«Posto per i sindaci nel Senato federale» di Gigi Padovani

«Posto per i sindaci nel Senato federale» PARLA IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI GHIGO «Posto per i sindaci nel Senato federale» «La nuova assemblea sarà eletta insieme ai Consigli regionali: è un passo in avanti» intervista Gigi Padovani PRESIDENTE Ghigo, sbagho o avete preso qualche schiaffo dal governo? Avete rotto con Palazzo Chigi? «Sbaglia. Il fatto che non si sia svolta la conferenza unificata è stata una decisione presa di comune intesa con Palazzo Chigi. Siamo convinti di aver portato a casa un buon risultato». Scusi, ma le riforme vanno avanti senza il «si» di enti locali e Regioni... G sbagho di nuovo? «No, non sbagha. Però non è la prima volta. Già quando l'Ulivo varò la riforma del Titolo V, con testo di iniziativa parlamentare, vi fu questo tipo di passaggio, con modifiche poi in Parlamento. Berlusconi ci ha spiegato che l'accelerazione dipende dall'iter scelto: è una proposta del governo». Cioè? «C'è un impegno della coalizione da rispettare, entro fine dicembre doveva esserci la prima lettura in Senato. Però abbiamo avuto l'impegno di modifiche in corso d'opera, attraverso quattro emendamenti». Quali sono? «Il primo è la contestualità deh'elezione del Senato federale con quella dei Consigh regionah: è già un grande passo avanti, significa che i programmi sararmo gh stessi, che si voterà sulle stesse parole d'ordine». Dunque non il modello «Bundesrat...». «No, rimane il nostro obiettivo, ma forse i tempi non sono maturi in Italia. Però c'è una possibilità». Quale? «Oltre ai 200 senatori previsti dalla riforma dei quattro saggi, si aggiungeranno 40 rappresentanti delle autonomie locali e delle Regioni. Nel Senato potranno entrare anche presidenti e sindaci delle grandi città. Le Regioni non hanno pregiudiziali verso i rappresentanti degh enti locah». Questi sono iprimi due emendamenti. Poi? «Il terzo riguarda le competenze del Senato federale. Secondo il progetto del governo non potrebbe dare un parere sulla Finanziaria, ad esempio. Non era accettabile. Si Gambiera dando la possibilità di intervenire anche in materia di finanza. Il quarto punto riguarda le Regioni a Statuto speciale: avranno riconosciute le loro pecuharità». E il controllo del Senato fede- rale sulle Regioni in nome dell'interesse nazionale, oggi previsto dal Ddl? «Siamo contrari: non si può pensare che un'assemblea legislativa ne controlli vm'altra. Si deve ancora lavorare per superare questo problema. Molti di noi pensano che l'attuale Costituzione già offra questa tutela». E i giudici costituzionali «federali»? Secondo il progetto attuale non li nominano le Regioni. Avete protestato contro questa esclusione? «Già, ma se il Senato federale sarà eletto in quel modo, possiamo accettare che nomini i giudici che ci rappresenteranno nella nuova Consulta regionalizzata». Questi impegni sono stati «strappati» da voi governatori del Polo nel corso della cena in casa Berlusconi? «Ci sono ragioni di vicinanza politica, che sono ovvie. Questo gioco delle parti non è nuovo. Faccio il presidente di Regione da otto anni. Ricordo che quando al mio posto guidava la Conferenza delle Regioni il diessino Vannino Chiti, oggi coordinatore della segreteria della Quercia e allora presidente della Toscana, mandavamo avanti lui, da D'Alema. Allora io appoggiai la riforma della sinistra, e mi attirai gh strali di qualche collega di Forza Itaha». Un Ghigo machiavellico? «Tanto paziente. Guardi, il mio compito era di non rompere con i colleghi del centrosinistra e neppure con Berlusconi. Quel testo sul quale abbiamo trovato l'intesa ri¬ balta molte cose». E Bossi? ((Anche lui è d'accordo, perché vuole che la riforma vada avanti. Certo, c'è stata qualche sbavatura di forma nel nostro rapporto con il governo. Ma in un sano pragmatismo si è ottenuto molto». Però sulla Finanziaria gh schiaffi sono arrivati. «Sì, abbiamo preso qualche schiaffo anche dal senatore centrista Tarolli». Ha detto che le Regioni prendono una montagna di soldi. «Forse, visto che è stato eletto in Trentino Alto Adige, si riferiva a quella Regione autonoma... Gh abbiamo risposto con un documento unitario ricordando le richieste, giustificate da nuovi problemi, come i 750 mila immigrati regolarizzati cui dare l'assistenza sanitaria, che costano 1500 miliardi di vecchie lire in più». Metterete tutti i ticket? ((Non possiamo. E neanche il governo lo farà, da quanto so». éfelfe Nessuno scandalo WW per la mediazione di noi polisti con Berlusconi Accadeva così anche MbÉÈk conChitieD'Alema Enzo Ghigo (Forza Italia)

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