , ds, sottosegretario al Tesoro al tempo dell'affare Telekom Serbia, non so se mi spiego». Una coincidenza, ovviamente, come l'errore ricorrente che l'ex sottosegretario sarebbe stato eletto con i Ds, mentre rappresentava la Mar¬ gherita. Alla vigilia della consegna di atti giudiziari (fra cui i verbali degli interrogatori di Vito e Volpe) alla commissione e prevedendone la loro successiva diffusione, il procuratore aggiunto Bruno Tinti e il sostituto Roberto Furlan sono stati lunedì scorso a fare il punto con i colleghi di Forlì. L'incontro è bastato per far scattare mediaticamente la pista romagnola delle tangenti. I rapporti fra il discusso faccendiere e il vice¬ presidente della commissione hanno attirato l'attenzione dei magistrati torinesi (come la testimonianza del difensore di Marini, saltata ieri per il rifiuto del legale). Eppure, proprio nei resoconti stenografici delle audizioni di Marini da parte dei commissari parlamentari c'è un passo che rivela come il «conte Igor» non prestasse grande attenzione a Vito. Quando, il 19 giugno, a Berna, l'on. chiede all'accusatore di Prodi chiarimenti sul collettore della tangente per l'ex premier e lo chiama Malocchi, dopo che Marini aveva rifatto il nome del cameade Margotti. L'indagato conferma «Margotti». Coincidenza vuole che un giornale avesse tempo fa dato notizia di un premio consegnato al finanziere Umberto Malocchi dal «carissimo amico Romano Prodi». 121 miliardi «ballerini» Nel «dossier di Forlì» del conte Gianni Vitali una denuncia per truffa e le intermediazioni e una misteriosa ricevuta di un broker romagnolo «con firma autografa» Igor Marini, il contestato «grande accusatore»