«Mi spoglio per la Campion» di Lorenzo Soria

«Mi spoglio per la Campion» ESCE IN USA «IN THE CUT» STORfA DI UNA SCRITTRICE TRA VIOLENZA E FUGHE «Mi spoglio per la Campion» Meg Ryan: basta ragazze della porta accanto Lorenzo Soria LOS ANGELES Per le attrici che passano i quarant'anni, specie per quelle che hanno costruito la propria fama sull'avvenenza, è quasi un percorso obbligato: cercare ruoli che segnano una rottura con il passato. Una strada che ha dovuto imboccare anche Meg Ryan, che grazie a film come «Insonnia d'amore» e «Harry ti presento Sally» era diventata un oggetto del desiderio più che per le curve del suo corpo perchè aveva le espressioni e i movimenti di quella che in America chiamano la ragazza della porta accanto. La diva accessibile e con l'appeal della normalità, insomma, una qualità che ne ha fatto la reginetta della commedia romantica sino a quando due anni fa, girando «Proof of Life» con Russell Crowe, finì per innamorarsi dell'attore australiano e per lasciare per lui il marito, Dennis Quaid. La ragazza tutta acqua e sapone era diventata, anche lei, l'obiettivo dei paparazzi di mezzo mondo. Adesso quella relazione è finita. E Meg Ryan toma a far parlare di sé con un film che segna appunto una chiara rottura con il suo passato. «In the Cut» è il nome, una storia diretta da Jane Campion e ambientata a New York tra uomini-predatori, violenza, ambulanze, fughe. E in cui la Ryan compare totalmente nuda. Un personaggio e un film un po' sorprendenti per lei. «A dire la verità non c'è stato alcun disegno. Non credo nel coltivare una certa immagine, penso che nemmeno il pubblico ci creda. Ho semplicemente letto una sceneggiatura che mi ha attratto molto, così come mi ha attratto l'idea di lavorare con Jane. E poi non è la prima volta che porto sullo schermo un personaggio complesso. Ho fatto trenta film, sette dei quali sono commedie romantiche. In "The Doors" sono stata la moglie tossicomane di Jim Morrison, in "Promised Land" sono una criminale sociopatica. Non so bene che cosa significhi un film alla Meg Ryan». Il suo personaggio è una scrittrice. Sente affinità con il mondo delle parole? (tA scuola ho studiato inglese e giornalismo. E probabilmente una delle cose che mi ha attratto di Franny è proprio il fatto che è molto distante e fredda ma mette passione nelle parole e in ciò che possono evocare». Nel film Frenny si spoglia, emotivamente e nel senso letterale «E' parte della storia, un personaggio che dice ecco, guardatemi, io sono questa qui. E sì, sono nuda. E allora? A volte affrontare ciò che temi può essere molto liberatorio. E poi con Jane mi sono sentita rassicurata, perchè sapevo che non avrebbe dato una falsa idea di romanzo con il solito lieto fine. Ha voluto esplorare che cosa significa per due persone rivelarsi l'uno all'altra». «In The Cut» doveva originariamente venire interpretato da Nicole Kidman, costretta poi a lasciarlo quando ci fu la separazione da Tom Cruise e che adesso figura come ima delle produttrici. Vi conoscete voi due? «Non so bene quanto Nicole sia coinvolta nel film. Non ci conosciamo molto bene, ma appoggio il suo lavoro come quello di qualunque donna che riesce a dare vita a personaggi complessi». Lei è famosa da almeno 15 anni. E' cambiato il suo rapporto con la fama? «E' peggiorato, perchè la fama tende a isolarti. Ouando incontro persone nuove è sempre molto bizzarro, perchè è difficile passare attraverso la barriera dell'immagine che si sono fatte di me. C'è sempre un gap tra quello che sono e quello che la gente pensa di sapere di me». «A volte affrontare ciò che temi può essere liberatorio. Poi con Jane mi sono sentita sicura sapevo che non avrebbe girato un falso romanzo con il solito lieto fine» PerMegRyan una svolta professionale dalla commedia al dramma

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