Ciampi: l'Italia rischia di perdere competitività
Ciampi: l'Italia rischia di perdere competitività DOPO LA VISITA A LONGARONE IL DISCORSO DI ROVIGO: «NON C'È UN DEUS EX MACHINA CHE RISOLVE I PROBLEMI» Ciampi: l'Italia rischia di perdere competitività Appello al dialogo: il cambiamento nasce dal consenso, non dalla provocazione Amedeo La Mattinai inviato a ROVIGO Non ci sono singoli salvatori della patria, non c'è mai un «deus ex machina che da solo trova le soluzioni per tutti i problemi». Solo uno sforzo collettivo, «una regia a più voci» è in grado di mettere in moto il cambiamento. Ecco, questo «cambiamento nasce dalla pratica del consenso, nasce dal dialogo, non dalla provocazione e dallo scontro». Il presidente della Repubblica, padre della concertazione, incardina questi concetti nell'ambito di un discorso sullo sviluppo economico e infatti quando parla di «alleanza di sistema» fa riferimento alla collaborazione tra capitale d'impresa e lavoro, tra pubblico e privato. Tuttavia, sono concetti che possono essere estesi anche alla dimensione più prettamente politica, soprattutto nella parte in cui Carlo Azeglio Ciampi si sofferma sul concetto di cambiamento. E' un termine che viene usato molto spesso nel linguaggio dei leader di partito, sia della maggioranza che dell'opposizione. Altrettanto spesso però viene usato come una clava contro gli avversari e, a volte, contro gli stessi alleati di governo. Come sempre nei discorsi di Ciampi mancano i riferimenti espliciti alle forze politiche, così come l'altro ieri a Belluno non ha citato la Lega quando ha sostenuto che le «guerre doganali» non servono a difenderci dalla concorrenza della Cina. Ad ogni modo, è un fatto che a usare sempre questo termine è Umberto Bossi che ad ogni occasione definisce il Carroccio il «partito del cambiamento», come se fosse l'unica forza politica - dentro e fuori la maggioranza - a volerlo. Perseguire con forza e determinazione le riforme e il cambiamento dello stato delle cose, per il presidente Ciampi è più che giusto, purché ciò sia fatto - ecco il punto in una logica di dialogo e non con le spallate, le provocazioni e lo scontro. Prosegue in questo modo l'opera «pedagogica» del presidente della Repubblica. Il quale ieri, accompagnato dalla signora Franca, ha iniziato la giornata in un luogo drammatico per la nostra memoria nazionale, in quella città di Longarone che quarantanni fa venne spazzata via dalla terribile onda del Vajont. «Un disastro che non sarebbe mai dovuto accadere, che si sarebbe dovuto e potuto evitare», ha detto il Capo dello Stato che nel pomeriggio dal Veneto di montagna è sceso al Veneto di pianura, per fermarsi a Rovigo «patria di Giacomo Matteotti, martire della libertà». Dunque, un altro appuntamento simbolico, un altro luogo della memoria per Ciampi. Oggi si recherà a Fratte Polesine per rendere omaggio alla tomba del leader socialista ucciso dai fascisti nel 1924. Un omicidio che per molti versi segna la nascita di una «dittatura», così la definisce il presidente della Repubblica, che «aveva fatto precipitare l'Italia nell'abisso della seconda guerra mondiale». Nessun revisionismo storico, nessuna attenuazione delle responsabilità di Benito Mussolini. Anzi, le sue parole hanno tutto il sapore di un controcanto ai giudizi che il premier Silvio Berlusconi ha espresso sul regime fascista nella tanto discussa intervista alla rivista inglese Spectator. Ciampi è venuto nel Polesine e si reca nel Delta del Po anche per ricordare l'alluvione del '51. E per segnalare la capacità di recupero economico di questo territorio, come del resto è avvenuto in tante altre parti dell'Italia. Ma oggi, ha sottolineato il Presidente, il nostro Paese come tutta l'Europa - sta vivendo una fase di ristagno. «L'Italia rischia di perdere, e sta perdendo, punti di competitività», ha detto il capo dello Stato per il quale bisogna puntare suir«ingegno umano» e sulle infrastrutture. Occorre «investire bene. Il primo problema è accrescere gli sforzi e la lungimiranza di tutti i centri decisionali che dispongono di risorse da investire nell'istruzione e nella formazione». «Il primo problema è accrescere gli sforzi e la lungimiranza dei centri decisionali per investire risorse nell'istruzione e nella formazione» Oggi si recherà a Fratte Polesine per rendere omaggio alla tomba del leader socialista Giacomo Matteotti ucciso dai fascisti Ciampi con la moglie Franca dopo la Messa in ricordo delle vittime del Vajont
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